Incendio al castello di Okinawa, come prevenirlo?
Alle 2:30 del 31 Ottobre, orario giapponese, divampa un incendio che ha distrutto gran parte dello storico castello di Okinawa “Shuri”, patrimonio UNESCO dall’anno 2000. Le cause dell’incendio sono ancora sconosciute. Il castello fu ricostruito alla fine del ‘900, dopo essere stato danneggiato fortemente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. I sei edifici del complesso antico di 500 anni sono ormai andati persi, un rogo che ricorda molti altri simili, con ad esempio quello che ha colpito la Cattedrale di Notre-Dame a Parigi.
Dove risiedono le cause? Cosa si può fare affinché il nostro patrimonio storico-artistico non si distrugga così? La prevenzione incendi, come la verifica sismica, generalmente non ha come obiettivo la protezione dell’edificio ma dell’utente. Si definiscono delle caratteristiche prestazionali da garantire affinché le persone possano scappare verso un luogo sicuro. Ed è la sicurezza la priorità, non la salvaguardia dell’integrità del fabbricato. Tutto cambia però quando si affronta il tema di prevenzione incendi per monumenti storici, come il castello di Okinawa.
La prevenzione incendi per monumenti storici
Per affrontare il tema bisogna uscire dal paradigma classico della prevenzione incendi, ovvero il calcolo del carico d’incendio. Bisogna utilizzare il cosiddetto approccio ingegneristico, il Fire Safety Engineering. Un metodo di analisi, tramite l’uso di software, con cui non solo si ipotizza il collasso della struttura ma anche i tempi di esodo delle persone. Tali programmi mettono a sistema tutte le componenti tecniche simulando l’evento d’incendio possibile. L’unico punto negativo è l’estrema onerosità di calcolo che porta ad un eccessivo rallentamento del software e delle fasi di progettazione. Con il FSE l’oggetto della tutela per la prevenzione incendi può non essere soltanto l’utente ma anche il monumento architettonico, valutando anche l’efficacia reale delle protezioni messe in atto.
Quali sono le maggiori criticità?
I primi problemi si riscontrano subito nelle fasi di gestione del cantiere di restauro architettonico. Spesso nei monumenti ci si imbatte in materiali rischiosi, come il legno stagionato lungamente, che, nonostante l’umidità che può aver assorbito, la presenza di imperfezioni o insetti xilofagi ne diminuisce fortemente la resistenza al fuoco. Per questo si preferisce utilizzare metodi tradizionali e impianti elettrici di piccole dimensioni. Proprio l’incendio di Notre-Dame è stato causato da un difetto dell’impianto di cantiere.
Un altro problema è la manutenzione costante, costosa ed accurata che necessitano i monumenti. I prodotti che si usano per proteggere le superfici architettoniche possono garantire una sufficiente resistenza al fuoco, creando un film protettivo. Ma la stesura va eseguita secondo una determinata cadenza temporale poiché, ad esempio le tinte, perdono le loro caratteristiche termiche.
Ecco delineate, in linea generale, le problematiche e le cause degli incendi che solitamente si verificano nei monumenti, come quello del castello di Okinawa. La prevenzione esige conoscenza, cultura e soprattutto tanta organizzazione da parte dei tecnici e degli utenti dell’edificio.