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Le keybox non potranno più essere utilizzate: necessario il riconoscimento fisico per gli affitti brevi

Il Viminale rafforza le misure di sicurezza sugli affitti brevi: sarà obbligatorio il riconoscimento personale degli ospiti per i gestori.

La gestione degli affitti brevi è un argomento che al momento si trova sotto i riflettori in Italia. In merito a ciò, ci sono nuove direttive del Ministero dell’Interno.

Queste nascono con l’obiettivo principale di garantire la sicurezza pubblica e regolare meglio il settore. Il Viminale ha sottolineato il fatto che il check-in automatizzato tramite keybox e dispositivi simili non soddisfa i requisiti legali per l’identificazione degli ospiti.

Di conseguenza, si è ritenuto necessario adottare delle misure di sicurezza in grado di ovviare a tale problematica. Ma di cosa si tratta nello specifico?

Queste misure nascono in vista di eventi come il Giubileo e cercano di trovare un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e quelle che riguardano il settore turistiche.

Un nuovo provvedimento prevede l’identificazione obbligatoria

Il Ministero dell’Interno ci ha tenuto a rilasciare una circolare riguardante la gestione degli affitti brevi. Nello specifico, ha chiarito l’obbligo per i gestori presi in considerazione di identificare personalmente gli ospiti. Oltre a ciò devono necessariamente segnalare le loro generalità alle autorità entro 24 ore. Tutto questo perché il Viminale ritiene che la gestione automatizzata del check-in non garantisce un controllo efficace sulla reale identità degli ospiti. In questo senso potevano potenzialmente aumentare i rischi per la sicurezza pubblica. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha sottolineato quanto sia importante che venga effettuato un riconoscimento diretto della persona.

A sostegno di ciò, ha citato alcuni episodi in cui un uso improprio delle keybox ha spianato la strada per infrangere le regole. In particolare, Piantedosi ha parlato di un caso non direttamente collegato all’uso delle keybox, ma comunque rilevante. Per l’appunto si tratta di un affitto a Padova, dove i presunti turisti erano in realtà occupanti abusivi. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa. In particolare, l’ha definita fondamentale per prevenire rischi e garantire un’esperienza turistica sicura. In questa direzione si trova anche Airbnb che ha dichiarato la volontà di collaborare con le città italiane per favorire un servizio regolamentato.

Affitto breve tramite Airbnb (Pixabay FOTO) – www.buildingcue.it

Le reazioni del settore interessato

Queste restrizioni hanno sicuramente portato a delle reazioni da parte dei diretti interessati nel settore turistico. Che cosa ne pensano? L’associazione italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab) ha espresso la propria visione a favore dei controlli contro l’abusivismo. Tuttavia, ha criticato il fatto che non abbiano preso in considerazione le tecnologie avanzate già in uso. Degli esempi sono il riconoscimento biometrico e i codici OTP. Secondo Aigab, queste tecnologie offrono un livello di sicurezza paragonabile a quello degli accessi bancari o dei noleggi auto.

Oltre a ciò, ritiene che l’imposizione dell’identificazione fisica solo agli affitti brevi sia una misura che potrebbe penalizzare la sharing economy in Italia. Anche esponenti politici – come Sara Funaro, delegata Anci per le politiche abitative – hanno accolto positivamente la circolare. In particolare, la vedono come un occhio di riguardo verso la regolamentazione delle locazioni turistiche. Tuttavia, il dibattito rimane ancora aperto in quanto ci sono alcune voci che richiedono maggiore equilibrio tra controllo e innovazione tecnologica. In definitiva, le nuove direttive potrebbero ridefinire le modalità di accoglienza turistica in Italia nel settore degli affitti brevi.

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Martina Serpe