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Legge sull’architettura, a Settembre riprende l’iter

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La Commissione istituita di recente dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, lavora alacremente per definire quella che è la legge sull’architettura. Oltre alla norma per il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, sono altre le soluzioni che si stanno studiando per rinnovare il mondo delle costruzioni. Dopo la pausa estiva infatti, ripartirà l’iter procedurale per questa nuova legge per l’architettura. Il primo step, effettuato nel 2020, è stata la definizione delle “Linee guida sulla qualità dell’architettura”.

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Architettura urbana, da pixabay

Il presidente del Consiglio Superiore, Massimo Sessa ha spiegato che questo è un passaggio fondamentale:

Le Linee guida rappresentano la cornice ineludibile per l’impostazione di una proposta che andrà a promuovere la qualità del ‘buon costruire’ in maniera interdisciplinare e interattiva tra l’architettura, l’ingegneria e tutte le professioni che partecipano alla realizzazione dell’uomo.

Fanno eco alle parole di Sessa, quelle di Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, che conferma la ripresa del processo di redazione delle leggi a Settembre.

Perchè una legge per l’architettura?

Alla Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, si è discusso di questa legge sull’architettura. Vi erano ben 154 mila architetti italiani ad ascoltare le parole di Giovannini. Il fondamento della legge è l’aria di rivoluzione che si vuol dare ad essa. Il ministro richiede, tra le altre figure, di architetti perché la sfida che si sta affrontando è fondamentale per il futuro non solo nel breve periodo, ma soprattutto per quello a medio termine.

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Duomo di Firenze, da pixabay.com

L’obiettivo è quindi quello di realizzare opere diverse rispetto al passato. La grande trasformazione in atto nel Paese è volta a riqualificare le infrastrutture esistenti e progettare e realizzarne di nuove, soprattutto caratterizzate da qualità e sostenibilità. In tal senso, l’apporto degli architetti, per Giovannini è fondamentale. Soprattutto per progettare innovazione e bellezza. Perché una parte del nostro territorio è costellato da opere che non rispettano queste esigenze. Questa l’evidenza che il ministro Giovannini ha reso palese.

Una legge che coinvolgerà l’intera società

Quando prende parola Onofrio Cutaia, direttore generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura si fa riferimento alla platea che coinvolgerà tale legge. Non ci saranno limiti, perchè la legge convolgerà tutti gli strati della società. Inoltre, Cutania ritiene che il Ministero sia pronto per accogliere una specifica struttura tecnico amministrativa in grado di accelerare il processo di predisposizione della Legge. Quindi tale legge renderà partecipi gli stessi architetti, i protagonisti del processo produttivo.

Sicilia, da pixabay.com

Il nuovo Codice dei Contratti

Secondo Francesco Miceli, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, “vi è la necessità che il codice dei contratti, oltre a determinare elementi di semplificazione e di certezza nella realizzazione delle opere pubbliche, abbia una grande attenzione alla qualità del progetto ed al controllo di questa qualità che a sua volta si traduce nella qualità dell’opera realizzata”.
 
“Giovannini ha giustamente parlato – ha detto ancora Miceli – della durabilità dell’opera che riguarda soprattutto la qualità dell’idea progettuale che deve essere selezionata attraverso i concorsi di progettazione e la riduzione delle fasi del processo progettuale”.