A Salerno il nuovo progetto dell’aeroporto “Costa d’Amalfi” concentra un gruppo di progettisti di alto livello.
Atelier(s) Alfonso Femia; Od’A Officina d’architettura; Planeground; Techproject e Sun Flower Engineering. Risultati vincitori della gara aggiudicata a inizio 2022 bandita da Gesac, il gruppo di progettisti si è riunito per concentrare tutti gli sforzi ed il lavoro al fine di creare un vero e proprio gioiellino dell’architettura. La società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino nel 2019 ha acquisito anche l’Aeroporto di Salerno spa; la gestione quindi è demandata ad una società già pronta e preparata.
Il progetto verrà realizzato in uno scalo portuale in zona agricola a circa 20 chilometri da Salerno, lungo la statale Tirrenia; più precisamente l’intervento è in un’area tra i comuni di Bellizzi e Ponte Cagnano Faiano. Si prevede l’attuazione di tre macro interventi sulla base dei già presenti ed esistenti locali; anche l’attuazione avverrà in più fasi. Il progetto principale è la realizzazione della volumetria del nuovo terminal, con un perimetro di 220 x 80 metri e un’area di 17.000 mq, di cui una piazza coperta di 3.400 mq, due piani fuori terra e 2.000 mq interrati. Avrà cinque nuovi gate e ospiterà inizialmente 3,3 milioni di passeggeri, con un obiettivo di 5,5 milioni entro il 2043.
All’esterno il viavai potrà contare su una nuova area di accesso con parcheggio, che ospita un edificio polifunzionale di 2.000 mq. L’area ha una superficie complessiva di 50.000 mq, di cui il 40% è a verde con aiuole, alberi e pergolati, ed il restante 60% è adibito a parcheggio, avrà accessi e spazi per altre autovetture, shuttle bus, autobus di linea a taxi; altri servizi come stalli per la sosta breve e la sosta lunga. Si prevede anche l’ammodernamento della pista di decollo, sarà anche portata a una lunghezza complessiva di 2,2 km per garantire una maggiore comodità.
L’architettura del nuovo terminal, progettata dallo studio fondato da Alfonso Femia, mira a creare una relazione con il paesaggio circostante attraverso aperture e chiusure, luce e verde. Per Femia alcune dichiarazioni spiegano cosa vuole intendere:
“il terminal deve costituire per il passeggero una parte del viaggio e della scoperta del territorio, inizio e fine di un’esperienza. Deve essere una educazione sentimentale alla realtà e ai nostri doveri per i luoghi che attraversiamo, incontriamo, conosciamo”
Le loro superfici sono rivestite da pannelli microporosi e opachi, in parte ricoperti da pannelli solari, che creano l’effetto di apertura e chiusura.
Il dialogo con l’esterno influenza e genera anche l’interno; l’organizzazione delle aree funzionali si alterna con degli ambienti chiusi e ad intervalli aperti, il tutto rimanda ad una rievocazione delle corti mediterranee che sfruttano la luce naturale e introducono il verde e il paesaggio. L’intero progetto è caratterizzato soprattutto da una forte connotazione autoctona; l’utilizzo di materiali che guardano alla tradizione locale, dona un carattere genuino. Spiccano la ceramica soprattutto, tra cui quella di Vietri, e il cotto.
Non da meno gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale. L’ecologia ed il rispetto dell’ambiente stanno diventando dei requisiti base e minimi per ogni circostanza che ci riguarda, in tutti gli aspetti della vita. Il progetto si baserà sulla nuova strategia di sostenibilità esistente e nel complesso ridurrà l’emissione di circa 390 tonnellate di CO2 nell’atmosfera ogni anno. Parte dell’energia elettrica sarà generata da pannelli fotovoltaici integrati nel tetto. La gestione dell’acqua è al centro della strategia di sviluppo sostenibile del nuovo complesso, l’area è ad alto rischio di desertificazione e tutta l’eventuale acqua piovana deve essere riciclata per usi consentiti di acqua non potabile. Caratteristica anche una forte presenza di piante e specie vegetali nelle aree verdi, selezionate per colore, albedo, mantenimento e necessità idriche.
Come molti aeroporti in Italia, l’aeroporto è nato negli anni ’20 come zona militare e ha mantenuto questa funzione quasi esclusiva fino all’inizio del nuovo millennio. Una risorsa preziosa per il turismo costiero; La Costiera è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1997, lo scalo è quindi stato d’obbligo; il suo primo volo regolare è stato aperto nel 2008 dopo che sono stati completati i primi adeguamenti. Ad oggi il progetto prevede l’allestimento di 4 banchi check-in, 2 aree di imbarco completamente attrezzate, la pista è stata modificata, allungata e dotata della segnaletica necessaria per le operazioni di decollo e atterraggio. L’ inserimento nel Piano Nazionale di Sviluppo Aeroportuale ha rappresentato un passo importante nel processo che ha portato prima al passaggio alla gestione di Gesac, a cui sono seguiti i piani di sviluppo ed espansione.