Da che mondo è mondo, natura e costruzioni artificiali (si tratti di edilizia, infrastrutture o quant’altro poco cambia) non vanno molto d’accordo. A parte alcune rare eccezioni, quando ci si trova in un luogo dove la natura la fa da padrona non si è mai piacevolmente colpiti dalla presenza di costruzioni umane, spesso considerate di troppo, sgradevoli esteticamente e fonte di deturpamento della zona in questione.
Sebbene molte costruzioni dell’uomo vengano definite come “opere d’arte”, spesso e volentieri queste lo sono solamente di nome e non di fatto. C’è, comunque l’eccezione che conferma la regola, e in questo caso c’è anche un po’ di Italia in gioco grazie all’impresa di costruzioni trevigiana Maeg. Impresa che di “opere d’arte” vere e proprie se ne intende da decenni, avendo realizzato in tutto il mondo strutture quali l’Infinity Bridge di Dubai (tanto per fare un esempio).
Ora ci spostiamo in Austria, per ammirare il ponte sospeso sul Danubio, perfetto connubio fra ingegneria, architettura e natura.
Essere il più invisibile possibile era un requisito fondamentale per il ponte sospeso che emerge tra il verdeggiante lato Sud della valle del Danubio a Linz, in Austria, e la sponda opposta. Supportate da cavi direttamente ancorati ai lati della valle, in questi giorni si sta procedendo al posizionamento in opera delle ultime sezioni dell’impalcato lungo 305 metri. Man mano che il ponte assume la sua forma definitiva, la joint venture a guida italiana (Maeg e Gruppo ICM) sta anche completando oltre 3 chilometri di nuovi tunnel con perforazioni ad alta curvatura attraverso i lati della valle per collegare le autostrade della riva del fiume con il nuovo attraversamento. Insomma, un progetto tutt’altro che facile!
Si tratta forse dell’opera più importante nella viabilità austriaca. E’ realizzato per trasportare la circonvallazione occidentale della A26 sopra il grande corso d’acqua, in prossimità della città di Linz. L’impalcato, realizzato in acciaio, sarà sospeso da grandi gruppi di cavi tesi tra gli ancoraggi sui fianchi della valle. Più di 200 ancoraggi da roccia, perforati con meticolosa precisione fino a 70 metri nel terreno, tengono fermi i cavi principali che sostengono l’impalcato. Questo, per mancanza di spazio in cantiere (essendo largo oltre 24 metri), è stato pre-assemblato in sezioni in un’apposita area lungo il Danubio. Sono state poi trasportate in posizione su una chiatta, sollevate con dei martinetti ed agganciate ai pendini di sospensione.
L’inizio del progetto è datato 2019 e verrà completato, salvo imprevisti, ad Agosto 2023, mentre l’opera nel suo complesso terminerà agli inizi del 2024. Bisognerà dunque aspettare ancora un anno circa prima di poter ammirare una gran bella “opera d’arte” di nome e di fatto!
Progettato per molti anni dalle autorità locali, l’intervento è rimasto inattivo fino a quando ASFINAG (la società austriaca di proprietà pubblica che gestisce le autostrade austriache) non vi è subentrata circa 15 anni fa, fornendo la maggior parte dei finanziamenti. Per dilazionare l’investimento nel tempo, ASFINAG ha suddiviso il progetto in tre parti, partendo dal ponte sospeso sul Danubio e dalle gallerie di collegamento. Altri 5 chilometri di tunnel in direzione Sud fino alla stazione ferroviaria principale e oltre, oltre ad un altro ponte, completeranno il programma in due fasi successive, probabilmente a partire dal 2025.
Estendendosi per circa 500 metri tra gli ancoraggi, i cavi di sospensione del ponte supportano 20 paia di pendini con passo di circa 15 metri lungo i bordi del ponte. Ogni cavo comprende sei coppie impilate di trefoli bloccati a spirale, fissati a sporgenze in acciaio montate su elaborati blocchi di ancoraggio in calcestruzzo armato gettati sui pendii collinari sovrastanti la valle del Danubio. Il ponte è costituito da un impalcato largo 24,5 metri formato da un cassone trapezoidale largo 7,8 metri nella parte superiore e 5 metri in quella inferiore. Esso risulta intervallato ad un passo di 14,55 metri da diaframmi a supporto della soletta collaborante in cemento armato.
A monte di quest’innovativa e audace proposta progettuale c’è la società di ingegneria tedesca Schlaich Bergermann Partner (SBP). Questa ha vinto il concorso di progettazione del ponte quasi 20 anni fa con una struttura sospesa senza supporti intermedi. D’altronde un ponte convenzionale non era fattibile in una valle così stretta e delimitata dalla presenza di strade e ferrovie. Da qui l’idea di una struttura di concezione particolare, che oltre ai vantaggi esecutivi risulta senz’altro meno impattante a livello ambientale.