Non farti sfuggire la scadenza di questa tassa | Se lo fai i rifiuti ti costano un occhio della testa

Illustrazione di una tassa imminente (Pixabay FOTO) - www.buildingcue.it
Questo è il periodo delle tasse, e alcune di esse sono in scadenza, soprattutto questa. Controlla bene e preparati!
Le tasse, ahimè, non aspettano nessuno. In Italia ci sono scadenze precise durante l’anno, e bisogna starci dietro per non rischiare sanzioni o more. La primavera e l’estate sono di solito i periodi più “caldi”, con l’IRPEF, l’IMU e l’acconto IVA.
Una delle date più temute è il 30 giugno, quando scade il termine per il versamento del saldo e dell’acconto delle imposte sui redditi. Se si salta, c’è una piccola finestra per rimediare entro fine luglio, ma con una maggiorazione.
A giugno si paga anche la prima rata dell’IMU (se non si ha diritto all’esenzione), mentre la seconda arriva a dicembre. Chi ha una partita IVA ha invece altre scadenze, tipo l’IVA trimestrale o mensile, a seconda del regime adottato.
Il consiglio spassionato? Segnati tutto sul calendario o, meglio ancora, affidati a un commercialista o a un’app che ti mandi promemoria. Perché sì, dimenticarsi è facilissimo… ma il fisco se lo ricorda sempre.
Questa particolare tassa…
Ogni anno, puntuale come un temporale d’estate, arriva lei: la TARI. La tassa sui rifiuti. Non è simpatica, non la vuole nessuno, ma se vuoi continuare a far buttare la spazzatura senza drammi… tocca pagarla. E la cosa buffa è che le scadenze non sono uguali per tutti. Eh già, perché a deciderle è ogni singolo Comune. Quindi magari il tuo amico a pochi chilometri di distanza ha già pagato tutto, e tu manco sai quando scade la prima rata.
Di solito, però, un’idea generale ce la si può fare: la prima scadenza tende a cadere attorno al 30 giugno, mentre la seconda, quella finale, arriva verso il 30 novembre. Poi oh, c’è chi preferisce pagare tutto in un’unica botta, chi spezzetta in rate… basta seguire quello che dice l’avviso. Ma attento a non dimenticartene, perché non pagarla può costare caro (tipo… multe e more non proprio leggere).
Illustrazione di una tassa (Shutterstock Foto) – www.buildingcue.it
Bisogna pagare!
Occhio, perché la TARI, come tutte le tasse, non si cancella da sola. C’è la prescrizione, certo: se per cinque anni nessuno ti chiede nulla, teoricamente la tassa “scade”. Ma attenzione, perché quei cinque anni non partono dalla data della bolletta, bensì dal primo gennaio dell’anno successivo.
Quindi se la dovevi pagare nel 2020, la prescrizione comincia a contare dal 2021… e va avanti fino al 2026 (Fonte: Greenstyle.it). Ah, e dal 1° gennaio 2025 cambia pure il modo in cui si calcola la TARI: non più in base ai metri quadri di casa o a quante persone ci abitano, ma a quanto rifiuto produci davvero.