Nuovo ampliamento per il teatro alla Scala di Milano firmato Botta
Prendono il via i nuovi lavori di ampliamento del Teatro alla Scala, ad opera di Mario Botta, in collaborazione con Emilio Pizzi (Epta Studio Pizzi). L’intervento di addizione vedrà laluce a quasi quindici anni di distanza dall’intervento di ampliamento progettato da Mario Botta. Il Teatro alla Scala di Milano avrà un ulteriore allargamento dei i suoi spazi. Lo scorso 26 Aprile hanno posato la prima pietra del nuovo edificio, sempre a firma dell’architetto ticinese in collaborazione con l’architetto milanese Emilio Pizzi, realizzato in via Verdi, una strada laterale al Teatro del Piermarini.
L’intervento di ampliamento de “alla Scala”
Il nuovo volume sorgerà al posto di un immobile che il Teatro aveva acquistato nel 1997 dall’Istituto San Paolo di Torino. L’idea era già quella di trasformarlo e ampliare il proprio organico. L’intervento prevede una sala prove per il coro e l’orchestra, interamente ipogea, alta ben 14 metri e high tech. Su di essa si erge una torre, che sarà però arretrata rispetto alla strada (via Verdi). Inoltre trarrà ispirazione dalla Velasca di BBPR. La nuova torre conterrà gli uffici e la sala prove per il ballo. Inoltre, sarà ricostituita la continuità della cortina su strada. Al primo piano dei nuovi volumi realizzaranno l’area di montaggio e smontaggio delle scene, che porterà il palcoscenico alla lunghezza di ben 70 metri.
Il progetto comporterà alla ricostituzione dei volumi dell’edificio ex San Paolo, ad oggi demolito. Esso si ergeva lungo via Verdi. Il nuovo volume si eleva in altezza fino al filo di gronda dell’attuale torre scenica che, col corpo ellittico dei camerini e ad operazioni di ristrutturazione e restauro, fa parte del progetto di ampliamento terminato nel 2004 e anch’esso firmato dall’architetto ticinese con Emilio Pizzi.
La cerimonia di posa
Lo scorso 26 Aprile è stata posata la prima pietra del nuovo edificio. A tale cerimonia di posa della prima pietra hanno partecipato Giuseppe Sala, Sindaco di Milano e Presidente della Fondazione Teatro alla Scala, Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura Regione Lombardia, Monsignor Carlo Azzimonti, Vicario Episcopale, Dominique Meyer, Sovrintendente del Teatro alla Scala, Maria Di Freda, Direttore Generale, Marco Morelli, Direttore Tecnico e l’architetto progettista Mario Botta.
La nuova torre
La nuova torre si amplia verso la cima, proprio come la torre Velasca. Essa conterrà ai suoi ultimi piani le sale prova per la danza. Per come è costituita, con rivestimento e le rigide geometrie, essa pone l’addizione in continuità e in dialogo con i volumi del 2004.
Questo nuovo corpo viene mantenuto staccato dall’attuale filo esterno della torre scenica da un cavedio che sul fronte strada è individuato dal fornice di accesso dei mezzi di carico e scarico delle scene. In tal modo vengono garantite le condizioni di illuminazione naturale degli ambienti presenti sia all’interno della torre scenica sia all’interno del nuovo corpo di fabbrica
Così è riportato dagli architetti nella relazione tecnica che accompagna l’esecutivo.
La sala prove di circa 14 per 21 metri in pianta sarà ubicata nei sei piani interrati, con uno sviluppo in altezza di 14,10 metri, così come i cameroni orchestrali, i depositi e gli archivi. La fondazione, a platea, si imposta a quota -19 metri. La parte ipogea (-10,00 m) della struttura risulta piuttosto complessa. La causa principale è la presenza di acque in falda. Dalla relazione, si viene a conoscenza che per bilanciare, non solo l’acqua in falda, ma anche per le spinte orizzontali del terreno si è elaborata una soluzione. In corrispondenza delle pareti della sala prove dell’orchestra sono previste lesene in c.a. di larghezza e lunghezza variabile connesse tra loro da ballatoi orizzontali in c.a. in corrispondenza di ciascun interpiano.
Il progetto acustico della sala prove ipogea lo curerà il giapponese Yasuhisa Toyota di Nagata Acoustics, che ha lavorato per rendere sublime l’esperienza acustica anche nell’Elbphilharmonie di Amburgo progettata dallo studio Herzog & de Meuron.