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Milano come Wuhan, un ospedale in 6 giorni alla Fiera

Milano come Wuhan, un ospedale in 6 giorni alla Fiera

fieramilano.it

Il Coronavirus è ufficialmente stato dichiarato una pandemia, e l’Italia è stato il primo stato Europeo a prendere decisione altamente restrittive per contrastarne ancora di più la diffusione. Data però l’alta contagiosità di questo virus, i posti in terapia intensiva potrebbero scarseggiare nel momento in cui si presenterà il picco. Proprio per questo la Regione Lombardia, la più colpita dal virus, e la Protezione Civile stanno studiando una soluzione per fornire posti letto temporanei nel più breve tempo possibile. E proprio Milano quindi potrà presto fare affidamento su un ospedale in pieno stile Wuhan, la città epicentro dell’epidemia da coronavirus dove è stato realizzato un ospedale temporaneo in soli 10 giorni. La situazione però al momento non è semplice ed è in continua evoluzione.

Fiera di Milano, un ospedale da 500 posti in 6 giorni

La Regione Lombardia ha prontamente individuato l’area della Fiera di Milano come sede dell’ospedale temporaneo. Un luogo strategico e funzionale che permetterebbe di sfruttare una superficie di più di 22.000 metri quadrati. Lo spazio all’interno dei padiglioni 1 e 2 potrebbe arrivare ad accogliere più di 500 posti letto di terapia intensiva temporanea. La struttura sarà del tutto simile a quella realizzata a Wuhan. Speciali container attrezzati con letti e strumentazione necessaria verranno montati e assemblati nel minor tempo possibile, per poi essere smantellati una volta terminata l’emergenza, proprio come accaduto in Cina.

Gli spazi della Fiera Milano. PH: fieramilano.it

La Fondazione Fiera Milano, oltre a mettere a disposizione l’area, si farebbe carico anche di una parte delle spese. Per quanto riguarda il personale, servirebbero più di 500 medici e 1200 infermieri in più turni. Da qui l’idea di reclutare anche aiuti dall’esterno. Secondo l’assessore regionale al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera l’ospedale temporaneo alla Fiera potrebbe addirittura essere pronto in 6 giorni. Questo però prima che la Protezione Civile si pronunciasse in merito.

La frenata della Protezione Civile

La Protezione Civile ha però gelato la Regione Lombardia. Queste le parole del Governatore Attilio Fontana:

La Protezione civile non è assolutamente in condizione di rispettare quello che ci aveva promesso

Affermando inoltre che “non è in condizione di fornirci né il personale medico infermieristico né i letti di terapia intensiva e la strumentazione necessaria per allestire i padiglioni“. Una risposta inaspettata, che ha portato il Governatore a non mollare però l’idea dell’ospedale temporaneo, ma anzi a cercare nuovi aiuti. La prima ipotesi è stata quella della fornitura dalla Germania. Fontana ha scritto una lettera al Governo Tedesco, facendo leva sulle parole di collaborazione pronunciate dalla cancelliera Angela Merkel.

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Queste le parole di Fontana a Il Giorno: “La Lombardia ha urgente bisogno di ogni tipo di strumentazione necessaria per l’attivazione di reparti di terapie intensive, oltre che di mascherine, camici, occhiali e visiere. E’ pronta fin da ora ad acquistare questo materiale presso i produttori e i rivenditori tedeschi. Perché ciò avvenga è necessario che il Governo tedesco conceda le autorizzazioni legate alle licenze di esportazione previste in Germania.”

La contromossa di Fontana

La Regione Lombardia però non ci sta e non accetta questa posizione della Protezione Civile, da qui l’ennesima svolta di questa vicenda, stavolta molto drastica. Attilio Fontana ha nominato Guido Bertolaso come proprio “consulente” personale per la realizzazione dell’ospedale temporaneo di Milano. Bertolaso, ex direttore del Dipartimento di Protezione Civile, affiancherà Fontana dietro il compenso simbolico di un euro. Queste le sue parole: “Come potevo non aderire alle richieste del presidente della Lombardia di dare una mano nella epocale battaglia contro il Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita è stata dedicata ad aiutare chi è in difficoltà e a servire il mio paese? Se ho aperto l’ospedale Spallanzani vent’anni fa ed ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo.”

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Queste invece le parole di Fontana su Repubblica circa il passato di Bertolaso, coinvolto in diversi procedimenti giudiziari, tra cui la famosa inchiesta sul terremoto dell’Aquila: “Su Bertolaso c’è stata polemica in passato, lo so. Ma mi fido di lui. Sarà il nostro consulente e ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo. Non intendo fare politica con questo evento. E non intendo fare polemiche. Né con il governo, né con la Protezione civile. Il fatto è che a dispetto di ogni difficoltà noi non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio.”