Il modo più semplice per spiegare che cosa è il Terzo Valico è quello di percorrere in autostrada il tratto che collega Novi Ligure a Genova. Partendo da Milano o da Torino, non appena arrivati a Novi Ligure, la geografia del paesaggio cambia immediatamente, con la pianura che lascia spazio alle vette imperiose dell’Appennino Ligure. Da qui inizia un territorio caratterizzato da un’orografia complessa, con numerose vallate che scendono a strapiombo verso il mare, separate da crinali con rilievi montuosi a quote tra 400 e 1200 metri di altezza, che distano tra i 6 e i 10 chilometri dalla costa.
Alle spalle di queste vette si trova Genova, uno dei più importanti porti italiani. Da sempre il collegamento veloce di questa città con le grandi metropoli del nord Italia ma anche dell’Europa rappresenta una vera e propria questione di stato, iniziata ormai 27 anni fa e che forse ha trovato una pace definitiva con le manovre del nuovo governo.
Il Terzo Valico è stato inserito dall’Unione Europea tra i progetti prioritari da realizzare per il completamento della TEN-T, la rete ferroviaria ad alta velocità che collegherà alcune rotte strategiche all’interno dei paesi dell’Unione. E proprio nel corridoio Reno-Alpi, quello che dovrebbe unire Rotterdam con Genova, quindi dal Mare del Nord al Mar Mediterraneo, rientra il Terzo Valico dei Giovi. Nello specifico, oltre alla costruzione del tracciato principale ad alta velocità, il progetto prevede la costruzione di 4 interconnessioni, lunghe 14 chilometri e previste a Voltri, Genova Parco Campasso, Novi Ligure e Tortona, che permetteranno di collegare la nuova linea con quelle già esistenti.
L’opera, una volta a regime, assicurerà il collegamento tra Genova e Milano in 50 minuti (rispetto a 1h e 39 minuti attuali) e tra Genova e Venezia in sole 3 ore e 5 minuti. L’infrastruttura si innesta sulle linee che passano per Torino e Milano e rappresenterà un collegamento strategico tra il sistema portuale ligure, i porti dell’Alto Tirreno, il Nord del Paese e il Centro e Nord Europa (Rotterdam, Anversa).
Tra Piemonte, Lombardia e Veneto viene movimentato il 50% delle merci nazionali, responsabili del 45% del Pil del paese. Un collegamento ferroviario ad alta velocità tra queste regioni permette di sfruttare il porto di Genova al massimo delle sue potenzialità, intercettando anche i traffici di merci che partono dal Medio Oriente ma che per raggiungere il Nord Europa prediligono i Mari del Nord invece del Mar Tirreno, nonostante siano necessari cinque giorni di navigazione in più e in condizioni più pericolose (Il primo tunnel navale al mondo sarà costruito in Norvegia). Il porto di Genova ha una superficie operativa di 7 milioni di metri quadrati, 27mila metri di banchine, vi transitano 4,2 milioni di passeggeri ogni anno e 1,7 milioni di croceristi, oltre a una movimentazione di container pari a 2,6 milioni di teu e 69 milioni di tonnellate di merci. Collegare con l’alta velocità questa realtà trasformerebbe il porto del capoluogo ligure in un nuovo hub continentale, riducendo tra l’altro il trasporto su gomma sull’Appennino che inquina quattro o cinque volte di più rispetto a quello su ferro.
La grande infrastruttura ferroviaria rappresenta una grande opportunità di sviluppo per le due regioni, una rete ferroviaria lungo la quale transiteranno merci e persone a 250 chilometri orari, favorendo in questo modo non solo occupazione durante la fase di costruzione, ma anche, una volta completata, gli scambi nelle regioni del Nord, e i collegamenti tra queste e l’Europa.
Il tracciato si svilupperà per 53 chilometri, 37 dei quali in galleria; è inoltre prevista la realizzazione di interconnessioni per complessivi 25 km, di cui 16,5 in galleria. La tratta sarà integrata con la linea già esistente, assicurando a sud il collegamento diretto con i bacini portuali e con la linea Savona-Ventimiglia; a nord sarà collegata con Torino in prossimità di Novi Ligure e, in direzione di Milano, alla linea Alessandria-Piacenza, in prossimità di Tortona. La galleria di valico, lunga 27 km, rappresenta l’opera più impegnativa dell’intero progetto.
Con l’obiettivo di contribuire a far ripartire un ciclo economico positivo su tutta la filiera produttiva nelle due regioni, il Cociv, general contractor incaricato della realizzazione del progetto, con Salini Impregilo nel ruolo di leader, subito dopo la comunicazione del Ministero delle Infrastrutture, relativa alla valutazione positiva sulla continuazione dell’opera, si è infatti subito attivato per assumere 300 persone in Liguria e 300 persone in Piemonte, confermando l’impegno di continuare a garantire stabilità occupazionale delle maestranze già impegnate sull’opera, e aumentare la forza lavoro, sia direttamente che tramite società terze. La costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità dovrebbe costare a Rete Ferroviaria Italiana poco più di 6 miliardi di euro.
Un’analisi costi benefici infatti aveva temporaneamente messo in discussione la continuazione dell’opera ad inizio 2018, la quale è stata uno degli aspetti più dibattuti all’interno del contratto di governo Lega-M5S (Nuovo Governo: cosa accade per le infrastrutture, i trasporti e l’edilizia). Solamente il 13 dicembre 2018 il Ministro Danilo Toninelli ha presentato il rapporto di valutazione ed espresso un parere favorevole alla prosecuzione dell’opera con opportune modifiche, mettendo forse definitivamente la parola fine ai dubbi circa l’utilità di questo progetto: se lieto fine sarà, la linea sarà completata nel 2021.