La chiamano energia pulita e non lo è | La corsa alle rinnovabili è sfrenata e senza guide: ora l’eolico fa davvero paura
La chiamano soluzione verde, ma non è così. La spinta verso l’elettrico cresce senza controllo e non va bene.
L’inquinamento atmosferico è una delle principali sfide globali del nostro tempo. Ogni anno, milioni di tonnellate di gas nocivi e particolato vengono rilasciati nell’aria, compromettendo la qualità della vita e la salute pubblica. Le principali fonti di inquinamento derivano da attività industriali, trasporti e produzione energetica, che utilizzano principalmente combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale.
Le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra contribuiscono in modo significativo al riscaldamento globale, un fenomeno che ha portato a un aumento delle temperature medie globali e a cambiamenti climatici estremi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha più volte sottolineato che l’inquinamento atmosferico è responsabile di milioni di morti premature ogni anno, rendendolo uno dei principali fattori di rischio ambientale per la salute umana.
Oltre ai gas serra, l’inquinamento atmosferico è aggravato dalla presenza di particolato fine (PM2.5 e PM10), che può penetrare profondamente nei polmoni e nel sistema circolatorio, causando malattie respiratorie e cardiovascolari. In molte città del mondo, i livelli di particolato superano regolarmente le soglie di sicurezza stabilite dalle agenzie sanitarie, costringendo le autorità a imporre misure di contenimento come la limitazione del traffico o la chiusura temporanea delle industrie.
Le fonti rinnovabili come l’energia eolica e solare sono state promosse come alternative sostenibili ai combustibili fossili, nel tentativo di ridurre l’inquinamento atmosferico e mitigare i cambiamenti climatici. Tuttavia, l’impatto ambientale di queste tecnologie, in particolare dell’energia eolica, è spesso sottovalutato o trascurato.
Le pale eoliche: ecco cosa nascondono
Le pale eoliche, spesso considerate simboli di energia pulita, nascondono una realtà ben diversa. Ognuna di queste turbine richiede un’enorme quantità di materiali per essere costruita: tonnellate di cemento, acciaio, fibra di vetro, rame e terre rare come neodimio e disprosio. La produzione e il trasporto di questi materiali generano elevate emissioni di CO2 e altri inquinanti. Inoltre, la loro installazione comporta un impatto significativo sul paesaggio naturale, con vaste superfici di terreno che devono essere liberate e cementificate per ospitare queste strutture imponenti.
Le pale eoliche, oltre all’impatto produttivo, presentano anche il problema dello smaltimento. Le pale, realizzate principalmente in fibra di vetro, sono difficili da riciclare e spesso finiscono nelle discariche una volta esaurita la loro vita utile, che si aggira intorno ai 20-25 anni. Questo rappresenta un ulteriore contributo all’inquinamento, rendendo il ciclo di vita di queste turbine meno sostenibile di quanto si pensi.
Il costo ambientale dell’energia eolica
Le turbine eoliche non solo richiedono risorse materiali impressionanti, ma la loro durata di vita è relativamente breve, in media tra i 15 e i 20 anni. Ciò significa che devono essere sostituite o rinnovate regolarmente, generando ulteriori emissioni e rifiuti. Inoltre, durante il loro funzionamento, le turbine possono avere effetti negativi sulla fauna locale, in particolare sugli uccelli migratori e i pipistrelli, che spesso finiscono uccisi dalle pale in movimento. Questi fattori mettono in discussione la sostenibilità a lungo termine dell’energia eolica come soluzione “pulita”.
Oltre agli impatti diretti sulla fauna, si sollevano preoccupazioni anche per l’inquinamento acustico causato dalle turbine, specialmente nelle aree rurali o vicino a comunità. Le vibrazioni e il rumore costante emessi dalle pale possono alterare la qualità della vita degli abitanti locali, oltre a disturbare la fauna. Inoltre, la manutenzione regolare e le sostituzioni delle turbine richiedono ulteriore impiego di risorse, rendendo il bilancio ambientale di questa tecnologia meno favorevole di quanto possa sembrare inizialmente.