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Ecco il MIMS, la nuova veste del Ministero dei trasporti (MIT)

Ecco il MIMS, la nuova veste del Ministero dei trasporti (MIT)

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E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento del neonato MIMS, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Una mero vezzo di forma quello del cambiamento del nome, ma che infondo sottolinea l’importanza che questo governo vuole dare alla cosiddetta “Transizione Ecologica” che passa necessariamente per i settori competenti al MIMS. Sarà quindi un ministero con grande potere politico per la spesa dei fondi del “Next Generation EU“.

Al ministro Enrico Giovannini il compio di dare una veste riformatrice al nuovo MIMS, che si occupi con maggiore efficacia dei problemi e che ponga solide basi per il futuro. Grande collaborazione ci sarà tra il suddetto e il Ministero della Transizione Ecologica guidato da Roberto Cingolani. Due esperti fortemente voluti dal Premier Draghi che compongono la cosiddetta “parte tecnica” del giovane esecutivo.

Procederemo subito con il perfezionamento dell’iter del Dpcm affinché i commissari possano avviare il proprio lavoro. Ne beneficerà tutto il Paese e in particolare il Mezzogiorno, dove è prevista la quota maggiore di investimento. L’avvio delle attività fornirà anche uno stimolo all’occupazione e alla ripresa economica, consentendo uno spostamento del traffico a favore del trasporto ferroviario, in linea con l’obiettivo di uno sviluppo più sostenibile sul piano ambientale, una migliore tutela delle risorse idriche, minacciate dalla crisi climatica, il rafforzamento dei nostri porti e il miglioramento dei servizi di pubblica sicurezza. Sarà richiesto un impegno straordinario dei commissari, delle imprese e, in particolare, di chi lavorerà nei cantieri” afferma il ministro l’11 Marzo in Senato.

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I compiti del nuovo MIMS voluto dalla maggioranza

Il MIMS sarà suddiviso in dipartimenti, come descrive il testo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Il primo si occuperà della gestione delle infrastrutture, della gestione delle aree terremotate, degli investimenti nel settore Civile ed Edile. E’ la maggiore eredità con il ministero sostituito, il MIT, con l’unica differenza che si darà maggiore importanza alla sostenibilità economica e ambientale. Il secondo dipartimento sarà dedicato alla progettazione e alla realizzazione delle cosiddette “grandi opere”. Uno dei grandi nodi è proprio la velocità di realizzazione delle opere maggiori, fattore che non solo rallenta lo sviluppo del paese ma allontana gli investimenti esteri. Lo stesso settore si occuperà anche dei grandi dossier, come Alitalia e il discusso caso di Aspi.

Il terzo è completamento votato allo sviluppo della mobilità sostenibile. Che non vuol dire solo auto elettrica, biciclette e monopattini; ma soprattutto il sostegno del trasporto su ferro e la gestione delle aree car-free delle nostre città. Proprio questo dipartimento è quello che trova maggiori punti di contatto con il MITE di Cingolani. Dedicato l’ultimo reparto al Corpo delle Capitanerie di Porto–Guardia Costiera e di controllo interno al Ministero con la creazione di una struttura organizzativa dedicata al controllo di gestione, di regolarità contabile, di legittimità amministrativa, di vigilanza sulla regolarità delle società partecipate o controllate.

Le sfide del prossimo futuro e del Next Generation EU

Il MIMS, con la sua nuova veste, di sicuro si propone come ministero centrale, insieme a quello dell’economia, per la gestione dei fondi del “Next Generation EU“. Il danaro, che molti chiamano Recovery Plan, sarà destinato principalmente alla transizione ecologica e alla digitalizzazione. Il mondo dell’edilizia in Italia richiede ingenti sostegni e coraggiose riforme di sburocratizzazione per innestare una reazione a catena positiva per l’intero paese. Nonostante il Superbonus stia avendo un’ottima ricaduta, non bisogna fermarsi. Non dimentichiamo che il nostro è il settore che mette in moto il maggior indotto rispetto a tutti gli altri!