Spesso e volentieri accade che un prodotto, un discorso o un evento in generale vengano immediatamente materializzati nella nostra memoria grazie ad un detto o uno slogan, una frase ad effetto che riesce in poche parole ad esprimere in modo chiaro e conciso il concetto. Non sfugge alla regola sopra detta il Terzo Ponte sul Bosforo, per cui può bastare lo slogan riportato sulla pagina dedicata di Webuild (il nuovo nome della vecchia Salini-Impregilo):
“Europa e Asia sempre più vicine grazie al ponte dei record”
Ed effettivamente si tratta proprio di un’opera d’arte da record, che grazie all’impresa di costruzioni Astaldi (confluita nel gruppo Webuild durante la realizzazione) è anche un po’ italiana. A sei anni esatti dalla sua inaugurazione, andiamo a scoprire quali siano le caratteristiche ed i numeri principali del Terzo Ponte sul Bosforo, un vero e proprio gigante infrastrutturale.
Il Terzo Ponte sul Bosforo (il cui nome ufficiale è Ponte Yavuz Sultan Selim, in onore del califfo che fu alla guida dell’Impero Ottomano dal 1512 al 1520) è l’opera d’arte più importante e complessa di un più ampio progetto quale quello della Northern Marmara Highway. Si tratta di un enorme progetto infrastrutturale avente lo scopo di ammodernare ed ampliare il tracciato autostradale della Otoyol 7, in servizio come connettore dal 1987, oltre che di decongestionare il volume di traffico attuale e di creare un corridoio in grado di agevolare il transito commerciale con la Grecia.
Il nuovo tratto, complessivamente lungo 150 km, si snoda a Nord di Istanbul e funge da tangenziale più esterna della città, oltre ad essere il terzo attraversamento stradale del Bosforo col Terzo Ponte. Questa nuova porzione è stata realizzata a lotti, in quanto prima del 2016 sono stati completati i primi 90 km che vanno dalla città di Odayeri a quella di Paşaköy, comprendendo l’attraversamento del Bosforo. Le altre sezioni (quella occidentale fra le città di Silivri e Odayeri e quella orientale fra le città di Kurtköy e Akyazı) sono state appaltate a Maggio 2016 e completate fra 2019 e 2020, comprendendo anche tutti gli allacci alle altre principali arterie autostradali del paese.
Il Terzo Ponte sul Bosforo è un ponte di tipo ibrido (ossia contemporaneamente di tipo strallato e sospeso – schema statico introdotto dall’ingegnere tedesco Franz Dischinger) situato nella parte Nord dello Stretto del Bosforo, il quale separa il Mar Nero a settentrione e il Mar di Marmara a meridione. Nello specifico il ponte unisce le due città di Garipce, situata sulla sponda europea, e di Poyrazkoy, posta invece nel continente asiatico.
La struttura portante del ponte è costituita da due torri a forma di “A” (con due piloni principali inclinati e connessi alla loro estremità con un trasverso orizzontale che funge anche da sostegno locale dell’impalcato) realizzate in calcestruzzo ed acciaio ed aventi fondazioni profonde sulle sponde dello stretto. La caratteristica principale di queste torri è l’altezza, pari a circa 320 metri: per fare un confronto, la Torre Eiffel comprensiva di antenna d’estremità è alta 330 metri!
Dalle torri si diramano stralli e cavi di acciaio con pendini centrali, aventi il compito di sorreggere l’impalcato che, al pari delle torri, risulta imponente, visto che su di esso sono alloggiate le due carreggiate dell’autostrada da 4 corsie ciascuna ed un doppio binario ferroviario centrale. Per i pedoni (che non soffrano di vertigini) è possibile percorrere a piedi questo bellissimo ponte mediante le due passerelle laterali larghe all’incirca 2,5 metri.
Ecco i numeri da record dell’opera:
I lavori del Terzo Ponte sul Bosforo hanno preso il via il 29 Maggio 2013 e l’inaugurazione, con apertura al traffico, risale appunto al 26 Agosto 2016: un tempo di realizzazione di soli 3 anni e 3 mesi, un vero e proprio record. Questo risultato è merito e vanto del raggruppamento ICA, un raggruppamento temporaneo di imprese tra il Gruppo Astaldi (poi assorbito nel gruppo Webuild) e la società turca IC Içtaş Inşaat.
Dopo aver realizzato le torri, l’impalcato ha preso vita mediante l’assemblaggio dei 59 conci di acciaio di lunghezza pari a 24 metri e peso di circa 840 tonnellate ciascuno, arrivati in loco con chiatte che hanno risalito lo Stretto. Complessivamente la realizzazione dell’opera ha previsto l’impiego oltre 241’000 mc di calcestruzzo e 125’000 tonnellate di acciaio (fra strutture, armature lente e precompresse).
L’opera d’arte è un gigante in grado di sopportare anche i sismi più violenti. In fase progettuale, infatti, ha avuto centrale importanza l’elevata sismicità della zona (la faglia anatolica è molto attiva) considerando l’eventuale azione sismica di progetto ai sensi della normativa americana AASHTO (American Association of State Highways and Transportations Officials), una delle più all’avanguardia in questo senso.
Il Terzo Ponte sul Bosforo è solo una delle ultime gemme infrastrutturali realizzate in territorio turco. La Turchia, infatti, è una delle nazioni aventi il maggior numero di “super-ponti” nell’intero panorama mondiale. Si hanno infatti: