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Più strade, meno legami: le autostrade urbane ostacolano le connessioni sociali

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Autostrade, meno legami umani (Pixabay Foto) - www.buildingcue.it

Le autostrade urbane sono state progettate per migliorare la mobilità nelle città, riducendo i tempi di percorrenza e facilitando il traffico automobilistico.

Tuttavia, un recente studio pubblicato su PNAS e condotto dal Complexity Science Hub dimostra che queste infrastrutture possono avere un impatto negativo sulle connessioni sociali tra gli abitanti delle città, specialmente a distanze inferiori ai 5 km.

Gli studiosi hanno analizzato le connessioni sociali in 50 grandi città statunitensi, verificando come le autostrade agiscano da barriere fisiche e psicologiche. I risultati dimostrano che le persone che vivono ai lati opposti di una strada a più corsie tendono a interagire meno, riducendo così il tessuto sociale urbano. Questo effetto si attenua solo a distanze superiori ai 20 km, dove le autostrade tornano a favorire i collegamenti tra diverse zone della città.

L’analisi ha combinato dati geografici con informazioni provenienti da social network, in particolare da X (ex Twitter), per quantificare l’impatto delle infrastrutture viarie sulle relazioni sociali. Il metodo innovativo utilizzato ha permesso di dimostrare in modo quantitativo ciò che molti urbanisti sospettavano da tempo: le autostrade, sebbene utili per il traffico veicolare, frammentano la coesione sociale.

Il caso di Cleveland è emblematico: la città ha registrato il più alto livello di “barriera sociale” associato alla presenza di autostrade urbane. Questo fenomeno non è casuale, ma il risultato di decenni di urbanizzazione che hanno spesso seguito logiche di segregazione sociale e razziale, dividendo comunità e riducendo le opportunità di interazione tra diversi gruppi di popolazione.

Un’eredità del passato che pesa sul presente

Negli Stati Uniti, la costruzione di autostrade negli anni ’50 e ’60 è stata pensata per agevolare gli spostamenti dei lavoratori pendolari. Tuttavia, molte di queste infrastrutture sono state costruite attraversando quartieri densamente popolati, spesso in modo da separare gruppi etnici o sociali. Un esempio famoso è Detroit, dove la 8 Mile Road è diventata un simbolo della divisione tra comunità bianche e nere.

Studi come questo sono fondamentali per dimostrare che gli effetti di quelle decisioni urbanistiche sono ancora visibili oggi. Le aree divise dalle autostrade presentano livelli inferiori di interazione sociale rispetto a quelle senza grandi barriere infrastrutturali. Questa separazione non si limita solo alla difficoltà fisica di attraversare la strada, ma si estende anche alla percezione psicologica di distanza e di estraneità tra gli abitanti.

Autostrade
Autostrade e legami umani (Pixabay Foto) – www.buildingcue.it

Politiche urbane per riconnettere le città

Negli ultimi anni, negli Stati Uniti sono stati avviati programmi per ridurre l’impatto negativo delle autostrade urbane, come l’iniziativa “Reconnecting Communities“, che mirava a investire milioni di dollari per migliorare la coesione sociale attraverso infrastrutture più inclusive. Tuttavia, con il recente cambio di governo, molti di questi progetti sono stati sospesi, rendendo ancora più urgente il bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’importanza di ripensare gli spazi urbani.

Questa ricerca sottolinea la necessità di progettare città che bilancino la mobilità con la qualità della vita dei cittadini. Soluzioni come il potenziamento del trasporto pubblico, la creazione di passerelle pedonali e l’abbattimento di alcune autostrade obsolete potrebbero contribuire a ricucire il tessuto sociale urbano, rendendo le città più vivibili e connesse.