Le strade più pericolose d’Italia: negli ultimi anni aumentano gli incidenti stradali
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Incidente stradale (Freepik foto) - www.buildingcue.it
L’Italia conferma un trend raccapricciante in termini di incidenti. Ma esistono delle aree e delle specifiche strade che risultano essere più “maledette” di altre
I dati raccolti nel corso delle ultime stagioni da fonti autorevoli quali l’ACI, l’ISTAT e dalle forze dell’ordine italiane ci raccontano una realtà che sfiora la tragicità. Il numero degli incidenti che si verificano sulle strade del nostro Paese non accennano a raggiungere un ribassamento. E con loro aumentano anche i potenziali fattori di rischio.
E’ vero, sono molti i casi in cui la colpa di un sinistro o di un fuoristrada, spesso sfortunatamente tragici, sia da attribuire unicamente alla scarsa prudenza ed attenzione del guidatore. Molto frequentemente i conducenti non si trovano nella condizione di piena responsabilità psicofisica a causa dei fumi dell’alcol, tendenza affiancata ormai dal sempre più diffuso utilizzo di sostanze stupefacenti.
Non parliamo delle distrazioni, a cui anche i più rigorosi ed inflessibili guidatori possono andare incontro. Basta un attimo: fermarsi a guardare il mondo fuori dall’abitacolo, lasciar scappare lo sguardo sul proprio telefonino, mettersi a “giocare” con il display dell’auto per cambiare canzone o stazione radio, per aumentare la temperatura o accendere l’aria condizionata.
A tutto ciò che abbiamo detto possono essere sommati anche i “nuovi” fattori di rischio, ai quali vale la pena prestare particolare prudenza soprattutto se ci si trova a circolare nei centri più densamente popolati dello Stivale. Pensate al recente scoppio del trend dei monopattini elettrici o alle piste ciclabili costruite al fianco di rettilinei percorsi da migliaia, forse milioni, di persone ogni giorno.
Le principali cause e le “zone nere” della Penisola
Prendendo come principale riferimento proprio le percentuali forniteci da ACI e ISTAT, è possibile venire a conoscenza di come il 93% dei gravi incidenti che si verificano su strada sono direttamente imputabili alle distrazioni dei conducenti, che per svariate ragioni non prestano attenzione ai limiti di velocità, agli attraversamenti pedonali, alle precedenze e perfino agli stop. Per cercare di comprendere i motivi alla base, ci si è affidati persino alle neuroscienze, che hanno esposto come il cervello umano si abitui a guidare “automaticamente”, senza più prestare attenzione all’andamento della strada, già dopo i primi 3 anni dalla presa in mano di un volante.
Le infrastrutture a disposizione dei conducenti non aiutano di certo, così come i controlli, sempre meno frequenti. Rifacendoci proprio ai dati ACI-ISTAT, riferenti all’anno 2022, emerge come ben 17,9 miliardi di euro annui, pari allo 0,9% del PIL italiano, rappresentino il costo sociale stimato a seguito della somma degli incidenti con lesioni che si verificano nel corso di un’annata, con esattamente 3159 decessi nel corso dei 12 mesi. E’ stato, inoltre, sottolineato come le aree in cui con maggior frequenza si verificano incidenti mortali siano il Lazio, con Roma e Latina a capeggiare, la Sardegna e la Puglia. Tra le strade più “infernali” vengono identificate la Pontina, che non a caso fa da tramite fra le due città laziali, dove sono avvenuti 210 decessi nel solo 2022, seguita dalle Strade Statali dell’Appennino Abruzzese e dalla Statale Jonica 106 Reggio-Taranto.
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Una gestione “disattenta”?
Come detto, l’attenzione deve rimanere costante soprattutto quando si sta percorrendo una strada sita in un’area urbana densamente popolata, come nel territorio di Roma, Milano, Napoli e Torino, che includono circa un quinto della popolazione nazionale. Pensate che nelle autostrade, che si allungano per 8006 chilometri complessivi, hanno luogo soltanto il 5% dei sinistri totali, nonostante l’alta velocità di marcia possa far pensare ad un rischio maggiore. Ma è opportuno considerare anche il lato opposto della medaglia: a classificarsi al primo posto per sicurezza e per numero inferiore di incidenti è l’Emilia-Romagna, con la provincia di Modena a spiccare.
L’esperto di sicurezza stradale Lorenzo Domenichini ha mosso una pesante critica nei confronti dei sindaci di Roma e Milano, che a sua detta sarebbero più interessati a “contare il portafoglio” che alla tutela della vita e della sicurezza degli automobilisti. Nonostante le corpose multe i cui pagamenti terminano direttamente nelle casse comunali, la maggior parte delle quali per soste vietate, non vengono, a detta di Domenichini, opportunamente reinvestite per organizzare il lavoro della Polizia Municipale, della Polstrada e dei Carabinieri.