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La maggioranza delle compravendite immobiliari in Italia sono di abitazioni in classi energetiche basse

Nel 2023, le compravendite di abitazioni sono state circa 680 mila, registrando una lieve decrescita rispetto all’anno precedente. Questa tendenza si prevede continuerà nel 2024, con stime che indicano che le transazioni si attesteranno intorno ai 650 mila. Nel 2023, il 72,7% delle compravendite immobiliari ha coinvolto abitazioni in classi energetiche basse (F e G), mentre si è osservata una leggera contrazione degli acquisti di abitazioni in classe energetica elevata. L’offerta di soluzioni di nuova costruzione è in costante graduale, riducendo anche la disponibilità di appartamenti in classi energetiche alte.

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Principali indicatori sull’andamento del mercato immobiliare

Nel 2023, le classi energetiche intermedie (CDE) hanno rappresentato il 20,8% delle compravendite, mentre solo il 6,5% degli acquisti riguardava la classe energetica elevata (AB). Verona è stata la città con la percentuale più alta di compravendite immobiliari in classe energetica A e B (9,6%), seguita da Milano (5,7%) e Bologna (5,3%). Al contrario, Palermo, Genova e Napoli hanno registrato percentuali inferiori all’1% di acquisti in classi energetiche elevate.

Napoli, Bari e Palermo sono state le città con le percentuali più alte di compravendite nelle classi energetiche basse (F e G), con Napoli in testa al 96%. Per il 2024, si prevede un trend leggermente negativo nelle compravendite, con volumi attorno a 650 mila, a causa dei tassi di interesse ancora elevati e della prudenza delle banche nell’accesso al credito.

Questi dati emergono dalle analisi condotte dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, evidenziando un quadro dettagliato sull’andamento del mercato immobiliare e sull’importanza delle classi energetiche nelle transazioni immobiliari.

Analisi dei mercati in Italia

Secondo le analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, le città italiane con le percentuali più alte di compravendite immobiliari in classi energetiche basse (F e G) sono:

  1. Napoli (96%)
  2. Bari (93%)
  3. Palermo (93%)

Queste tre città hanno registrato le quote più elevate di acquisti di abitazioni in classi energetiche meno efficienti dal punto di vista energetico. Al contrario, la città di Verona ha la percentuale più alta di acquisti di immobili in classe energetica A e B, seguita da Milano e Bologna.

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Motivazioni principali

Le città di Napoli, Bari e Palermo presentano le percentuali più alte di acquisti nelle classi energetiche basse principalmente a causa di diversi fattori:

  • Disponibilità di abitazioni in classi energetiche basse: Queste città potrebbero avere una maggiore presenza di abitazioni con classi energetiche basse (F e G) rispetto ad altre soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico, il che potrebbe influenzare le scelte degli acquirenti.
  • Prevalenza di edifici Vecchi o Non Ristrutturati: La presenza di edifici più datati o non adeguatamente ristrutturati potrebbe portare a una maggiore presenza di abitazioni in classi energetiche basse, poiché tali immobili potrebbero non essere conformi agli standard energetici più elevati.
  • Prezzo e Accessibilità: Le abitazioni in classi energetiche basse potrebbero essere più accessibili in termini di prezzo rispetto a soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico, rendendole più attraenti per un’ampia fascia di acquirenti.
  • Consapevolezza e Cultura Energetica: La consapevolezza sull’importanza dell’efficienza energetica potrebbe variare da città a città, influenzando le decisioni di acquisto degli acquirenti e portando a una maggiore esposizione per abitazioni in classi energetiche basse.

La combinazione di disponibilità, condizioni degli edifici, prezzi e consapevolezza energetica potrebbero essere le ragioni principali per cui Napoli, Bari e Palermo registrano le percentuali più alte di compravendite in classi energetiche basse.

Conseguenze e rischi per l’ambiente

Le conseguenze per l’ambiente dell’alta percentuale di compravendite in classi energetiche basse sono negative. Questo fenomeno può portare a:

  • Consumo di energia in eccesso: Le abitazioni in classi energetiche basse consumano più energia rispetto a quelle più efficienti, il che aumenta la dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili e contribuisce alle emissioni di gas serra.
  • Inquinamento e emissioni di gas serra: Gli edifici inefficienti dal punto di vista energetico sono responsabili di una maggiore produzione di emissioni di gas serra, che contribuiscono al cambiamento climatico e all’inquinamento dell’aria.
  • Rischio di non raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale: L’alta percentuale di compravendite in classi energetiche basse potrebbe ostacolare la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, come ad esempio l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050.
  • Costi per la gestione e manutenzione: Gli edifici inefficienti dal punto di vista energetico richiedono maggiori spese per la gestione e la manutenzione, poiché gli impianti energetici sono più vecchi e meno efficienti.
Rischio di non raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica
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L’alta percentuale di compravendite in classi energetiche basse potrebbe ostacolare la realizzazione degli obiettivi di efficienza energetica, come ad esempio l’obiettivo di raggiungere la classe energetica E entro il 2030. In sintesi, l’alta percentuale di compravendite in classi energetiche basse può avere conseguenze negative per l’ambiente, come aumento del consumo di energia, inquinamento e emissioni di gas serra, costi per la gestione e manutenzione e rischio di non raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica.