Il ponte galleggiante sommerso norvegese, sorgerà fra i suoi meravigliosi fiordi e attraverserà oltre 1000 chilometri di costa frastagliata, per unire il porto di Kristiansand con Trondheim, nella parte centro settentrionale della Norvegia, evitando un percorso attuale di circa 21 ore fra traghetti e autostrade non continue. Sarà grazie a questo ponte, che l’autostrada E39 completerà il suo percorso tra i fiordi della Norvegia dimezzando i tempi di percorrenza fino a 10 ore e mezza.
Di fatto attraverserà sette fiordi norvegesi fra cui i fiordi di Sognefjord che è il più grande e famoso del paese.
Vista del territorio di Sognefjord – Norvegia
L’ammontare del progetto è di 25 miliardi di dollari e garantirà un vantaggio economico incalcolabile per i cittadini che abitano fra le zone attraversate, ma anche per i turisti che puntualmente visitano questi meravigliosi luoghi del nord Europa.
Il progetto consiste nell’impiegare una infrastruttura composta da ponti galleggianti sommersi, che si collocheranno a circa 30 m sotto il livello del mare senza alcun ancoraggio al fondale ma semplicemente con un sistema di zatteraggio che mantiene a galla il ponte sommerso, ovviamente con gli annessi ancoraggi agli imbocchi.
Il tunnel andrebbe a far di un ammodernamento della autostrade E39, con tempi di realizzazione che porterebbe il completamento stimato dell’opera nell’anno 2035; un tempo di costruzione lungo circa 20 anni.
Il vantaggio descritto nell’avere un ponte galleggiante sommerso è che, essendo un ponte letteralmente sommerso oltre i 30 metri, viene ottimizzata la navigabilità superficiale, garantendo quindi tutte le attività fondamentali turistiche e di trasporto merci; mentre il secondo vantaggio è che la struttura non subirebbe quindi la stessa esposizione agli agenti atmosferici di una struttura esposta all’aria esterna, restando in un ambiente più “controllato”.
Le problematiche potrebbero nascere sul come riuscire a garantire la durabilità del manufatto, soprattutto ai giunti strutturali di connessione, e su quali tecniche costruttive impiegare per assicurare il comfort di viaggio, che potrebbe essere a rischio a causa dei probabili spostamenti o vibrazioni che subirebbe il manufatto a causa delle correnti subacquee.
La struttura nasce da un progetto assegnato all’ingegnere capo Arianna Minoretti, originaria di Como, che nel 2013 è stata assunta dal governo Norvegese per studiare la fattibilità del progetto.