Le città italiane procedono verso una transizione ecologica, ma il ritmo del cambiamento è ancora troppo lento e disomogeneo, come evidenzia il Rapporto Ecosistema Urbano 2024, redatto da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il rapporto analizza le performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia e rivela una netta divisione tra le città del Nord e quelle del Centro-Sud. Il documento mette in luce un’Italia spaccata, dove le grandi città, nonostante gli sforzi, faticano a risalire in classifica. Milano, la capitale economica del Paese, si posiziona solo al 56° posto, mentre Roma, pur migliorando dalla 89° alla 65° posizione, è ancora lontana dalle città più virtuose. Al Sud, la situazione appare ancora più critica, con metropoli come Napoli, che scende addirittura al 103° posto. I problemi sarebbero smog, inefficienze energetiche, consumo di suolo e mobilità insostenibile, cui si aggiunge il fenomeno dell’overtourism.
Per stilare la classifica delle città più sostenibili del 2024, il rapporto ha analizzato sei aree tematiche: qualità dell’aria, gestione delle acque, gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, ambiente urbano ed energia. Rispetto agli anni precedenti, è stato introdotto un nuovo parametro: la variazione nell’uso del suolo, che premia i capoluoghi impegnati nel limitare il consumo di terreni liberi. La qualità dell’aria indica i livelli di inquinamento atmosferico con effetti sulla salute pubblica e sull’ecosistema urbano. Una città efficiente investe in infrastrutture idriche che riducono le perdite d’acqua, migliorano il trattamento delle acque reflue e preservano le risorse idriche. Così anche la qualità dell’acqua è un fattore che viene preso in considerazione. La gestione dei rifiuti con la raccolta differenziata e il riciclo riducono impatto ambientale della città, con meno discariche e puiù materiali preziosi da recuperare. La mobilità sostenibile riduce le emissioni di CO₂ e migliora la qualità della vita, favorisce l’uso di mezzi di trasporto ecologici, come le biciclette o il trasporto pubblico. Una rete ciclabile estesa e mezzi pubblici accessibili incentivano gli abitanti a spostarsi in modo sostenibile. L‘ambiente urbano con spazi verdi, parchi e infrastrutture pubbliche, migliora la qualità dell’aria e riduce le isole di calore. L’uso efficiente dell’energia e l’integrazione di fonti rinnovabili riducono l’impronta di carbonio della città. La variazione nell’uso del suolo, è rilevante per limitare il consumo di suolo: città che contengono l’urbanizzazione proteggono spazi naturali. L’overtourism si manifesta con la congestione di aree urbane, una forte pressione sulle infrastrutture locali e l’aumento dell’inquinamento, dell’erosione e della produzione di rifiuti. Questo porta a una saturazione degli spazi pubblici, rendendo difficile la mobilità dei cittadini e la conservazione del patrimonio artistico e culturale. Gli effetti negativi si estendono anche al costo della vita, poiché la crescente domanda turistica può influire sui prezzi degli affitti e delle attività commerciali. Chi ha vinto queste sfide secondo il Rapporto?
Trento, che fino allo scorso anno era al vertice, scende al secondo posto, continuando comunque a distinguersi per la gestione dei servizi pubblici e l’attenzione all’ambiente. Anche Pordenone, Forlì, Treviso, Mantova, Bologna, Bolzano e Cremona trovano spazio tra le prime dieci, mentre al Sud si distingue Cosenza, al 13° posto, unico capoluogo meridionale ad avvicinarsi alla vetta. È Reggio Emilia a conquistare il primo posto nel 2024, eccellendo nella raccolta differenziata e nella rete ciclabile, ora la più estesa d’Italia.