Negli Stati Uniti il muratore diventa un robot
“Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini ordinari, ma nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario”. Così diceva Elbert Hubbard, scrittore statunitense, sulla tecnologia e l’avvento dell’automazione. La nostra quotidianità è costantemente affollata da prodotti tecnologici, che sono in grado di risolvere problemi e/o fare faccende tediose che non abbiamo voglia di fare. Anche nel lavoro si sono fatti passi da gigante, inserendo software e hardware in grado di sviluppare prodotti in tempi brevi, rispetto alla manovalanza. Soprattutto nell’edilizia. Nasce il robot muratore che riesce ad intonacare una parete.
Evoluzioni in costruzione
Le tecnologie sono in continuo sviluppo anche nel settore edile. Dalla progettazione alla realizzazione in cantiere, la tecnologia si profila molto utile sia per ottimizzare i tempi, sia per diminuire i costi (relativamente). Questo, purtroppo, è sicuramente un male. Perché se da un lato c’è chi gongola pensando ai risparmi, dall’altro c’è chi non vede un futuro nel lavoro manuale. Questo processo si trascina avanti dalla rivoluzione industriale, quando la macchina a vapore sostituì migliaia di operai. Stiamo vivendo un vero e proprio déjà-vu, nel quale l’IA (Intelligenza Artificiale) prende il posto dell’intelligenza naturale.
Solo qualche anno fa, ad Austin in Texas si è assistito a qualcosa di straordinario. Un’abitazione è stata costruita utilizzando soltanto una stampante 3D. Niente carpenteria, niente chiodi sparsi qua e là, casseri imbrattati di calcestruzzo, betoniere da pulire. In sole 24 ore, l’appartamento, del costo di soli 8 mila euro, diventava abitabile. La società New Story, che si è occupata del progetto, non si è scomodata nemmeno per assodare una ditta specializzata in verniciatura. Un drone si è occupato della verniciatura e un robot per l’installazione delle finestre.
Il muratore robotico
Negli Stati Uniti è stato sviluppato un robot in grado di intonacare grandi pareti in poco tempo. L’azienda sviluppatrice, Canvas, ha dato “vita” ad un carrello dotato di braccio bionico che, telecomandato anche da grandi distanze, permette di coprire dimensioni molto estese di un edificio. Il robot muratore è dotato un carrello, sul quale muoversi, ed utilizza uno scanner laser per individuare la parete. Il braccio meccanico fa tutto il resto. Tale strumento si è reso già utile nei lavori di rifacimento dell’aeroporto internazionale di San Francisco. In pratica, il robot muratore è in grado di scannerizzare la superficie, grazie a sensori di telerilevamento, per poi procedere a rifinire, nel minimo dettaglio, in tempi molto brevi.
Le criticità della robotica nelle costruzioni
Negli ultimi anni la robotica ha occupato moltissimo spazio nel settore delle costruzioni, togliendo, di fatto, manovalanza fisica. C’è chi, però, è entusiasta di questo avanzamento tecnologico. Inutile dire che il motivo principale è dovuto alla praticità economica. I robot muratori, è vero che hanno dei costi iniziali esagerati, ma a lungo periodo c’è solo del guadagno, anche considerando le spese di manutenzione dei macchinari. Purtroppo, le tecnologie sempre più avanzate hanno dato modo di avere dei risultati ottimali, quasi dettagliate e sensibili quanto quelli umani.
Secondo l’IDC (International Data Corporation), società specializzata nell’automazione e innovazione digitale, la domanda di robot edili crescerà del 25 per cento all’anno fino al 2023. A marcare il dato, il rapporto di McKinsey, società di consulenza strategica, che prevede un notevole cambiamento tecnologico nel breve periodo. Le aziende punteranno sempre più sulla robotica, preferendola al lavoro manuale. Quasi sicuramente, quindi, si può ipotizzare che nel prossimo decennio, alla manodopera fisica sarà “concesso” solo l’onere di piccole costruzioni. Le grandi costruzioni, purtroppo, alle macchine.