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Little Island, a New York nasce un’isola artificiale

Little Island è un parco pubblico che offre una relazione tra la natura e l’arte nella metropoli di New York. Concepita per offrire uno spazio in cui vivere una pausa dalla vita frenetica della metropoli in cui si è a stretto contatto con la natura. Per il progetto hanno partecipato tanti artisti e i migliori studi di New York in stretta sintonia. Ma se da un lato c’è grande entusiasmo, dall’altro non mancano le critiche per le cifre esorbitanti. Ma è davvero necessaria questa polemica, se si parla di benessere fisico e psicofisico?

L’isola artificiale nel centro di New York

L’idea nasce nel 2012 da Barry Diller, imprenditore statunitense, in collaborazione con i precursori dell’Hudson River Park Trust, istituito nel 1998 per progettare, costruire, gestire e mantenere il parco pubblico. L’opportunità è stata colta al volo per poter riattivare e riqualificare il Pier 54, parco pubblico recentemente danneggiato dall’uragano Sandy. L’imprenditore statunitense ha richiamato i leader del settore artistico per dare una nota di design notevole alla Little Island di New York. Scott Rudin, Stephen Daldry, George C. Wolfe e Kate Horton, sono stati scelti per scovare nuove idee per il parco, in modo tale da connettere arte con natura.

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Il dream team artistico, insieme al gruppo Hudson River Park, ha selezionato gli studi di design di Heatherwick Studio e MNLA per progettare la nuova visione urbana. In stretta collaborazione sono riusciti nella combinazione tra l’architettura futuristica, insieme di geometrie e continuità, con il paesaggio, inserendo nel contesto specie rare di piante, per creare un’oasi di benessere dove rilassarsi ed estraniarsi dalla frenesia urbana.

Un progetto ambizioso

Il progetto della Little Island di New York ebbe inizio nel 2012, quando lo stesso Barry Diller fu convinto dall’architetto Thomas Heatherwick per realizzare tale opera. Il noto architetto, già conosciuto come padre della torcia olimpica delle Olimpiadi di Londra 2012, ebbe l’idea dell’isola artificiale sul fiume Hudson. Ben 132 colonne in cemento armato, a forma di tulipano, sorreggono l’enorme struttura dove è situato il parco pubblico. Il principio è identico a quello usato per le palafitte offshore.

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Little Island è una struttura concepita per lo spazio verde. Tra le centinaia di alberi e i viottoli curvilinei, spunteranno specie rare di arbusti e cespugli. L’ambiente è integrato con la cultura. Infatti, sull’isola sono presenti ben tre teatri dedicati a spettacoli dal vivo, visto la situazione di ripresa a New York post pandemica, con capienza fino a 700 posti. Non mancheranno i panorami mozzafiato, dove si potranno ammirare scorci con la Grande Mela sullo sfondo. Ci sarà spazio dedicato, anche, al divertimento con un vero a proprio nightclub all’aperto. Sarà la rivoluzione e magari un nuovo concepimento di “lungo fiume”. Tale opera ha dato il via a diverse strutture lungo il fiume. Infatti, a sud del parco è già in costruzione la Gansevoort Peninsula, con campi da gioco, spiagge.

Tra precedenti e polemiche

Tra l’entusiasmo generale, non è mancata una buona dose di polemiche per il progetto, definito troppo ambizioso. La vera questione che ha fatto tanto discutere è stata la parte economica. I 260 milioni, per la realizzazione dell’isola e manutenzioni future, sono stati giudicati troppo eccessivi per un progetto che è entusiasmante ma poco efficace. Eppure, dall’altra parte del mondo, un progetto simile ha destato non poco interesse ed entusiasmo in primis per i cittadini. È il caso del Parkipelago di Copenhagen, un insieme di isolette artificiali che, d’estate fungeranno da oasi in cui isolarsi dal mondo esterno, d’inverno formeranno un arcipelago adibito a festival e concerti. Nonostante le critiche e le polemiche, la struttura ben presto sarà aperta al pubblico, e sarà un segnale enorme di rinascita post pandemia.

Published by
Gianluigi Filippo