I motivi principali di una costante crescita degli ultimi anni del BIM sono sostanzialmente due:
L’acronimo BIM (Building Information Modeling) è una metodologia avanzata di gestione a 360 gradi del manufatto edilizio. Si tratta di un insieme di software intelligenti che interagiscono tra di loro restituendo importanti informazioni di carattere totale, sia su edifici ex novo, sia su preesistenze. La traduzione italiana sta a significare “modello di un edificio con informazioni di progetto”; insomma comprende tutte le fasi processuali di un edificio, dalla nascita del pensiero tecnico/progettuale passando per la gestione e finendo con la morte del fabbricato stesso.
Prevalentemente il BIM viene utilizzato nel settore pubblico, le strategie che vengono estrapolate sono utili ai governi per avere maggior controllo dei manufatti sul territorio; anche i privati però possono dotarsi di queste strategie soprattutto in grossi progetti la cui mole richiede minuzia e gestione al minimo dettagli di tutti gli aspetti. La sua grande caratteristica, forse la più importante, è quella che riguarda la capacità di raccogliere, unire e sintetizzare ogni singolo dato che riguarda pianificazione e progettazione di un edificio.
La gestione e il facility management conclamano la metodologia BIM il futuro dell’edilizia. Sul piano gestionale le stazioni appaltanti, le società di progettazione e le ditte aggiudicatarie che effettueranno l’intera esecuzione dell’opera verranno agevolate significativamente e sostanzialmente grazie alla totalità di controllo, verifica e soprattutto un’importante riduzione degli errori in fase esecutiva.
Le tecnologie BIM sono in continua evoluzione da più di 50 anni. Negli anni ’70 e ’80 sono c’è stata una svolta nel campo dell’informatica e dello sviluppo dei software. Questo sviluppo improvviso ha interessato anche il campo dell’edilizia ed il disegno architettonico. Il BIM ha avuto inizio proprio in quegli anni. Era il 1975 un professore americano -Charles M. Eastman- con la sua pubblicazione “The Use of Computers Instead of Drawings in Design”, diede inizio ad una nuova era per la progettazione; il primo embrione BIM.
I soggetti pubblici sono in leggero vantaggio 52% del totale, contro il 48% dei soggetti privati che promuovono il BIM. Principalmente sono interessate opere di nuova realizzazione, sono il 59%; mentre il 41% restante riguarda interventi di riqualificazione. Per quanto riguarda la categorizzazione, il settore terziario interessa il 38% delle opere, rispetto al totale; i servizi interessano il 30%, mentre le opere di ingegneria pesano per il 28% del totale. Il dato del residenziale attesta che il 26% interessa questo ambito; Infine l’industria riguarda il 12% degli interventi.
Parlando di cifre, così vengono ripartire secondo uno studio effettuato: il valore degli interventi stato avanzamento lavori pesa per 77,4 miliardi di euro in fase di programmazione; questa fase è quella iniziale cioè quando si pensa alla realizzazione e si stima un costo dell’opera preliminare; parliamo del primo step. Scendiamo di valore se consideriamo la fase di progettazione, parliamo di circa 59,3 miliardi di euro. All’ultimo livello abbiamo la fase esecutiva dei lavori che ammonta a circa 36,7 miliardi di euro.
I progetti presi in analisi dallo studio interessano diverse aree di interesse. Specificamente il 27% dei progetti, quindi quasi un terzo, sono progetti trasversali. I progetti BIM in totale registrati sono 448, secondo l’osservatorio che ha effettuato lo studio. Il 74% ha iniziativa pubblica mentre il 26% è promosso da committente privata. Poco più della metà, 53%, interessa interventi di riqualificazione mentre il 47% nuove costruzioni; questo è un dato significativo ma che riflette lo stato immobiliare ampio, obsoleto e storico dei nostri edifici che raggiungono un’età media molto elevata.
In cifre assolute i progetti valgono oltre 9 miliardi di euro (quindi si intende gli interventi senza considerare i costi per la realizzazione, cioè spese tecniche, materiali e lavorazioni ecc.). Ancora una volta il settore con maggiore valore economico è il terziario con circa 31% del valore assoluto. Il settore dei servizi invece interessa il 28%. Opere di ingegneria 22%, mentre per finire la classifica l’edilizia residenziale 17%. Una piccola porzione il 2% riguarda il settore industriale.
Gli interventi seguendo la classifica in ordine di numero maggiore di realizzazione abbiamo: al primo posto gli edifici pubblici come già ribadito più volte; secondo posto edilizia residenziale e poi man mano edifici militari; edifici scolastici e per l’istruzione; uffici; impianti sportivi; ospedali ed in fine centri direzionali.
L’impatto maggiore è dato ancora una volta dalla fase di progettazione che è quella che ha maggior peso per quanto riguarda sempre il BIM, il campione è il 49% sul totale. Mente per la programmazione ed esecuzione dei lavori siamo quasi pari merito e quindi distribuiti equamente.
Il presidente di ASSOBIM Adriano Castagnone replica così alle statistiche che fanno ben sperare alla rivoluzione del mondo delle costruzioni; una rivoluzione che parte da lontano, non troppo e che pian piano prende sempre forma, grazie al BIM.
“i dati delle rilevazioni testimoniano una crescente diffusione della metodologia BIM, trasversale alle diverse scale e valori economici dei progetti. La diversificazione tipologica degli interventi e, non ultimo, la progressiva diffusione degli strumenti BIM anche al di fuori del loro ambito più tradizionale, la progettazione, evidenziano come fra gli operatori si stia diffondendo la consapevolezza dei vantaggi che questa metodologia offre in tutte le fasi del progetto. Dallo sviluppo concettuale all’esecuzione fino alla gestione di quanto realizzato, e del suo valore quale strumento di governo e controllo dei processi edilizi”.
Adriano Castiglione -presidente ASSOBIM-