Nel campo dell’ingegneria civile e specialmente di quella idraulica, l’Olanda è una delle nazioni più all’avanguardia nel mondo, a causa principalmente della geografia del suo territorio. Infatti gran parte del territorio dei Paesi Bassi, soprattutto quello in prossimità delle coste, è stato ricavato dal mare: circa il 20% della superficie è localizzato al di sotto del livello del mare, mentre più del 50% del territorio dei Paesi Bassi giace a meno di un metro sopra il livello del mare, il tutto protetto da dighe e innovativi sistemi di drenaggio dell’acqua. In pratica tutti i Paesi Bassi giacciono su quelli che tecnicamente si chiamano polder, ovvero tratti di mare asciugati artificialmente. Basti pensare che Amsterdam si trova a 2 m al di sotto del livello del mare, circondata però da terreni ampiamente pianeggianti, e che il punto continentale più alto della nazione è il Vaalserberg, una collina alta appena 321 m s.l.m.
Ci troviamo di fronte ad un esempio nel quale la conformazione di un territorio ha influenzato la società e la cultura di un intero popolo. Un esempio della particolarità di questa affascinante nazione è il ponte dell’acquedotto Veluwemeer, che colpisce a prima vista per il fatto che esso passi non al di sopra ma al di sotto di questo lago, con le imbarcazioni che invece navigano tranquillamente al di sopra.
Inaugurato nel 2002, questo ponte è lungo 25 m e largo 19 m, ed è stato costruito ad una profondità di 3 m al di sotto del livello del mare, permettendo la circolazione di quasi 28.000 veicoli al giorno. Esso di certo non colpisce per le dimensioni, ma per la particolarità del suo design.
Gli ingegneri che hanno lavorato a questo progetto infatti hanno scelto questa particolare soluzione valutando principalmente tre fattori: il costo, il tempo e la portata dell’acquedotto. Un tunnel, opzione considerata inizialmente, avrebbe portato via molto tempo per la sua costruzione, con soluzioni progettuali che sarebbero state identiche a quelle del ponte sotterraneo. Un classico ponte invece sarebbe stato inutile data la piccola portata dell’acquedotto, e avrebbe incrementato di molto i costi e il tempo di costruzione. Ecco perché gli ingegneri hanno virato verso questo piccolo ponte sotterraneo, saldamente protetto da muri di contenimento.
Questo ponte ha però un’altra particolarità oltre il suo design; esso infatti collega la terraferma con Flevoland, la più grande isola artificiale al mondo. Con la superficie di quasi 2.500 km2, Flevoland è stata ottenuta dal prosciugamento del mare in due parti, quella meridionale e quella orientale, a seguito degli importanti allagamenti di inizio ‘900. Queste due parti sono divise tra di loro da una diga, che serve a tenere al sicuro una zona nell’eventualità che l’altra venga allagata.
Questo ponte rappresenta una soluzione ingegneristica estrema che solo l’Olanda ci può dare!