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Lavori ed imprese | La Legge parla chiaro, senza questa certificazione non si va da nessuna parte: sanzioni per committenti ed esecutori

Persone durante una riunione (Pixabay)

Persone durante una riunione (Pixabay FOTO) - www.buildingcue.it

Sanzioni nel settore dei lavori e delle imprese: un sistema di controllo necessario. E’ necessaria una certificazione.

Nel mondo dei lavori e delle imprese, le sanzioni rappresentano uno strumento fondamentale per garantire il rispetto delle normative vigenti. Queste possono riguardare vari aspetti, dalla sicurezza sul lavoro alla regolarità dei contratti, fino alla conformità delle certificazioni richieste. 

Le conseguenze delle violazioni possono essere severe e includono sanzioni pecuniarie e, in alcuni casi, la sospensione dell’attività lavorativa. Ad esempio, un’impresa che non dispone delle certificazioni necessarie può trovarsi costretta a fermare i propri cantieri fino a quando non risolve le irregolarità.

Oltre alle sanzioni economiche, le violazioni possono comportare anche conseguenze penali per i soggetti coinvolti. Chi è responsabile della gestione di un cantiere, per esempio, può essere ritenuto penalmente responsabile in caso di incidenti dovuti a negligenza nella sicurezza.

Le sanzioni non colpiscono solo le imprese, ma anche i committenti, che possono essere ritenuti corresponsabili in caso di irregolarità nei lavori affidati.

La certificazione per le imprese appaltatrici

Per le imprese che operano nel settore degli appalti, la certificazione prevista dall’articolo 17-bis del D.Lgs. n. 241/1997 è un requisito fondamentale. Questa norma stabilisce gli obblighi che committenti, appaltatori e subappaltatori devono rispettare nelle gare d’appalto. In alternativa a questi adempimenti, le imprese possono dimostrare di possedere i requisiti richiesti tramite un’apposita certificazione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate. Questa procedura consente una gestione più snella delle pratiche, garantendo al contempo la trasparenza necessaria nel settore.

Richiedere il certificato è relativamente semplice e può avvenire attraverso diverse modalità. Innanzitutto, l’impresa deve presentare un’istanza all’ufficio competente, che dipende dal domicilio fiscale del soggetto d’imposta. È possibile farlo utilizzando il servizio “Consegna documenti e istanze” disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia, oppure attraverso una raccomandata. In alternativa, si può inviare la richiesta via posta elettronica certificata (PEC) o consegnare il modulo direttamente all’ufficio competente. Per le grandi imprese, quelle con un volume d’affari superiore a 100 milioni di euro, la richiesta deve essere inviata esclusivamente alla Direzione regionale competente.

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Impresa agricola (Depositphotos FOTO) – www.buildingcue.it

Tempi di rilascio e validità del certificato

Il certificato di sussistenza dei requisiti è reso disponibile dall’Agenzia delle Entrate a partire dal terzo giorno lavorativo di ogni mese. Questo documento ha una validità di quattro mesi dalla data di rilascio; trascorso questo periodo, l’impresa deve richiedere un nuovo certificato per dimostrare di continuare a soddisfare i requisiti richiesti. È importante sottolineare che sia l’istanza che il certificato sono esenti da imposta di bollo e tributi speciali, rendendo la procedura economicamente vantaggiosa per le imprese.

Infine, la verifica della sussistenza dei requisiti e lo schema del certificato sono stati approvati con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 6 febbraio 2020. Questo approccio mira a standardizzare e semplificare il processo, garantendo che le imprese possano accedere rapidamente alle informazioni necessarie per partecipare a gare d’appalto in modo conforme e trasparente. In questo modo, si promuove un ambiente competitivo e sano nel settore degli appalti.