Le prove in ediliza: distruttive e non
A cura di Angelo Boreale
Un’approfondita conoscenza dello stato di fatto dell’opera edilizia, su cui si dovrà intervenire, costituisce la base per ottenere le informazioni necessarie per delineare una programmazione futura corretta ed adeguata. Un ruolo fondamentale è costituito dalla caratterizzazione dei materiali e dallo stato di conservazione dell’opera. A tal fine, sono di rilevante importanza le prove da applicare sull’involucro. Ma come possono essere classificate? E quali sono le loro finalità? Facciamo chiarezza.
Sostanzialmente esse si dividono in due macrogruppi: prove distruttive e prove non distruttive. Le prove distruttive producono una alterazione alla struttura, quindi devono essere accuratamente programmate. Queste sono intese a definire le caratteristiche principali dei materiali (proprietà fisiche, chimiche, meccaniche, etc); si ha una conoscenza diretta dei materiali e delle strutture indagate. Le prove si svolgono con strumentazione quali carotieri o martinetti piatti. Mentre le prove non distruttive comprendono metodi di indagine che non inducono perturbazioni sulla struttura. Rientrano in questa categoria metodi di prova come la termografia, le prove soniche – ultrasoniche e le scansioni radar. La termografia infrarossa è definita come un metodo che permette di ottenere la distribuzione spaziale e l’evoluzione temporale della radiazione infrarossa proveniente dalla scena osservata, nell’intervallo di sensibilità della termo camera: la termocamera rileva le radiazioni nel campo dell’infrarosso emanate dai corpi. L’analisi di immagini termografiche permettere l’individuazione di forme di degrado, ponti termici, presenza di umidità, lesioni strutturali.
Il Georadar è una tecnica non distruttiva, che fornisce informazioni di tipo puntuale. Essa si basa sull’analisi della riflessione di onde elettromagnetiche in un mezzo. Il sistema di acquisizione si compone di un’antenna che viene posta a stretto contatto con la superficie dell’elemento da indagare, e di una unità di controllo che genera l’impulso in ingresso e registra l’eco in uscita. L’analisi dei radargrammi permette in genere di verificare la presenza di vuoti all’interno delle strutture, la localizzazione della tipologia e dimensione materica. Infine a seconda della frequenza del segnale emesso si possono definire prove soniche e ultrasoniche: si sfrutta la capacità e la modalità dei materiali di trasmettere onde sonore. La strumentazione utilizzata è costituita da una centralina di acquisizione e calcolo a cui vengono collegate la sorgente e le sonde riceventi. A seconda della frequenza del segnale, vengono utilizzate al fine di verificare l’integrità dei materiali e calcolare profondità e dimensioni di fessure o cavità presenti all’interno dell’apparecchiatura costruttiva