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Ma alla fine, che cosa è il BIM?

di Lorenzo Iaconinoto

L’introduzione della tecnologia ha rivoluzionato le attività relative all’intero processo edilizio, consentendo di ottenere l’incremento di efficienza e produttività. Dopo la transizione dalla tradizionale progettazione manuale a quella bidimensionale e tridimensionale assistita dal computer, il BIM sta trasformando l’approccio metodologico delle varie figure che operano nelle discipline del settore delle costruzioni (architettonica, ingegneristica, ambientale, manutentiva, operativa, ecc.). Oggi il successo di un progetto è legato notevolmente ad un ottimale interazione fra le parti coinvolte nei suoi processi, dai team specializzati nelle diverse discipline progettuali alla rete di imprese e fornitori.

Che cos’è il BIM?

Il National Institutes of Building Sciences (NIBS) definisce il Building Information Modeling come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Non bisogna però pensare al BIM come una semplice rappresentazione tridimensionale, ma ad un processo omnicomprensivo dell’edificio in cui si ritrovano i modelli e i dati informativi generati ed utilizzati dalle diverse discipline che collaborano per la sua realizzazione. Questo nuovo approccio consente di ottenere e gestire in maniera unitaria il progetto architettonico, strutturale, impiantistico, le caratteristiche e le proprietà dei materiali, i componenti e i sistemi, la pianificazione delle fasi di realizzazione, le tempistiche, i costi di esecuzione e le opere di manutenzione. I dati informativi ottenuti vengono considerati come parte di un unico processo, il cui arco si estende lungo l’intero ciclo di vita del manufatto, permettendo così di prevenire e ridurre errori e incongruenze e di ottimizzare i processi esecutivi, di verifica e di controllo.

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L’obbiettivo che ci si prefigge è dunque quello di ottenere un modello informativo accessibile e facilmente aggiornabile, che contiene tutte le informazioni che riguardano l’intero ciclo di vita dell’opera, dalla sua progettazione e successiva costruzione fino alla sua demolizione e dismissione. Con tale approccio si riesce ad avere una visione altamente strategica con la possibilità di analizzare la struttura e valutare le sue prestazioni già in fase progettuale.

Le dimensioni del BIM

Attraverso l’adozione e lo sviluppo della metodologia BIM è stato ridefinito nonché ampliato il concetto di “dimensione” del progetto. Sempre secondo il NIBS una progettazione “BIM based” presenta, oltre alla modellazione 3D, i tempi di costruzione, l’analisi dei costi, la gestione dell’opera e la valutazione della sostenibilità.

Mentre la modellazione 3D consente di creare oggetti parametrici di facile gestione, definendone aspetto, dimensioni e materiali, con la dimensione 4D (programmazione) si riesce a visualizzare le attività relative al processo di realizzazione, con la generazione del diagramma di Gantt e le timeline finalizzate al controllo e alla gestione delle fasi di costruzione. La dimensione 5D (computi, estimi e valutazioni) è invece finalizzata al controllo dei costi: dal modello si possono ricavare gli abachi e i computi metrici, pianificare e controllare i costi del progetto e ottenere una maggiore efficienza nell’impiego delle risorse.

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biblus.acca.it

Con il 6D (uso, gestione, manutenzione e dismissione) il progetto entra nella dimensione del Facility Management in cui l’approccio BIM consente di utilizzare i dati e le informazioni inserite nel modello sia in fase di progettazione che di esecuzione. In questo modo è possibile gestire il manufatto durante tutto il suo ciclo di vita e intraprendere le necessarie azioni manutentive. Il 7D infine, è la dimensione della sostenibilità ambientale, economica e sociale che portano ad avere un’opera di “qualità”. Ciò può essere ottenuto tramite l’adozione di strategie che rendono più performanti i processi analitici che caratterizzano l’opera. Ne è un esempio l’analisi energetica, che si appresta a passare dal regime “stazionario” a quello “dinamico”, o le analisi del ciclo di vita, dei prodotti e dei processi (LCA, ecc.) così come i metodi di valutazione multicriterio quali LEED, ITACA, e così via.

I vantaggi

Rispetto ai metodi tradizionali, i vantaggi offerti dal BIM sono molteplici, innanzitutto in termini di ottimizzazione dei flussi operativi e, di conseguenza, di produttività. Fondamentale è la costituzione di database condivisi contenenti i dati e le informazioni di progetto, che vengono resi facilmente accessibili e modificabili. Altrettanto impattante è la quasi completa eliminazione di errori, incongruenze e interferenze, grazie all’aggiornamento in tempo reale di tutte le tavole e i documenti di progetto in funzione delle varianti apportate. Un altro importante aspetto è dato dall’elevata integrazione tra fase progettuale ed esecutiva: da un’analisi interattiva tra i modelli elaborati si passa alla programmazione dei lavori, verificando con precisione lo stato di avanzamento dell’opera in fase esecutiva. Nel campo economico possono essere estrapolate facilmente le curve dei costi e dei ricavi della commessa, possono essere analizzati i prezzi ed i costi, possono essere generate le viste di budget e delle strutture analitiche di cantiere.

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Anche nella realizzazione dell’opera i vantaggi in termini di efficienza, controllo di processo e condivisione delle informazioni trovano ulteriore conferma in quanto la completezza e la condivisione del modello BIM assicurano un netto salto di qualità per accuratezza esecutiva, selezione delle offerte, gestione degli approvvigionamenti, subappalti, contabilità industriale e lavori, cantierizzazione dell’opera, stato di avanzamento dei lavori, ecc.

Complessivamente, l’elevato grado di precisione e di dettaglio dei dati e delle informazioni ed il conseguente miglioramento dell’efficienza di tutte le fasi del processo sono in grado di generare importanti valori aggiunti, a vantaggio di una maggiore competitività sul mercato tra gli studi di progettazione e tra le imprese di costruzione.