Passive House, una casa a consumo zero
Dalla casa che consuma meno energia di quella che produce, fino alle pareti del futuro, l’edilizia sostenibile è ormai sempre più centrale nel settore delle costruzioni. Una delle novità più interessanti in questo contesto è la Passive House, una tipologia di casa sostenibile ed efficiente sviluppata in Svezia e diffusasi rapidamente in tutto il resto del mondo. La Passive House alla base ha un concetto di ottimizzazione e progettazione veramente molto minuzioso e all’anvanguardia. Un passo importante verso un futuro più green e un modo di costruire più vicino alla natura.
Che cosa è una Passive House?
Una Passive House si definisce come tale perché esistono dei componenti che non hanno bisogno di energia dall’esterno, detti per tale motivo passivi. Essi hanno la funzione di coibentazione termica e recupero del calore, concetti cardine per questo tipo di strutture edilizie. Niente termosifoni o caldaie quindi. La corretta temperatura interna è garantita diversamente, ad esempio tramite un sistema sotterraneo di approvvigionamento e climatizzazione dell’aria. Ma giocano un ruolo fondamentale anche la corretta esposizione al sole e lo sfruttamento di tutto ciò che può produrre calore, come elettrodomestici e gli stessi abitanti della casa.
I costi di installazione di una Passive House sono compresi tra il 3 e l’8% in più rispetto a un edificio tradizionale. Ma il risparmio dovuto a un minor dispendio energetico compensa abbondantemente le spese aggiuntive. Una normale casa mediamente necessita fino a 10 litri di gasolio annui per metro quadro di superficie utile per il riscaldamento.
Una Passive House consuma solamente di 1,5 litri o 1,5 metri cubi di gas naturale. Nel caso in cui si volesse procedere ad una ristrutturazione di un edificio già esistente per convertirlo in casa passiva, i costi per la sostituzione dei serramenti e degli impianti termici lieviteranno da un minimo di 80 euro fino a un massimo di 250 euro per metro quadro. Ma saranno durevoli e soprattutto sostenibili.
Come si ottiene il comfort climatico?
L’adattamento al clima in cui sono ubicati gli edifici passivi avviene considerando se la zona è molto fredda o calda. Laddove le temperature sono più basse viene rafforzato il sistema di coibentazione con pannelli integrativi. Mentre dove sono più alte viene potenziato il sistema di ventilazione e si garantisce una differente disposizione dei serramenti. Il mix di coibentazione e ventilazione, adeguatamente progettati, riesce ad eliminare quasi del tutto il problema della condensa, che provoca umidità, muffa e aria malsana. Inoltre, questi fabbricati sono anche isolati acusticamente e adatti alle zone con elevata sismicità e pericolo di fenomeni atmosferici più avverse. Dunque, le caratteristiche principali di una Passive House per garantire un comfort climatico adeguato agli inquilini sono riassumibili in 5 punti:
- Finestre realizzate con vetri doppi o tripli dall’elevato fattore solare e basso emissivi. A seconda dell’esposizione al sole può cambiare la loro superficie.
- Coibentazione termica di tutti gli elementi, assicurando una temperatura e un calore distribuiti equamente in tutte le stanze, anche mediante l’utilizzo di un impianto ad energia solare.
- Ponti termici minimizzati, ovvero quei punti delle abitazioni in cui c’è una differenza di flusso termico tra interno ed esterno più spiccata.
- Impianto di ventilazione controllata, che provvede al ricambio dell’aria e attraverso speciali filtri ad intrappolare i pollini, ma anche composti come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e i VOC (composti organici volatili), altamente dannosi per la salute.
- Tenuta all’aria dell’involucro dell’abitazione, verificabile con il Blower Door Test, che consente di eseguire con l’ausilio di un grande ventilatore a controllo elettronico misure di permeabilità.
Alcuni esempi di Passive House in Italia
I Passive House Institute sono dei leader nella ricerca e sviluppo di queste soluzioni abitative da diversi decenni e sono dislocati in diverse parti del mondo. In Italia, il concetto di casa passiva si è diffuso grazie al Passive House Institute Italia e rappresenta uno degli enti in grado di dare la certificazione di Passive House a un edificio, classificandolo in base a direttive europee come NZEB (Near Zero Energy Building). In Trentino ci sono diverse strutture passive con destinazioni altrettanto differenti. Si passa da una villa a Roncone, a un Hotel a Nago Torbole a un edificio pubblico a Bolzano. Ma ce ne sono molte altre anche nel resto d’Italia, come a Perugia e Catania, dove è stata tra l’altro rispettata la classica estetica di una casa tipicamente mediterranea.