Lavorare in un ufficio confortevole, capace di garantire maggior benessere e minor stress psico-fisico è la chiave per gli ambienti lavorativi del futuro. Parecchi studi hanno dimostrato che per avere una maggiore produttività non bisogna spremere o stressare troppo il lavoratore ma al contrario, garantirgli maggiore comfort ed un ambiente in grado di calmierare i livelli di stress, ansie e preoccupazioni legate al lavoro oppure non strettamente connesse.
A Milano entro il 2024, precisamente nell’ex area Rizzoli cioè zona Parco Lambro sorgerà un ufficio biofilico. L’ufficio “Welcome, feeling at work”, ufficio biofilico, è ideato da Europa Risorse sgr: una società di gestione del risparmio italiana con esperienza nello sviluppo immobiliare, nel mercato è riconosciuta ed affidabile. I finanziamenti sono invece elargiti da un fondo gestito da Pinebridge Benson Elliot: specialista di private equity immobiliare (operazione finanziaria finalizzata ad apportare capitale di rischio in una società). I progettisti sono un gruppo esperto con a capo Kengo Kuma e Associates, KKA, sono i firmatari del progetto; verranno affiancati da una squadra italiana che vede partecipanti, tra gli altri, Studio Pession; AKT II; Montiglio Engineering; Manens Tifs e Onleco. Insomma un bel po’ di menti ed esperienza utile alla causa.
Sulla riserva dell’accurata e minuziosa ricerca Nomisma intitolata “Osservatorio sui nuovi luoghi di lavoro” i progettisti non deluderanno le aspettative, anzi hanno promesso un progetto innovativo e con grandi responsabilità. Non a caso la scelta dei progettisti è stata molto accurata; infatti secondo il presidente di Europa Risorse, Antonio Napoleone, Kengo Kuma e Yuki Ikeguchi (KKAA) e il botanico Stefano Mancuso sono la risposta concreta alle richieste dei lavoratori milanesi intervistati di cui la ricerca ha tenuto conto.
Come suggerisce la parola biofilia “amore per la Vita” è un concetto che si traspone perfettamente in questo caso nell’architettura. Possiamo anche citare il biologo statunitense Edward O. Wilson che diceva: “Una innata empatia nei confronti della natura vive in ogni essere umano”. Progettare un luogo in cui l’uomo si sente parte integrante con la natura accresce di gran lunga il suo benessere fisico e mentale; favorisce una migliore confidenza con i colleghi e porta ad una interazione lavorativa che favorisce la condivisione di quelle che possono essere le problematiche comuni ma anche i successi ed i traguardi ottenuti.
Secondo lo studio effettuato circa l’88% degli intervistati ha dichiarato che: i datori di lavoro e le istituzioni tutte devono garantire uno standard minimo di benessere psico-fisico della persona nell’ambiente di vita quotidiano e soprattutto in quello lavorativo. In fase di progettazione bisogna tener in conto alcuni parametri dell’edificio; ad esempio l’organizzazione della luce, del verde e degli spazi, non ultima la collocazione all’interno della città. Non da meno gli aspetti meno che impattano sulla crescita professionale della persona e sull’organizzazione del suo lavoro in azienda.
Kengo Kuma, ribadisce un concetto tanto rivoluzionario quanto importante, alla fine di una conferenza stampa in cui ha presentato i suoi progetti più recenti; lo Stadio Nazionale del Giappone a Tokyo o il Prostyle Sapporo Miyanomori.
“Sino ad oggi, la direzione intrapresa dall’architettura è stata quella di rescindere il rapporto tra uomo e natura. In futuro, il ruolo delle costruzioni sarà quello di connettere i due mondi”.
Ufficio, auditorium, spazi di coworking, hall riservate agli incontri di lavoro; non solo ma ci sono anche ristoranti e lounge, negozi, un supermercato, un’area wellness, luoghi per eventi temporanei e mostre. Esiste un dualismo intrinseco al progetto; un dentro ed un fuori, pubblico e privato, lavoro e tempo libero. Tutto il progetto è legato e collegato da un filo verde immaginario. Anche la piazza ha lo stesso modus, ricca di vegetazione e circondata da morbide colline. Le corti open air, destinate al lavoro informale e agli incontri. Le terrazze che arricchiscono gli spazi sono state pensate come se fossero delle estensioni degli spazi esterni, delle ampie visuali continue. La presenza di orti, giardini fioriti, camminamenti rende ancora più empatici i luoghi. Le serre diventano luoghi speciali di lavoro ma anche di intrattenimento e svago.
Yuki Ikeguchi, partner di Kengo Kuma and Associates e progettista responsabile di Welcome replica sul progetto:
“L’architettura biofilica del progetto Welcome è progettata con elementi organici e spazi che sono il più vicino possibile a un ambiente naturale. L’ottica è quella di favorire una vita lavorativa urbana creativa e lungimirante”.
Questo progetto ha l’ambizione di non essere una cattedrale nel deserto, questa espressione effettivamente brutta ma che rende l’idea di inutilità e di non comunicazione con il contesto in cui si trova. Al contrario è un’opera che si propone di essere un connettivo tra tutte le aree adiacenti nella famosa e già pluri ribadita area ex Rizzoli. Essendo anche una zona periferica e meno “urbanizzata” si intesta anche come rigenerativa. 50 mila e passa metri quadrati, sei corpi di fabbrica che con giochi di posizionamento formano una specie di anfiteatri naturali verso il parco. I materiali principali utilizzati collaborano tra di loro generando un perfetto mix sinergico. Il calcestruzzo per le fondazioni e il piano interrato, invece per il costruito fuori terra viene utilizzato acciaio e legno.
La promessa fatta dai progettisti delle Zero emissioni di CO2; l’utilizzo di energie rinnovabili; pieno controllo dei consumi; grande ed importante recupero dell’acqua; circolarità nei materiali da costruzione; nessun combustibile fossile. Protagonisti indiscussi sono il verde e specie endemiche come parte integrante del progetto architettonico. Il progetto Welcome ha l’obiettivo di ottenere la certificazione Leed Platinum e quella Well Platinum per la salute e il benessere delle persone; fondamentale l’integrazione alla scala umana e sensoriale che sono gli elementi imprescindibili a far si che si ottengano i numeri del risparmio promessi. Secondo le stime di previsione si risparmierebbero quasi 2 milioni e mezzo di euro all’anno su 10.000 mq e di 14 euro al mq all’anno in termini di consumo di energia elettrica.
Il concetto di biofilia racchiude a 360 gradi l’idea di benessere natura-uomo.
Welcome è un’opera che in larga scala utilizza la Fabbrica dell’Aria di PNAT ( project nature) un team multidisciplinare di architetti e scienziati vegetali tra cui il neurobiologo Stefano Mancuso, per purificare l’aria al suo interno. È il primo edificio al mondo che utilizza pienamente la fabbrica dell’Aria. In realtà questo metodo è già stato soltanto sperimentato alla Manifattura Tabacchi di Firenze e negli uffici di Lombardini 22.
Stefano Mancuso dichiara:
“Dobbiamo pensare a una città compatibile con l’ambiente. La mia opinione è che grandi risultati possano essere raggiunti semplicemente utilizzando e introducendo le piante nei luoghi della vita urbana. La mia idea di città del futuro è questa: una città in cui qualunque superficie sia coperta di piante”.