“Diamoci una scossa” è lo slogan della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica lanciato per cercare di non limitarsi alla sola informazione dei cittadini, ma di avviare un programma di maggior coinvolgimento per migliorare la sicurezza delle abitazioni. L’evento permette di mettere a disposizione dei cittadini le conoscenze dei professionisti del settore in tema di riduzione degli effetti dovuti alle imprevedibili onde sismiche. Quest’occasione è sicuramente un’opportunità anche per comprendere il perché la prevenzione non può continuare ad essere trascurata e quali interventi vanno fatti dai professionisti negli edifici.
A fine settembre 2019 il Gip del tribunale di Modena ha archiviato un’indagine relativa alle morti dei lavoratori nei crolli delle aziende della Bassa modenese causati dal terremoto emiliano del 2012. La sentenza fa discutere in quanto il giudice ritiene impossibile dimostrare che l’applicazione della normativa antisismica nelle strutture può salvare la vita dei singoli lavoratori nelle aziende. Ma al di là del singolo procedimento giudiziario, che si aggrappa ai ritardi nell’adeguamento della normativa edilizia, è davvero superflua l’antisismica? Secondo il Gip del caso in questione ”si dovrebbe accertare il nesso causale nel reato omissivo colposo, dunque la prova che la condotta alternativa lecita avrebbe evitato, con elevata probabilità, l’evento mortale del singolo lavoratore”. Ingegneri e architetti però, supportati da geologi ed esperti del settore si impegnano ormai da anni ad evitare che ciò accada e anche nell’ambito della ricerca sono stati fatti notevoli passi avanti. Pertanto, gli interventi di prevenzione sismica, in molti casi, salvano vite.
L’Italia è un Paese tanto straordinario quanto “fragile”, ovvero ad alto rischio sismico. L’evento tellurico è naturale ed imprevedibile ma gli effetti sugli edifici e sulle persone possono e devono essere ridotti drasticamente intervenendo sulle strutture. Ingegneri ed Architetti esperti in materia, coordinati dagli ordini territoriali, scendono in piazza per incontrare i cittadini e spiegare in modo semplice e chiaro cos’è il rischio sismico, quali sono le variabili che possono incidere sulla sicurezza di un edificio e le agevolazioni finanziarie disponibili. Verranno esposti interventi già realizzati sul territorio nazionale per far comprendere le tecniche e i metodi adottati. Per tutto il mese successivo inoltre, i professionisti si impegneranno a svolgere visite tecniche informative presso le abitazioni dei richiedenti per una valutazione sommaria dello stato di sicurezza degli edifici. (Diamoci una Scossa!)
Mettere in sicurezza gli edifici dal rischio sismico oggi è possibile, salvando vite umane ed evitando danni alle strutture. Individuati i problemi possono essere impiegate diverse soluzioni più o meno invasive. Si va dall’inserimento di catene per consolidare edifici in muratura, agli interventi di stabilizzazione della muratura con iniezioni di miscele specifiche per introdurre fibre innovative di consolidamento delle volte. Solai e tetti possono essere alleggeriti seguendo tecniche moderne che si adattano bene al recupero del patrimonio storico, in ogni caso è bene irrigidire il telaio strutturale. Altri casi più invasivi sono, ad esempio, relativi al consolidamento di fondazione, che vede l’introduzione di pali o di dissuasori sismici che consentono di attenuare le oscillazioni dell’edificio durante eventi tellurici. Possono essere migliorate pure le proprietà meccaniche della muratura, con l’inserimento di intonaci armati, stilatura di giunti di malta con miscele a base di calce per aumentare la resistenza o infine, con l’introduzione di barre in acciaio o in fibra di collegamento tra i diversi strati della muratura.