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Le case non si costruiranno più con il cemento | Il nuovo materiale arriva dai disastri: per gli esperti è più “GREEN”

Concetto di disastro

Concetto di disastro (Canva foto) - www.buildingcue.it

Il futuro dell’edilizia abbandona il cemento: arriva un materiale nato dai disastri ambientali, ed è più “green” secondo gli esperti.

Ogni epoca ha il suo materiale simbolo. Dalla pietra delle civiltà antiche al cemento armato dell’era moderna, l’umanità ha sempre cercato nuove soluzioni per costruire in modo più efficiente, sicuro ed economico. Ma il nostro modo di edificare sta mostrando tutti i suoi limiti. Cemento, acciaio e vetro sono risorse costose, impattanti sull’ambiente e, in molti casi, non più sostenibili.

Il cambiamento climatico e il progressivo esaurimento delle materie prime ci impongono di pensare oltre. Serve un modo di costruire più in armonia con l’ambiente, capace di sfruttare materiali alternativi, magari provenienti da scarti o – perché no – da eventi naturali estremi. Per quanto possa sembrare una follia, sono proprio le situazioni più distruttive a ispirare le innovazioni più audaci.

In tutto il mondo, architetti e ricercatori stanno studiando soluzioni che sembrano uscite da un film di fantascienza: case stampate in 3D, mattoni coltivati con batteri, materiali che si rigenerano da soli, oppure che assorbono CO₂. Ma c’è una proposta, in particolare, che ha catturato l’attenzione per la sua audacia e per il modo in cui capovolge completamente il paradigma tradizionale.

E se fosse proprio ciò che oggi distrugge a diventare, domani, ciò che costruisce? Il confine tra catastrofe e creazione potrebbe essere più sottile di quanto immaginiamo.

Un’idea estrema che arriva dal cuore della terra

L’idea è tanto estrema quanto affascinante: usare la lava vulcanica come materiale da costruzione. In Islanda, l’architetta Arnhildur Pálmadóttir ha lanciato il progetto Lavaforming, un concept che prevede di guidare il flusso lavico attraverso canali artificiali per farlo solidificare in forme architettoniche. In pratica, utilizzare un’eruzione per “stampare” intere città.

Questa lava, raffreddandosi, diventa una roccia basaltica estremamente resistente e totalmente naturale. Niente cave, niente trasporti, niente cementifici: solo la potenza della natura incanalata in un processo creativo. Una sola colata potrebbe bastare per costruire le fondamenta di un quartiere in poche settimane. Il tutto con un impatto ambientale quasi nullo.

vulcano
Lava (Pixabay foto) – www.buildingcue.it

Ciò che oggi distrugge, domani potrebbe salvare

L’idea, che sarà presentata alla Biennale di Architettura di Venezia 2025, ha già acceso il dibattito tra esperti e addetti ai lavori. Certo, le criticità non mancano: gestire la temperatura estrema della lava, modellare con precisione le forme durante il raffreddamento, evitare collassi strutturali. Ma se anche solo una parte di questo concept si rivelasse realizzabile, potremmo trovarci davanti a una vera rivoluzione.

L’abbandono del cemento in favore di una risorsa generata dai disastri naturali cambierebbe radicalmente non solo il modo in cui costruiamo, ma anche il significato stesso di “abitare il pianeta”. E chissà: forse, tra qualche decennio, diremo davvero addio al grigio delle città per vivere in case nate dal fuoco della Terra.