A novembre 2019 il livello dell’acqua a Venezia raggiunse lo sbalorditivo record di 190 cm. L’evento, oltre ai vari disagi, provocò un morto. Da quel momento il MOSE è definitivamente entrato in funzione, salvando diverse volte la laguna. Ecco come funziona una delle opere più discusse di sempre nel nostro Paese.
Il Mose nel dettaglio
Come premesso, il Mose è un’opera idraulica capace di trattenere l’innalzamento delle acque che travolgono, solitamente, piazza S. Marco e le calle contigue. Entrando nel tecnico tale opera può essere definita come una diga automatizzata con paratoie che sfruttano il peso proprio (a gravità) di larghezza di 20 m con spessore variabile.
Le critiche al Mose
Ovviamente non sono mancate le critiche all’opera ingegneristica. Dapprima hanno fatto discutere i costi ancora incerti. Infatti, il costo totale è in continuo aumento a causa dei problemi in fase di realizzazione che si aggira intorno ai sei milioni di euro. Oltre i costi di realizzazione sono da valutare anche i quelli di gestione e manutenzione. Il Mose, secondo ambientalisti, ha un impatto ambientale piuttosto negativo poiché oltre che stravolgere il naturale corso delle lagune, modificherebbe (e non di poco) anche i fondali che sarebbero violati dai piloni di ancoraggio.
I problemi in fase di realizzazione
Al 4 Novembre risultano esserci problemi con le staffe di sostegno e le vibrazioni della struttura. Per questo motivo la prova generale, programmata proprio per il 4 Novembre, fu rinviata a data da destinarsi. La decisione fu presa dall’ ingegner Francesco Ossola (responsabile della parte tecnica). La vibrazione riguardava in particolare le paratoie situate nel porto di Malamocco, durante l’immissione dell’acqua nelle condutture. Il problema poteva sorgere dal momento che le vibrazioni potevano provocare fessurazioni delle condotte. Altri problemi sono stati valutati sulla gestione delle cerniere soggette a corrosione. È dal 2003, anno in cui iniziarono i lavori veri e propri, che il progetto non trova luce.