Il materiale del futuro: ecco l’ETFE
Un materiale dalle incredibili proprietà che sta trovando sempre più applicazioni in edilizia: l’ETFE. Questo acronimo sta per Etilene-Tetrafluoro Etilene, un fluoro polimero termoplastico che dal nome ci indica che è formato da atomi di fluoro. E’ in pratica una plastica trasparente, con una trasparenza che raggiunge il 94-97% e una buona permeabilità dei raggi UV, più resistente del vetro e dunque per queste sue caratteristiche da considerarsi l’evoluzione “sostenibile” del vetro.
Nonostante il brevetto di questo materiale è degli anni ’40, infatti fu scoperto dall’Americano Roy J. Plunkett esattamente nel 1938, solo negli anni ’70 è stato messo in produzione e solo negli anni ’80 è stato usato in edilizia grazie all’intuito dell’ingegnere Stefan Lehnert, che ha dato vita all’azienda leader nella produzione di pannelli di etfe: la Vector Folitec. Altra azienda d’eccellenza che decise di usare il brevetto, ma non in campo edilizio bensì aeronautico fu la Du Pont. Solo nel 1982 fu costruito il primo edificio con questo materiale : la “Mangrove House”.
La caratteristica principale che ha incuriosito maggiormente i progettisti e che li ha spinti ad utilizzarlo in architettura è senza dubbio la leggerezza (350 g/mq). Proprio per questa sua peculiarità, i costi di trasporto e montaggio sono sicuramente più bassi. Sicuramente il suo peso cosi ridotto fa si che le strutture realizzate con questo materiale siano molto più leggere e quindi sicuramente preferibili dal punto di vista progettuale.
Fra le altre caratteristiche possiamo sicuramente elencare una sua spiccata resistenza chimica, è una sostanza autopulente e presenta una forte resistenza termica. Infatti la sua chimica estremamente forte fa si che la sua capacità di resistenza sia intorno ai 170° senza alterare le sue proprietà fisiche. L’ETFE è stato sottoposto a numerosi test e ha presentato una peculiarità alquanto rara: è ignifugo e autoestinguente grazie alla presenza del fluoro.
Altra caratteristica sorprendente di questo materiale è la sua capacità di resistere all’attacco dei raggi UV. Infatti mentre le altre plastiche che normalmente si usano per sostituire il vetro tendono dopo un po’ ad ingiallire, l’ETFE no. Ne consegue anche che la durabilità di questo materiale aumenti e che la vita utile risulti molto elevata: si calcola che con le dovute manutenzioni possa arrivare anche ai 40 anni. Quando il suo ciclo di utilizzo è terminato la membrana viene fusa e riutilizzata ottenendo cosi una percentuale di riciclaggio del 100%.
L’ETFE in fase di produzione è in forma granulare e una volta riscaldato, il prodotto finito viene ottenuto per estrusione; si ottengono cosi le membrane di ETFE che vengono prodotte con spessori molto piccoli: dai 50 ai 150μm. Il suo utilizzo è o in pannelli o in cuscini. I cuscini di ETFE sono gonfiati con aria a bassa pressione. Ultimo ma non meno importante è l’isolamento termico che questo materiale può garantire e che può essere migliorato aumentando le membrane che costituiscono i pannelli.
Concludendo possiamo dire che abbiamo qui descritto un materiale dalle enormi potenzialità progettuali e che rappresenta sicuramente uno dei materiali dell’edilizia del domani.