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Un antico mappamondo (Pixabay)

Un antico mappamondo (Pixabay FOTO) - www.buildingcue.it

Scopri la straordinaria storia delle mappe, dall’antichità a oggi, e come la cartografia si è evoluta nel corso dei millenni.

La storia delle mappe risale a millenni fa, quando gli antichi popoli iniziarono a rappresentare il loro ambiente attraverso segni e simboli. Le prime mappe conosciute sono state create dagli Assiri e dai Babilonesi circa 5.000 anni fa, utilizzando materiali come l’argilla e la pietra. Queste mappe rudimentali erano più rappresentazioni simboliche del territorio piuttosto che carte geografiche nel senso moderno del termine.

Con l’avvento della civiltà greca, la cartografia conobbe un significativo progresso. I greci, tra cui figure come Anassimandro e Tolomeo, iniziarono a sviluppare teorie geografiche più sistematiche, integrando osservazioni astronomiche e matematiche. Tolomeo, nel suo lavoro “Geographia”, introdusse un sistema di coordinate che sarebbe rimasto influente per secoli.

Durante il Medioevo, la cartografia subì un rallentamento in Europa, ma i geografi arabi come al-Idrisi continuarono a fare progressi significativi. Al-Idrisi creò una mappa dettagliata del mondo nel 1154, che integrava conoscenze provenienti da diverse culture. Le mappe medievali erano spesso decorate e riflettevano più credenze religiose e simboliche che dati geografici precisi.

Il Rinascimento segnò un’altra epoca d’oro per la cartografia. Con la scoperta delle Americhe e l’espansione delle esplorazioni marittime, i cartografi europei iniziarono a produrre mappe sempre più accurate. Figure come Gerardus Mercator svilupparono proiezioni che consentivano di navigare più facilmente.

Con l’industrializzazione e lo sviluppo della tecnologia, la cartografia si evolse ulteriormente nel XIX e XX secolo. L’introduzione di strumenti come il teodolite e, successivamente, la fotografia aerea e la tecnologia satellitare ha rivoluzionato il modo in cui creiamo e interpretiamo le mappe. Oggi, i GIS (Sistemi Informativi Geografici) e la mappatura digitale hanno aperto nuove frontiere, permettendo rappresentazioni interattive e in tempo reale.

La più antica mappa al mondo

Il mistero che circondava un tavoletta di 3.000 anni, considerato la mappa più antica del mondo, è stato finalmente risolto. Questa antica tavoletta di argilla, scoperta nel 1882, ha rivelato dettagli affascinanti sulle credenze dei Babilonesi riguardo al mondo conosciuto del loro tempo. Conosciuta come Imago Mundi, la mappa offre una vista aerea della Mesopotamia, risalente al VI secolo a.C., e ha intrigato i ricercatori per secoli.

La tavoletta, acquistato dal British Museum, è un esempio di scrittura cuneiforme e ha recentemente ricevuto attenzione dopo che gli esperti sono riusciti a decifrarne parti precedentemente mancanti. La tavoletta contiene descrizioni dettagliate della creazione della Terra e delle convinzioni babilonesi su ciò che si trovava al di là del loro territorio.

In un video rilasciato dal British Museum, il dottor Irving Finkel, esperto di cuneiforme, sottolinea l’importanza di questa mappa. Infatti, è racchiuso in questo diagramma circolare l’intero mondo conosciuto in cui le persone vivevano, e morivano. 

L'antica tavoletta babilonese (British Museum)
L’antica tavoletta babilonese (British Museum FOTO) – www.buildingcue.it

La geografia mitologica dei babilonesi

La mappa evidenzia la Mesopotamia antica (l’attuale Iraq), circondata da un doppio anello conosciuto come il “Fiume Amaro”, che segnava i confini del mondo conosciuto. Finkel spiega che questo è un anello d’acqua molto importante perché rappresentava, per i Babilonesi, l’idea dei limiti del mondo in cui vivevano nel VI secolo. Inoltre, la mappa mostra il fiume Eufrate che attraversa la Mesopotamia, suggerendo che i Babilonesi considerassero questa area come il centro del loro universo.

Non si tratta solo di geografia: la tavoletta conferma anche le credenze religiose babilonesi, inclusa la venerazione del dio della creazione Marduk, e la presenza di creature mitologiche come “l’uomo-scorpione” e “l’uccello-leone” chiamato Anzu. Gli antichi Babilonesi avevano una loro versione della storia di Noè, nota come Utnapishtim, evidenziando le similitudini tra le tradizioni culturali di diverse civiltà.

Oltre alla mappa, gli studiosi hanno recentemente decifrato un altro mistero babilonese: la tavoletta contenente un codice riguardante le eclissi lunari. Le nuove scoperte rivelano che i Babilonesi interpretavano le eclissi come segni ominosi di morte e distruzione, mostrando il loro profondo legame con l’astronomia e l’interpretazione dei fenomeni naturali.

La Babilonia, una delle civiltà più importanti della Mesopotamia, si trovava nella regione centrale (l’odierno Iraq e parti della Siria e dell’Iran). Era frequentemente in conflitto con l’Assiria a nord e raggiunse l’apice della sua potenza sotto il regno di Hammurabi, dal 1792 al 1750 a.C. Tuttavia, dopo la morte di Hammurabi, l’impero babilonese iniziò a disgregarsi, trasformandosi in un piccolo regno attorno alla città di Babilonia, che ospitava anche una delle sette meraviglie del mondo antico, i Giardini Pensili di Babilonia.

Queste scoperte non solo illuminano il passato dei Babilonesi, ma offrono anche uno spaccato delle loro credenze e della loro cultura, che mescolavano scienza, mitologia e religione in un tessuto complesso e affascinante.