Secondo Enea, per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale del Paese “Italia” è necessario installare pannelli fotovoltaici su circa il 30% della superficie totale dei tetti degli edifici residenziali; ci riferiamo sempre ad un corretto ed equo approvvigionamento energetico.
È questo il risultato calcolato dall’ENEA cioè “Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie”, in uno studio pubblicato sulla rivista open access Energies, che descrive le vere potenzialità del fotovoltaico in Italia nel 2030 e nel 2050.
Ulteriore informazione da ritenersi come positiva è che lo spazio necessario per soddisfare il fabbisogno elettrico è quasi equivalente all’intera area adatta all’installazione di questi dispositivi. Viene infatti utilizzata solo la superficie del tetto dell’edificio esistente e non è attualmente richiesto alcun ulteriore utilizzo del terreno a disposizione utile.
Secondo il rapporto ENEA, in Italia ci sono più di 12 milioni di edifici residenziali. Considerandoli nel loro insieme, quindi, ciò equivale a una superficie totale del tetto di circa 1.490 kmq, di cui solo 450 kmq e cioè circa il 30% ha le cosiddette “proprietà adatte” all’installazione di pannelli fotovoltaici.
Se ipotizziamo che la superficie ottimale, circa 450 kmq, sia interamente occupata, come sottolinea lo studio, si potrebbero generare oltre 79.000 GWh di energia elettrica, per una capacità installata complessiva di 72 GW. Il dato non è interamente completo, anche se possiamo occupare una superficie minore (circa 310 chilometri quadrati), l’energia generata può soddisfare il fabbisogno elettrico del settore residenziale, corrispondente a un consumo medio annuo di circa 65.500 GWh. Sono numeri molto importanti.
A livello regionale, lo studio ENEA ha calcolato che il fotovoltaico sui tetti del Nord Ovest potrebbe generare oltre 5.500 GWh di energia elettrica entro il 2050, soddisfacendo fino al 50% della domanda residenziale. Nel Nordest tale quota potrebbe superare il 50%, con una produzione complessiva di 7.100 GWh. Nella regione centrale, invece, questa scenderà intorno al 40%, mentre nel sud e nell’arcipelago la copertura richiesta diminuirà gradualmente. Riferimenti per l’intero stivale.
Analizzando i dati raccolti, i ricercatori ENEA svelano anche quali sono gli scenari futuri più “probabili”. In particolare, secondo la ricerca, entro il 2030 la capacità installata del fotovoltaico potrà raggiungere solo 6 GW, che è solo l’11,5% del target di 52 GW di nuova capacità installata fissato dallo Stato entro il 2030; in soldoni sarebbe due volte e mezzo la capacità del fotovoltaico registrata nel 2020.
Lo studio stima ancora che il fotovoltaico potrebbe soddisfare poco meno del 40% del fabbisogno nazionale entro il 2050, con differenze significative a livello regionale: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dovrebbero essere raggiunte anche da obiettivi nazionali sono scenari più prudenti, mentre altre regioni richiedono scenari più rigorosi.
Nel complesso da un occhio esterno critico c’è una buona base da cui partire. Gli scenari che si prospettano sono abbastanza positivi ed incoraggianti. Sostenere e promuovere lo sviluppo progressivo e sempre crescente di energia fotovoltaica sui tetti è molto positivo.
Spiegano gli esperti, ENEA ha definito un nuovo indice per misurare il potenziale fotovoltaico di ogni regione e può supportare decisori politici e autorità locali nell’adozione di strategie energetiche sempre più efficaci e specifiche per ogni regione. Conosciuto come Indice di Potenziale Regionale (RPI), è il rapporto tra la potenza fotovoltaica installata e il massimo teorico installabile su una copertura ottimale calcolata (circa 450 km2 a livello nazionale).
L’indice è calcolato per tre anni base nello studio (2021, 2030 e 2050), ma nonostante il potenziale e l’accessibilità economica della costruzione di impianti fotovoltaici sui tetti, restano da affrontare sfide come l’intermittenza di questa fonte di energia, anche le procedure gestite rimangono complesse, anche con recenti normative volte a ridurre la burocrazia e a facilitare nuove agevolazioni.
Abbastanza è stato fatto per quanto riguarda le misure di efficienza energetica, soprattutto negli edifici, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Si può affermare che gli edifici residenziali da soli assorbono tra il 12% e il 30% del fabbisogno energetico totale del nostro Paese, principalmente a causa delle scarse prestazioni termiche della climatizzazione e degli involucri edilizi.
Quando l’energia radiante del sole viene convertita in calore ed elettricità, alimenta case e aziende e persino alimentare veicoli. Pertanto, essendo la fonte di energia più abbondante sulla terra, l’energia solare rimane una delle risorse più preziose in termini di fornitura verde, pulita e affidabile.
Ma ancora non basta; un sistema di energia solare per ogni casa può ridurre la dipendenza dalla rete e aiutare a risparmiare sulle bollette elettriche, un dettaglio non da poco conto. Infine, un altro aspetto da non sottovalutare è che gli impianti solari sono molto facili da installare e richiedono pochissima manutenzione. Finché li mantieni puliti e in buone condizioni fisiche, funzioneranno bene.
Ancora più importante, oggi gli esperti sembrano concordare sul fatto che più raccogliamo i benefici dell’energia solare, meno saremo dipendenti dai combustibili fossili. In questo modo non si producono emissioni di carbonio o altri gas “serra”, ma si riducono ed evitano i danni ambientali associati all’estrazione o alla trivellazione di combustibili fossili.
Ipotizzando che questa superficie ottimale (circa 450 chilometri quadrati) sia completamente occupata, si potrebbero generare oltre 79.000 GWh di energia elettrica, per una capacità installata totale di 72 GW. Pur con un ingombro ridotto (circa 310 chilometri quadrati), l’energia generata può soddisfare il fabbisogno elettrico dei residenti, che equivale a un consumo medio annuo di circa 65.500 GWh.
Dati che fanno ben sperare ma anche riflettere. Non spetta soltanto ai decisori attuare politiche di sviluppo, anche le volontà individuali sono necessarie ed importanti. Il pianeta terra è un posto fantastico ma spetta a noi “mantenerlo”. Trattiamo i luoghi in cui viviamo pensando che in futuro ci abiteranno i nostri figli ed i nostri nipoti.
“La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirla migliore di come l’abbiamo trovata”
La citazione che fu probabilmente del “Barone Robert Baden-Powel”, citando a sua volta un antico detto, racchiude per intero il senso civico e di dovere che spetta ad ognuno di noi nel proprio spazio vitale. Insomma, diamoci una mossa.