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Richard Rogers, morto il progettista del Centre Pompidou con Renzo Piano

Si è spento all’età di 88 anni, Richard Rogers. Autore di diverse fra le più significative architetture tra il XX e il XXI secolo, in particolare progettò con Renzo Piano il Centre Pompidou di Parigi. Architetto italiano, naturalizzato inglese, Rogers ha plasmato il modo di fare architettura degli anni a cavallo fra il nuovo e vecchio millennio. Fra le sue maggiori opere, oltre il Centre Pompidou, ricordiamo il Palazzo della Corte Europea a Strasburgo, il Millennium Dome a Londra, l’aereoporto di Madrid-Barajas, il 3 World Trade Center a NY. Richard Rogers ha però lasciato testimonianza del suo genio anche in Italia, con il Centro Rogers di Scandicci e l’H Farm Campus, a Venezia.

Rogers e Piano, da repubblica.it

Richard Rogers, la vita

Nato a Firenze, torna in Inghilterra, terra natìa della sua famiglia, a causa delle scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Influenzato nella scelta degli studi in architettura, dalla figura del cugino paterno, l’architetto Ernesto Nathan Rogers, Ricard Rogers studia in Inghilterra e alla Yale University nell Connecticut. Nel 1964 fonda insieme alla moglie Sue e ai coniugi Wendy e Norman Foster, il Team 4, a cui si deve la realizzazione della fabbrica Reliance Controls Factory (1967) e altre opere di minore importanza. Sempre negli anni ’60 tiene corsi all’univerità ed alla biennale di Parigi, in rappresentanza degli architetti inglesi. Alla fine del decennio, insieme alla moglie, realizzò una casa leggera e flessibile, costituita da elementi in plastica. Nel 1968-69 costruì la sua casa a Wimbledon, utilizzando acciaio e materiali sintetici.

Reliance Controls Factory, credits: dezeen.com

Al tramonto degli anni ’60, mentre insegnava all’MIT, conosce Renzo Piano, col quale nasce subito una forte amicizia. Nel 1971 i due, insieme a Gianfranco Franchini, vincono il concorso per il Centre Pompidou. Nel 1977 apre uno studio autonomo, a Londra. Lì progetterà la Lloyd’s Bank. Il 18 dicembre 2021 muore nella sua casa a Londra, come confermato dal figlio Roo, senza specificare la causa del decesso.

Il ricordo di Renzo Piano

Naturalmente, non è mancato il commento di Renzo Piano, per la scomparsa del collega, ma soprattutto dell’amico. Egli ha lasciato il suo pensiero all’ANSA, dedicando un racconto per un’amicizia “lunga più di 50 anni”, un sodalizio di affetti e di pensieri, uno scambio culturale, professionale ed affettivo.

Eravamo ragazzacci insieme a Londra, quando a Parigi c’era il ’68 e in fondo non siamo mai cambiati. Richard aveva quattro anni di più, pochi a pensarci adesso, ma quando si è giovani è diverso, per me è stato sempre il fratello maggiore, allora io lo chiamavo ‘vecchio’ e anche adesso, dopo tanti anni, ci si scherzava. Ma era proprio così, lui sempre un passo davanti a me, il fratello grande, quello buono, come quando è diventato Lord e qualche anno dopo anche io senatore.

Renzo Piano, credits:elledecor.com

Il Centre Pompidou

Il filo che collega Piano e Rogers, oltre alla loro amicizia è certamente Centre Pompidou. Il Centro Georges Pompidou è, insieme al Louvre, il sito espositivo certamente più famoso di Parigi. Esso è anche un punto di riferimento irrinunciabile per chi vuole entrare nell’arte moderna e contemporanea europea. L’opera è sita nel quartiere di Marais ed è costantemente aggiornata la sua esposizione. Infatti, continene più di 100000 opere, ed ospita importanti mostre dedicate a tutte le forme espressive dell’arte contemporanea.

Centre Pompidou, foto d’epoca, credits: pixabay.com

L’edificio è stato inaugurato nel ’77, ma progettato nel ’71 dall’allora poco conosciuti Rogers e Piano. L’architettura del Centre, all’epoca era assolutamente innovativa. Proprio per questo destò stupore, ma al contempo aspre critiche. L’edificio era alieno dall’aspetto abituale di un museo. La costruzione era stata concepita come una macchina gigante, dove la struttura portante, le scale mobili principali e gran parte dei condotti per gli impianti erano posti all’esterno, in facciata, per dare la massima flessibilità e spazio agli spazi interni.
La struttura, realizzata principalmente in acciaio, venne dipinta in colori vivaci, che andavano anche a rimarcare le differenze fra i vari impianti. La superficie occupata dal museo è di 100.000 mq. Ciò ne fa uno dei musei più grandi in Europa.

L’esterno del Centre, da pixabay.com

La collezione permanente di arte moderna e contemporanea comprende opere di Picasso, Chagall, Miro, Modigliani, Matisse, Le Corbusier e tanti altri maestri.

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Mariano Iengo