Alto Adige, 3.212 metri di quota. È in Val Senales il posto scelto da Olafur Eliasson per l’installazione della sua ultima opera Our Glacial Perspectives, una composizione a dir poco unica e singolare. L’artista danese-islandese è noto per aver esposto due volte alla Tate Modern di Londra la sua creazione The Weather Project (2003) e poi Ice Watch (2014), per la quale ha portato nella capitale inglese il ghiaccio dell’Islanda, visitata da 5 milioni di spettatori.
Sempre a Londra, lo stesso artista ha portato anche la sua Waterfalls, una cascata di 11 metri che ha fatto il giro del mondo passando da Sydney, New York, San Paolo e Versailles. Tutti temi che trasmettono il debole di Eliasson per l’ecologia ed il rispetto dell’ambiente. Ora lo stesso artista ha realizzato sul Monte Grawand una scultura permanente in vetro e acciaio simbolo della particolare esperienza del tempo e dello spazio. Una struttura che offre la suggestione del luogo, “vasto e sconfinato da un lato, locale e specifico dall’altro”.
Inaugurata lo scorso 9 ottobre 2020, l’opera si trova al termine di un percorso suggestivo scandito dalla presenza di nove porte posizionate ad intervalli proporzionali alla durata delle ere glaciali e interglaciali della Terra. Un sentiero che passa attraverso la montagna per una distanza di 410 metri, lungo la cresta del ghiacciaio Hochjochferner al confine tra Italia e Austria.
Per Ere Glaciali si denotano i periodi di tempo della storia climatica del nostro pianeta in cui è stato registrato un importante sviluppo delle calotte glaciali sulla superficie terrestre, dovuto ad un abbassamento diffuso della temperatura media globale. Mentre per Ere Interglaciali si intendono i periodi in cui si sono manifestate fasi di ritiro dei ghiacciai globali. Allo stato attuale ci troviamo in un periodo interglaciale chiamato Olocene.
Il percorso confluisce ad una struttura permanente realizzata in vetro e acciaio di 20 tonnellate. Un settore ad anelli dal diametro di circa 8 metri che avvolge una piattaforma circolare a picco sul Monte Grawand. L’opera offre una visione a 360 gradi sulle vette circostanti, un panorama del tutto spettacolare che mette in risalto l’importanza della natura in un ecosistema così delicato come quello montano. Il padiglione può essere utilizzato dallo spettatore come un vero e proprio strumento astronomico.
Gli anelli che costituiscono la struttura seguono il percorso apparente del sole nel cielo, dividendo l’anno in intervalli di tempo uguali. L’anello superiore ripercorre il percorso del sole nel solstizio d’estate, gli anelli centrali seguono gli equinozi, mentre l’anello inferiore ripercorre il solstizio d’inverno. Ogni anello è suddiviso a sua volta in lastre di vetro rettangolari che coprono uno spazio temporale di 15 minuti del percorso del sole nel cielo, permettendo allo spettatore di risalire all’ora del giorno in base alla posizione del sole.
Le lastre di vetro hanno colori di tonalità di blu differente, seguendo lo stesso principio del cianometro. Il cianometro è un antico strumento inventato dal padre fondatore dell’alpinismo Horace Bénédict de Saussure. Esso serve per “misurare” il colore azzurro del cielo in relazione all’umidità dell’aria e dunque all’altitudine sul livello del mare. La linea dell’orizzonte è rappresentata da due anelli metallici esterni al padiglione, mentre i quattro semianelli a sostegno dell’intera struttura simboleggiano gli assi nord, sud, est e ovest.
Committente dell’opera è Talking Waters Society. E’ una realtà nata per supportare progetti e azioni di carattere ambientale, quali i cambiamenti climatici, la difesa dell’ecosistema e la risorsa acqua. Il luogo di installazione dell’opera di Eliasson ospita anche la sede della stessa fondazione. Un posto simbolo della forza dell’acqua, che qua sgorga da una miriade di sorgenti artesiane e che, nonostante la profondità della roccia, trova sempre la sua strada verso la luce.