Il Pirellino, l’ex grattacielo comunale di Via Pirelli 39 in zona Porta Nuova Gioia, è pronto a rivivere grazie al progetto firmato Stefano Boeri e Diller Scofidio + Renfro. Un profondo intervento che donerà a Milano un nuovo Bosco Verticale che prenderà il nome di Pirelli 39. I due studi hanno vinto un concorso internazionale indetto il 25 novembre 2019, a cui hanno preso parte 359 studi di architettura in rappresentanza di 15 paesi. Il Pirellino così sarà completamente rigenerato dando vita ad una struttura unica al mondo. Dove ancora una volta i concetti cardine di sostenibilità ambientale, rivalutazione dell’esistente e miglioramento dell’urbanistica si intrecciano in maniera armoniosa e funzionale.
Il Pirellino di Milano rappresenta appieno la storia edilizia del nostro paese. E così come tante altre strutture è allo stesso tempo il problema e la soluzione del patrimonio esistente. La struttura, costruita nel 1958 dall’architetto Gio Ponti assieme a Pier Luigi Nervi e fratello minore del più noto Pirellone, è stata dismessa dal Comune di Milano nel marzo 2015. Come gran parte degli edifici dell’epoca, il Pirellino non è conforme alle norme antisismiche e quindi inefficiente ad un uso moderno. A questo si aggiungono gravi problemi strutturali, di inquinamento e di degrado ambientale che hanno reso inevitabile la decisione del Comune.
Inoltre al Pirellino mancano una serie certificazioni di sostenibilità ormai di prassi. E il suo brusco inserimento nel contesto urbanistico crea una frattura che oggi interrompe le diverse parti dei quartieri circostanti. Dopo il suo abbandono, il Pirellino è andato all’asta ed è stato acquistato dal gruppo COIMA per una cifra record di 193 milioni di euro. Il gruppo COIMA da ormai diversi anni sta completamente cambiando l’aspetto della capitale Lombarda con investimenti coraggiosi e importanti.
Questo le parole Manfredi Catella, Founder & CEO di COIMA: “Anche alla luce dell’emergenza sanitaria ritengo che la rigenerazione del territorio rappresenti una chiave industriale strategica di rilancio del territorio italiano, da un punto di vista culturale, ambientale, sociale ed economico.”
Il nostro Paese è ricco di edifici iconici e luoghi straordinari che hanno la necessità di essere riscritti e ripensati secondo criteri di sostenibilità e di innovazione. Un percorso e una missione che già da molto tempo condividiamo con i nostri investitori e che può rappresentare una leva determinante per le nostre città e per il nostro Paese.”
La riqualificazione del Pirellino si inserisce nel processo di rigenerazione del quartiere iniziato con Gioia 22. E che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20.
Il nuovo Pirellino è stato pensato per essere il paradigma della rigenerazione urbana che interpreta l’agenda post Covid. La proposta di Stefano Boeri e Diller Scofidio + Renfro è quella di un utilizzo misto degli spazi. Per questo, il progetto prevede sia il recupero della torre esistente che dell’edificio a ponte su Melchiorre Gioia, ma anche la realizzazione di una nuova torre residenziale ricoperta di vegetazione.
Per quanto riguarda la struttura esistente, essa manterrà la sua destinazione terziaria. Ma si adeguerà agli standard attuali di uso e qualità degli spazi. Ciò significa che verrà mantenuto il carattere originario dell’edificio, andando però ad aggiornare la dotazione impiantistica e migliorando le prestazioni energetiche e strutturali. Queste ultime con mirati interventi di retrofitting che permetteranno l’adeguamento della struttura alla normativa attuale. Un punto, quello del recupero strutturale, fortemente voluto dal committente, che fa del riuso edilizio rispetto alla demolizione e ricostruzione il suo biglietto da visita.
L’edificio a ponte sarà invece completamente reinventato. La struttura, oggi percepita come un muro invalicabile, sarà svuotata e alleggerita, pur mantenendone la sua funzione primaria di ponte sulla strada. Diventerà infatti un vero e proprio hub a servizio della città, con spazi destinati a eventi, mostre e percorsi wellness. Il fulcro della riqualificazione del ponte sarà però la green house. Una vera e propria serra della biodiversità, naturale estensione della Biblioteca degli Alberi che parte dal Bosco Verticale, che donerà un’esperienza immersiva ed educativa tra tantissime specie vegetali.
Il Pirelli 39 sarà sicuramente la struttura che catturerà gli occhi dei passanti. Un edificio in stile Bosco Verticale ricoperto da 700 metri quadri di vegetazione, dove la colorazione delle essenze arboree si alternerà in funzione della stagione. Una struttura che assorbirà 14 tonnellate di Co2 e produrrà 9 tonnellate di ossigeno all’anno. Esattamente come un bosco di 10 mila metri quadrati.
La struttura sarà dotata di 2770 metri quadri di pannelli fotovoltaici, con i quali sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico. Inoltre la Torre Botanica sarà costituita da parti strutturali in legno che abbasseranno ancora di più la sua impronta di carbonio.
Il Pirellino sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo i criteri ESG. I suoi numeri fanno capire l’importanza e l’innovazione che il progetto porterà a Milano. La struttura farà uso di zero combustibili fossili e avrò un livello di emissioni di Co2 allineato con gli obiettivi dell’Agenda Europea 2050. Più del 70% dell’edificio esistente sarà recuperato e più del 65% del fabbisogno annuale di energia sarà ricavato da fonti rinnovabili. Saranno creati più di 5000 posti di lavoro tra la fase progettuale, costruttiva e di gestione. E genererà infine un valore aggiunto di 500 milioni di euro.