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Parco Romana, la riqualificazione dello scalo di Porta Romana a Milano

Parco Romana, la riqualificazione dello scalo di Porta Romana a Milano

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Con Parco Romana, Milano si appresta ad ritrovare un’area fondamentale per la città e a guardare dritta al futuro. Dove Da diversi anni Milano è al centro di un progetto di riqualificazione urbanistica senza precedenti in Europa. In pochi anni il tessuto della città è radicalmente cambiato, con svariati luoghi abbandonati e dismessi trasformati in zone lussuose e moderne. Uno dei punti cardini della rigenerazione della città lombarda passa per le tante aree ferroviarie in stato di degrado.

Proprio queste aree sono le protagoniste dell’Accordo di Programma siglato da Ferrovie dello Stato, FS Sistemi Urbani e RFI, Comune di Milano, Regione Lombardia e a Coima SGR. L’obiettivo è stravolgere e riqualificare gran parte degli scali ferroviari dismessi in città. Dopo i progetti di Farini e San Cristoforo, ora è il turno della zona di Porta Romana e del suo scalo. Il progetto di rigenerazione, denominato Parco Romana, punta ad essere un simbolo della Milano del futuro ed è stato vinto da un vasto team di associati che comprende, tra gli altri, Diller Scofidio + Renfro, Carlo Ratti Associati e Arup.

Parco Romana, il futuro di Milano passa da qui

Parco Romana ripensa totalmente un scalo ferroviario storico che divide da più di un secolo questa area a sud di Milano. L’integrazione tra natura e città è il leitmotiv di questo progetto. Il parco unisce un regno urbano frammentato ricollegando i quartieri circostanti con un’area a uso misto che esplicherà i principi di inclusività, biodiversità, resilienza, connettività e benessere. La pianificazione integrata del quartiere incentiverà gli spostamenti pedonali, creando un’area car free per la mobilità dolce. Il mix di spazi pubblici e di percorsi accessibili ospiteranno servizi essenziali e commercio di prossimità come parti integranti e vive del progetto.

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Parco Romana è costruito attorno a un nuovo grande parco, fulcro del progetto. Un prato naturale privo di barriere architettoniche che celebra le sue storie stratificate e offre ambienti condivisi per la vita e il lavoro, unendo una comunità diversificata di residenti, studenti, impiegati, atleti e visitatori.

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All’interno del parco si troverà una strada verde sopraelevata che aiuterà a contenere, piuttosto che cancellare, l’infrastruttura ferroviaria esistente. Centinaia di alberi forniranno percorsi pedonali dedicati con viste inaspettate sull’area circostante. Parco Romana sarà un bosco ricco di biodiversità e zone umide intervallate da orti comunitari, dove la salute e il benessere saranno le protagoniste con percorsi dedicati. Cortili che richiamano la tradizione milanese creeranno aree semi-pubbliche all’interno delle quali socializzare, lavorare e rilassarsi.

All’interno di Parco Romana anche il villaggio olimpico di Milano 2026

All’estremo opposto del parco, nel quadrante sud ovest, sorgerà un quartiere residenziale ad uso misto che ospiterà inizialmente gli atleti per le Olimpiadi invernali di Milano 2026. Uno spazio semplice e regolare che consente la massima funzionalità e che dopo i giochi sarà trasformato in una comunità residenziale a prezzi accessibili.

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Quest’area comprenderà un’importante piazza pubblica con una varietà di ambienti flessibili per esercizi all’aperto. Sorgeranno anche food truck, spazi di coworking e per eventi culturali, il tutto integrato all’interno e intorno ai capannoni storici storici della stazione ristrutturati.

Parco Romana integra un approccio progettuale basato sulla programmazione temporale e una valutazione continua del ciclo di vita. Un’infrastruttura basata sui dati e su strumenti parametrici che ottimizza la distribuzione dell’uso del suolo e delle risorse, disegnando anche nuove forme di coinvolgimento degli utenti e supportando la sostenibilità economica.

Un parco attento alla sostenibilità

L’impegno per la sostenibilità del progetto definisce e misura gli obiettivi ambientali ed ecologici con indicatori di prestazione che guidano il processo di progettazione e di costruzione. Oltre a soddisfare e integrare ogni requisito dell’Accordo di Programma, gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed ecologica del parco si allineano ai protocolli dell’Accordo di Parigi, del Green Deal europeo e del Piano nazionale di recupero e resilienza definito a livello di SDG delle Nazioni Unite.

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Lo sviluppo dello Scalo si concentrerà su quattro fattori principali:

  • La decarbonizzazione coerente con le condizioni climatiche locali;
  • La creazione di una comunità resiliente che promuoverà la salute e il benessere dei cittadini;
  • Un approccio circolare che porterà valore nel breve e lungo periodo;
  • Il supporto della biodiversità, la valorizzazione del capitale naturale con soluzioni di silvicoltura e agricoltura urbana.

Le nuovi costruzioni saranno realizzate con materiali il più possibili naturali e a basse emissioni di carbonio. Protagoniste saranno le tecnologie verdi, che forniranno energia rinnovabile, acqua pulita e cibo fresco per garantire che il progetto diventi una risorsa piuttosto che un onere per i servizi municipali.

Un quartiere dei 20 minuti

Parco Romana poterà a Milano per la prima volta il concetto di quartiere dei 20 minuti. L’obiettivo è quello di fornire tutto il necessario per la vita quotidiana a pochi passi dagli ambienti di vita e di lavoro del quartiere. L’attenzione ai pedoni e alle biciclette ridurrà al minimo la dipendenza dalle automobili e attiverà nuovi percorsi verso e attraverso il sito. Corridoi integrati con nuove piazze pubbliche fungeranno da luoghi di ritrovo naturale all’intersezione dei principali percorsi pedonali.

Ma non mancano le polemiche

L’intera area di Porta Romana è stata recentemente acquistata dalle società Coima, Covivio e Prada per 180 milioni di euro. Il progetto vincitore della riqualificazione vede la partecipazione di tantissimi interpreti: OUTCOMIST, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, Gross. Max., Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia. Seppur grandissimi nomi abbiano partecipato a questo vasto intervento di riqualificazione, non mancano però le polemiche. Più per questioni ideali che pratiche.

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All’interno dell’Accordo di Programma è scritto che almeno il 50% delle aree ferroviarie dismesse sarà destinato a spazio verde. Una cifra che vuole rappresentare un minimo e soprattutto una sfida interessante per architetti e progettisti. Il progetto vincitore adibisce a spazio verde proprio il 50% dell’area di Porta Romana, mentre per la restante parte saranno previste nuove edificazioni e riqualificazioni. Le nuove strutture saranno per lo più di dimensioni contenute e si svilupperanno più in pianta che in altezza, sottraendo quindi più spazio al verde. Si sarebbe potuto fare diversamente?