Il Bosco Verticale sta mettendo radici. La città di Milano sta acquisendo sempre più una connotazione ecosostenibile e a breve avrà nuovi spazi verdi. La riqualificazione dell’area di Porta Nuova prosegue con il progetto di rigenerazione Pirelli 39 della Coima Sgr che lo ha acquistato dal Comune nel 2019. Sarà accompagnato, inoltre, da torre residenziale botanica e un ponte serra aperto alla città, ad opera di Stefano Boeri e Elizabeth Diller.
Il primissimo intervento sarà effettuato sul Pirellino, che non verrà abbattuto, ma reinventato. Esso infatti, si esprimerà in chiave fortemente ecosostenibile, sulla falsa riga del Bosco Verticale. L’edificio a ponte, in via Gioia diventerà il centro al servizio dei cittadini. Inoltre, come detto, verrà realizzata una torre, residenziale, anch’essa sul modello Bosco Verticale.
La Torre Botanica riprenderà il concetto di Bosco Verticale, “ma con i canoni dei classici giardini all’italiana”, ha spiegato Stefano Boeri. La nuova torre avrà 1.700 metri quadri di vegetazione, distribuita sui piani in modo che le fioriture cambino i colori dell’edificio al variare delle stagioni. Il ‘bosco’ assorbirà 14 tonnellate di CO2 e produrrà nove tonnellate di ossigeno l’anno, al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati.
Il verde non sarà solo arredo, ma fonte di risorse. Sarà anche luogo di ristoro, nonché oasi per piccoli animali, insetti, ma anche uccelli, che negli ultimi tempi pagano l’antropizzazione del territorio e l’inquinamento che marcia inesorabilmente.
Il progetto della Torre Botanica di Boeri-Diller sembra aver portato scompiglio all’interno della Giunta Comunale. Il problema è di natura, fondamentalmente, legislativa. Il nuovo progetto trasformerebbe l’ormai ex Pirellino in un nuovo e green grattacielo residenziale, grazie alla nuova legge regionale sulle volumetrie, che prevede la concessione di fondi per il recupero di edifici abbandonati.
La prima problematica è di natura economica. I fondi dovrebbero esser quelli quelli offerti nel 2019 dal fondo immobiliare promosso da Banco BPM, per un totale di 300 milioni di euro.
Il primo a schierarsi contro la realizzazione della Torre Botanica è l’assessore Maran. Egli sta conducendo i suoi ultimi mesi di mandato combattendo contro costruttori e fondi immobiliari. In più, Maran sostiene le sue tesi basandosi sul fatto che COIMA abbia comprato all’asta il Pirellino con un atto notarile datato 24 ore prima che partisse la legge regionale che concede bonus volumetrici. Seppur la giunta comunale abbia già approvato la delibera con i 37 indirizzi che hanno fatto richiesta del bonus, tra cui il Pirellino, a detta di Maran questa legge sarebbe incostituzionale.
Pur passando l’approvazione nelle mani del Consiglio Comunale, la situazione resta in bilico, viste le numerose fazioni createsi. La maggioranza di centrosinistra potrebbe non votare a favore del progetto, mentre il centrodestra si chiede quali siano veramente gli immobili che hanno diritto ai benefici, dato che “Sala e Maran lasciano quartieri a convivere con il degrado, con il rischio di crolli e occupazioni, e tengono ferma la delibera che faciliterebbe la rigenerazione di 180 immobili”.
La volontà dei soggetti coinvolti è comunque quella id risolver in fretta la questione. Questo perchè non si vuole impantanare l’ennesimo progetto edilizio di cui Milano avrebbe, invece, bisogno. Soprattutto in un momento in cui è indispensabile far ripartire l’economia della metropoli, accompagnata da quell’atmosfera internazionale che negli anni, anche grazie ad Expo, ha fatto diventare attrattiva Milano.
L’ipotesi principale sarebbe quella di far votare a favore una coalizione di minoranza del centrosinistra, Sala e Forza Italia. L’unica problematica sarebbe la soaccatura interna del PD, a pochi mesi dalle elezioni. Un ipotetico voto a sfavore del progetto però, appare quantomai lontano. Il Segretario Generale del Comune di Milano infatti, sostiene che una simile opzione appare praticabile solo in presenza di adeguata motivazione che confuti idoneamente le risultanze istruttorie cui è pervenuto l’ufficio proponente.
La questione è certamente complessa, ma trovare una rapida soluzione gioverebbe, non solo all’immagine politica delle fazioni in gioco, ma soprattutto al benessere di Milano e dei suoi stessi cittadini.