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Monitoraggio di ponti e viadotti: ora è possibile farlo tramite smartphone

Monitoraggio di ponti e viadotti – Nessuno di noi potrà mai scordare le scioccanti immagini del crollo del Ponte Morandi a Genova, quel nefasto 14 Agosto 2018. Furono ben 43 le vite spezzate da quella tragedia, con un processo penale ancora in atto che tiene viva più che mai la questione delle responsabilità tecniche del disastro. Scegliendo volutamente di non entrare in questa annosa vicenda, soffermiamoci ora su una “semplice” questione:

Perché è crollato il ponte Morandi?

Ponte Morandi dopo il crollo. Credits: Pixabay

Rispondere a questa domanda in maniera esaustiva e certa è impresa di non poco conto. Negli anni sono stati dati pareri autorevoli, ipotizzate cause del collasso, sviluppati modelli di calcolo con cui spiegare l’accaduto. Quel che è sembrato emergere sistematicamente è che una delle cause dell’avvenimento di questo evento sia stata la mancanza di adeguata manutenzione dell’opera e dei suoi sistemi di monitoraggio.

Da quel giorno tante cose sono cambiate, e proprio in questo ambito sembrerebbe essere dietro l’angolo un nuovo approccio di monitoraggio di ponti e viadotti. Questo è figlio di sperimentazioni dall’esito positivo condotte dal MIT di Boston e dal nostro CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Smartphones ad uso “medico” per le strutture

Come anticipato, uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology (meglio noto come MIT) di Boston ha permesso di trarre una conclusione sul monitoraggio di ponti e viadotti piuttosto interessante, da vari punti di vista. Ma di cosa si tratta, specificamente? In sintesi, risulta possibile monitorare lo stato di salute di un’opera d’arte quale un ponte o un viadotto grazie agli smartphones. 

E non si fa riferimento a cellulari ultimo modello o supertecnologici, con ogni probabilità anche il cellulare che avete in mano ogni giorno e col quale starete leggendo questo articolo è in grado di farlo! Questo perché, secondo la scoperta del MIT, gli accelerometri di cui sono dotati ormai tutti i cellulari sono in grado di raccogliere dati salienti sull’integrità strutturale di un’opera d’arte. I nostri cellulari riescono, quindi, a registrare informazioni analoghe a quelle misurabili da sensoristica fissa. Mediante l’impiego di appositi software, poi, si estraggono e rielaborano i dati. 

Queste le affermazioni del direttore del MIT Senseable City Lab, Carlo Ratti. Lo stesso risulta anche il coautore del paper “Crowdsourcing bridge dynamic monitoring with smartphone vehicle trips”  con un riassunto dei risultati di questi studi. Lo studio è partito da un’opera di tutto rispetto quale il Golden Gate Bridge di San Francisco. Per poi spostare i test oltreoceano, più precisamente nel nostro paese. Le opere scelte, di concerto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono un ponte a Cadore ed alcuni viadotti del Grande Raccordo Anulare di Roma, in prossimità del comune di Ciampino. Un importante ruolo nella sperimentazione di questa tecnologia su opere d’arte italiane l’ha avuto Paolo Santi. Egli è, attualmente, responsabile dell’iniziativa Ambient Mobility del MIT Senseable City Lab, direttore di ricerca presso l’IIT (Istituto di Informatica e Telematica) e presso il CNR di Pisa.

I vantaggi del monitoraggio di ponti e viadotti by mobile

Lo studio condotto ha messo in luce numerosi vantaggi che si otterrebbero dall’applicazione del monitoraggio infrastrutturale by mobile. Inizialmente, che questa possibilità risulti molto meno costosa dei set di sensori collegati ai ponti e ai viadotti stessi. L’unico “ingrediente” necessario è un nutrito numero di persone dotate di smartphone (quindi la maggioranza, se non la totalità, delle stesse) che transiti su una struttura. Dovendo poi solo rielaborare i dati registrati dai nostri apparecchi elettronici.

Monitoraggio infrastrutturale by mobile. Credits: Goodmenproject

A tal proposito ecco un dato eloquente. Prima dell’esito positivo, i test eseguiti sulle infrastrutture pilota in America e a Ciampino hanno rispettivamente subìto le seguenti comparazioni:

  • 174 attraversamenti con telefoni attivati confrontati con 240 sensori fissi collocati sul ponte per 3 mesi per quanto riguarda il Golden Gate Bridge;
  • 280 transiti monitorati by mobile confrontati con 6 sensori fissi per 7 mesi per quel che concerne un viadotto di Ciampino.

Aggiuntivamente, i ricercatori hanno stimato che, a seconda dell’età dell’infrastruttura considerata, il monitoraggio mediante cellulare potrebbe comportare, in termini di vita utile della struttura, un incremento variabile dal 15% al 30%. Questo, nell’ottica sempre più importante della manutenzione dell’esistente, è un punto importante. Ancora, questa modalità di monitoraggio è esente da eventuali avarie o carenze della sensoristica fissa installata sulle opere, avendo a disposizione un campione sensoristico molto ampio da cui attingere.

Chiaramente questa tipologia di monitoraggio ha anche un punto sfavorevole, rappresentato dalla minor sensibilità rispetto ai sensori fissi specifici. Risulta tuttavia, anche in virtù dell’elevata frequenza di utenti sorgente di dati, un utile sistema d’allerta, con cui far emergere la necessità di fare eventuali analisi più approfondite. Non solo chat, video e giochi, col cellulare prossimamente potremo anche valutare lo stato delle nostre infrastrutture!

Published by
Shadi Abu Islaih