Gli ingegneri reggono alla pandemia, i liberi professionisti no
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha organizzato il webinar dal titolo “Allargare il mercato del lavoro. Rafforzare i percorsi professionali. Politiche, strumenti e buone pratiche a confronto“. Nel corso dell’evento Fondazione Cni e Anpal Servizi hanno presentato i dati sulla situazione dell’occupazione in Italia, elaborati in base alle rilevazioni Istat. Una rilevanza importante è stata data all’occupazione degli ingegneri durante questo periodo di pandemia. Una situazione dolceamara, con ingegneri e liberi professionisti che vivono al momento situazioni differenti.
I dati sugli ingegneri in tempo di pandemia
I dati mettono a confronto il primo semestre del 2020 con quello del 2019 e mostrano come la professione dell’ingegnere sia quella che meglio ha risposto alla situazione pandemica oggi in atto. Sono infatti 574.748 gli ingegneri occupati, contro i precedenti 541.183. Gli ingegneri in cerca di lavoro scendono così da 22.099 a 12.833, mentre gli inattivi si attestano su valori stabili, da 166.226 a 165.458. Si rileva così che il tasso di occupazione degli ingegneri cresce, passando dal 74,2 al 76,3%. Un’ottima notizia per il settore aziendale e per tutte le persone oggi in cerca di un’occupazione in questo ambito. Gli ingegneri dipendenti sono aumentati da 422.877 a 462.973.
La situazione dei liberi professionisti non è però così confortante. Gli ingegneri liberi professionisti in tempo di pandemia sono calati dai 118.305 del primo semestre 2019 ai 111.776 del primo semestre di quest’anno. Con le assunzioni in calo da 200.657 a 154.445 unità. Ma non c’è da guardare al futuro prossimo con pessimismo. Questi dati infatti sono parziali e non tengono ancora conto della grande spinta lavorativa che il SuperBonus del 110% ha dato all’edilizia e ai liberi professionisti. Secondo i dati della Unioncamere-InfoCamere sulla dinamica delle imprese italiane, tra luglio e settembre 2020 sono nate 4.971 nuove imprese edili. In aumento di 24mila unità rispetto al trimestre precedente.
Gli interventi sugli edifici, dovuti in gran parte agli incentivi, sono aumentali dello 0,6% rispetto allo scorso trimestre. Il doppio rispetto allo stesso periodo del 2019. Non c’è quindi da guardare con negatività ai prossimi mesi, anche se nella situazione pandemica le partite IVA sono quelle più svantaggiate. I cambiamenti sono all’ordine del giorno, ma il settore regge e migliora e non può che essere una buona notizia, dopo anni di difficoltà.
L’occupazione generale
Il buono stato di salute del settore dell’edilizia e delle costruzioni viene confermato se confrontati con i dati di occupazione generali. Rispetto al 2019, infatti, in Italia si registrano 387.000 occupati in meno, di cui circa 281.000 dipendenti e 107.000 lavoratori autonomi. Una situazione che interessa uomini e donne e tutte le classi di età, tranne una. Gli over 50, infatti, fanno registrare un incremento di occupati di 194.000 unità. Una realtà che, purtroppo, va di pari passi con la disoccupazione giovanile, che a giugno raggiungeva il 27,6%.
Le dichiarazioni del CNI
Queste le parole di Armando Zambrano, Presidente CNI: “Il Covid non ha causato solo una grave crisi sanitaria, ma anche economica e organizzativa. In particolare, grazie all’uso dello smart working, ci ha spinto ad un recupero dei territori che andavano spopolandosi. Questi sono temi nei quali gli ingegneri hanno alte competenze e quindi possono giocare un ruolo decisivo“.
Massimiliano Pittau, Direttore della Fondazione CNI, ha invece sottolineato il cambiamento del salario degli ingegneri. A causa dall’abolizione delle tariffe, le retribuzioni medie degli ingegneri sono diminuite. In Italia, secondo i dati elaborati da Wageindicator, lo stipendio medio di un ingegnere civile è di 37.650 euro (lordi) all’anno, meno di 2.000 euro (netti) al mese. Con un salario minimo annuale che però può arrivare fino a 23.000 euro (lordi). Una situazione però tipicamente italiana, dato che dalle altre parti del mondo l’ingegnere civile è una delle professioni più remunerative.