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Long Term Parking, l’incredibile torre di automobili e cemento in Francia

Long Term Parking

Long Term Parking

La fantasia umana non ha limiti, su questo non ci piove. Se poi si considera la categoria degli artisti, persone eclettiche ed estrose per antonomasia, ecco che il discorso raggiunge vette ancor più memorabili. I risultati di ciò sono opere d’arte che spaziano dal capolavoro assoluto al saggio di perfezione tecnica e dovizia di particolari, fino a sfociare in realizzazioni astratte e a volte talmente astruse da risultare ai più quasi dei no sense.

È proprio quest’ultimo segmento artistico ad essere protagonista della storia che ci accingiamo a raccontare. L’opera in questione, una scultura, non ha nulla da invidiare ad opere assolutamente particolari come la “Mano del Desierto” in Cile, la “Forchetta” gigante piantata nel lago di Ginevra o l’irriverente “L.O.V.E. (Libertà, Odio, Vendetta, Eternità)” di Cattelan in quel di Milano.

Basta chiacchiere, è ora di entrare nel vivo della questione!

Long Term Parking, ovvero una torre…di automobili!

Semmai vi capitasse di trovarvi nella città francese di Jouy-en-Josas, passeggiando nei pressi di Château de Montcel non potrete non imbattervi in una scultura veramente strana. Si tratta di Long Term Parking, una torre alta 60 piedi (circa 18 metri) costituita da circa 60 automobili impilate le une sulle altre. Per la cronaca, si tratta perlopiù di datati modelli di auto francesi.

Long Term Parking
La realizzazione Long Term Parking. Credits: Vintage Everyday

“Nulla di strano”, verrebbe da pensare, in qualsiasi sfasciacarrozze è possibile trovare queste situazioni. 

E invece no, perché questa sessantina di automobili sono letteralmente cementate fra di loro con l’impiego di circa 18 tonnellate di cemento! In tal senso si capisce il titolo della realizzazione, che tradotto dall’inglese significa “parcheggio a lungo termine”. La realizzazione di quest’opera non è stato per nulla banale, in quanto per mettere in posizione le automobili e per cementarle ad arte fra loro è stato necessario l’impiego di importanti mezzi di sollevamento e la realizzazione di una vero e proprio ponteggio!

Long Term Parking
Il ponteggio per la realizzazione di Long Term Parking. Credits: Vintag

L’opera, realizzata dall’artista nato in Francia ma naturalizzato americano Armand Pierre Fernandez (in arte Arman) nel 1982, è un mirabile esempio della corrente artistica del Nouveau Rèalisme. Questa fu pensata dall’artista come una scultura evolutiva. L’obiettivo era infatti quello di lasciare che le carrozzerie arrugginissero e gli pneumatici degradassero nel tempo, finché dell’opera non resti null’altro che la colonna di cemento.

La storia di Armand Pierre Fernandez, aka Arman

Vale la pena di conoscere un po’ più nel dettaglio l’autore di “Long Term Parking” , il già citato Arman. Nato a Nizza nel 1928, Armand Pierre Fernandez (questi nome e cognome di battesimo) mostra fin da bambino un talento precoce nel disegno e nella pittura. La sua arte inizialmente si ispira a quella dell’olandese Van Gogh, come visibile da alcune sue opere giovanili in cui egli si firma semplicemente col suo nome di battesimo. Fino al 1958, quando a causa di un errore di battitura a macchina il suo nome viene erroneamente scritto “Arman”. Da quel momento l’artista non abbandonerà più questo nome, facendone il suo identificativo artistico. Nella seconda fase della sua vita artistica, Arman è influenzato dai collage di Kurt Schwitters, tant’è che nella sua prima mostra personale, a Parigi nel 1954, espone i suoi “Cachets”, assemblaggi e accumuli di francobolli e tessuti.

Oltre a disegno e pittura, la sua arte si contraddistingue per essere l’antesignana, come anticipato prima, del cosiddetto Nouveau Rèalisme (o “Nuovo Realismo”). Movimento, questo, di cui Arman è uno dei fondatori, avendone formato nel 1960 il manifesto ufficiale. Il Nuovo Realismo mirava a “nuovi approcci sensibili e percettivi al reale”. Arman ha iniziato a esaminare le possibilità artistiche degli oggetti di uso quotidiano, dando loro un’importanza mai vista prima. Egli trasforma in effetti rifiuti o oggetti abbandonati in arte – un’altra, più complessa, interpretazione della Pop Art.

Il suo stile si sviluppò gradualmente, producendo colères (oggetti fatti dall’uomo frantumati e rimontati, montati su pannelli di legno), coupes (affettare oggetti prodotti in serie) e combustioni. Questi ultimi sono oggetti dati alle fiamme, resti carbonizzati esposti, volti a rappresentare atti di creazione artistica attraverso la distruzione.

Le “accumulazioni” artistici di Arman

Dopo aver trascorso del tempo a New York, ispirato dall’energia positiva della città, vi si stabilì, diventando cittadino statunitense nel 1973, con il nome ufficiale di Armand Pierre Arman. E’ in questo periodo che l’artista produce le opere che lo hanno reso famoso nel mondo. Si tratta di progetti sempre più ambiziosi, tra cui accumuli di strumenti, orologi e bigiotteria. Centinaia di pezzi saldati insieme in forme scolpite, alcuni in miniatura, altri enormi. Anche le forme degli strumenti musicali lo hanno ispirato, per creare accumuli e “coupé” di violoncelli, violini e tromboni.

Non a caso la serie più famosa di opere è stata chiamata da Arman proprio Accumulations. Long Term Parking ne è il più famoso esempio, ma non è l’unico. In Libano, ad esempio, c’è la realizzazione chiamata Hope for Peace, dedicata alla fine della guerra civile nel paese nel 1990. Molto simile all’opera francese, con la differenza che al posto di automobili ci sono veicoli corazzati e carri armati con le bocche da fuoco appositamente sporgenti.

Long Term Parking
La realizzazione Hope for Peace. Credits: Reddit

Altre opere piuttosto famose (realizzate fino alla morte, avvenuta a New York nel 2005) sono l’accumulazione di chiavi inglesi (Accumulation de Clefs Plates) e le accumulazioni di strumenti musicali.

Long Term Parking
Accumulation de Clefs Plates. Credits: AboutArtOnline
Long Term Parking
Alcune delle accumulazioni di Arman. Credits: Radicalart

Com’è che avevamo scritto all’inizio, che la fantasia umana non abbia limiti…? Con le opere di Arman ne abbiamo avuto una pratica dimostrazione!