Architettura

L’Italia e i suoi palazzi, tra arte e ingegneria

Se l’Italia è una fra le prime mete turistiche del mondo intero buona parte del merito spetta al suo patrimonio artistico. Nonostante il turismo estivo rappresenti da sempre un’importante risorsa negli introiti turistici, è il turismo culturale a prendersi la scena: secondo alcune stime i suoi ricavi potrebbero toccare quota 12 miliardi entro il 2028, ed eventi come l’annuale Capitale della Cultura, quest’anno in condivisione tra Bergamo e Brescia, contribuiscono ad attirare numerosissime presenze turistiche. Il tutto va a inserirsi in un contesto di enorme ricchezza culturale a tutto campo: dai musei alle pinacoteche, arrivando alle aree archeologiche e ai monumenti. Tra questi ultimi vanno senz’altro inseriti anche molti palazzi italiani: che siano nati con il preciso intento di stupire o che lo siano diventati in seguito, sono numerosi gli edifici che rappresentano di per sé stessi un’importante meta turistica, ponendosi a metà strada tra opere ingegneristiche e opere d’arte.

Il Palazzo dei Normanni a Palermo

Impossibile non pensare al Palazzo dei Normanni, uno fra gli edifici più noti, nonché visitati, di Palermo. Storica residenza reale, rappresenta una vera e propria stratigrafia ingegneristica: il palazzo infatti ha sempre assolto al compito di centro del potere, esercitato dagli esponenti di tutte le potenze che si sono succedute nel dominio dell’isola. Le fondamenta del palazzo comprendono strutture databili alla dominazione fenicio – punica, alle quali sono seguite opere edili greche, romane e soprattutto bizantine: con la conquista bizantina della Sicilia, a seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, il palazzo divenne sede del prefetto, e venne abbellito di conseguenza. La conquista dell’isola da parte degli arabi, avvenuta intorno al IX secolo, determinò la riconversione del palazzo a residenza reale, ruolo nel quale subentrarono i normanni a partire dal XI secolo: questi sono ancora oggi associati al nome del palazzo grazie all’espansione della struttura da loro operata, che ha fatto di Palermo il centro della cultura europea per i due secoli successivi. Le dominazioni succedutesi, dagli svevi agli angioini, dagli aragonesi agli spagnoli arrivando fino ai Savoia e ai Borbone, continuarono a utilizzare il palazzo come centro del potere: ruolo che non è ancora cessato, in quanto oggi ospita l’Assemblea Regionale Siciliana.

I palazzi veneziani

Fra le opere ingegneristiche più affascinanti non si può non pensare ai palazzi veneziani, con la loro particolarità di sorgere dalle acque. Le ricche dinastie cittadine, durante il periodo di splendore della Repubblica di Venezia, poterono contare su conoscenze ingegneristiche capaci di edificare palazzi sontuosi su solide fondamenta, pur in un ambiente così complicato per l’umidità lagunare. Fin dai tempi antichi, infatti, le maestranze veneziane sfruttarono la conoscenza del sottosuolo della laguna: questo, dopo uno strato iniziale morbido di una decina di metri, viene sostituito da uno molto più solido. Per costruire gli edifici impararono dunque a piantare lunghi tronchi che attraversassero lo strato più superficiale, ideale per contrastare il decadimento del legno perché povero di ossigeno, e poggiassero su quello sottostante creando una piattaforma atta a sostenere l’edificio di futura costruzione. È questo uno dei motivi per i quali i palazzi veneziani presentano facciate sui canali ricche di aperture e finestre: questo alleggerisce il lato della costruzione posto più in prossimità del bordo delle fondamenta, oltre a offrire una facciata splendidamente decorata visibile dalla via d’acqua. È il caso di Ca’ Vendramin Calergi: costruito dalla ricca famiglia Loredan sulla fine del ‘400, la sua facciata sul Canal Grande è uno storico esempio di funzionalità e bellezza. A partire dagli anni ’50 il palazzo è diventato la sede cittadina del casinò comunale: la ricchezza dell’offerta dei casino online, attualmente imbattibile, non toglie nulla al colpo d’occhio di un casinò la cui facciata si protende sul Canal Grande, accogliendo da ormai settant’anni gli avventori che vi possono giungere in gondola.

Palazzo Viceregio a Cagliari

Chiunque passi per Cagliari, poi, non può che rimanere incuriosito dal Palazzo Viceregio, la cui facciata posteriore incombe a picco sulla sottostante strada. Non si tratta, come per altre strutture vicine, di cedimenti o distruzioni degli anni ’40: il palazzo, come l’affiancata cattedrale, è nato così. Si tratta infatti dello storico palazzo del potere del capoluogo sardo: il colle su cui nel XIV secolo è sorto il nucleo fortificato della Cagliari pisana è stato urbanizzato sfruttandone tutta l’estensione, e gli edifici più esterni come il palazzo arrivavano ai margini del colle. Il palazzo ha dato alloggio a tutti i poteri successivi: è stato sede viceregia della monarchia aragonese, spagnola e sabauda, diventando palazzo reale nel periodo in cui i Savoia dovettero fuggire dalla Torino occupata dalle truppe napoleoniche, agli inizi dell’800. Proprio durante il periodo sabaudo Palazzo Viceregio vide le più importanti ristrutturazioni e abbellimenti, come d’uso per la residenza ufficiale della monarchia: ancora oggi il palazzo assolve alla sua funzione di centro del potere, ospitando la sede della Città Metropolitana.

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Redazione