Molti sono i ponti che hanno battuto dei record di lunghezza assurdi negli ultimi anni arrivando a toccare i 40 km di lunghezza, ma quanti sono stati i ponti interamente costruiti in calcestruzzo nel corso dei secoli? Tutti sanno cosa è un ponte, ma la definizione generale è quella di struttura utilizzata per superare un ostacolo naturale o artificiale, che si antepone alla continuità di una via di comunicazione. Se l’ostacolo è un corso d’acqua si parlerà di ponte, mentre se l’ostacolo è una vallata si parlerà invece di viadotto; infine avremo dei cavalcavia se l’ostacolo è rappresentato da un’altra via di comunicazione.
I primi costruttori di ponti sono stati sicuramente i romani, che con i loro ponti tutt’oggi in piedi sono riusciti a collegare un gran numero di città. Il maggior uso che i romani facevano di questa struttura era per il trasporto dell’acqua, e uno tra i tantissimi esempi di questa straordinarietà è sicuramente il ponte del Gard, ponte a tre livelli situato nel sud della Francia, visibile sopra in figura. Grazie all’introduzione dell’arco e all’uso della pietra i romani in primis sono riusciti a scavalcare numerosi corsi d’acqua. Dopo di loro è possibile annoverare sicuramente i ponti medievali che, con il loro arco ribassato, hanno permesso di realizzare luci maggiori: un esempio importante è quello del Ponte Carlo, situato nella città di Praga.
A partire dell’800, grazie all’invenzione del cemento armato e alla progettazione frutto di nuove intuizioni, le strutture si snelliscono ulteriormente portando quasi all’esasperazione delle forme. Nel 1930 il Salginatobel Bridge in Svizzera è il primo ponte in calcestruzzo ad essere costruito.
Il problema del cemento armato è che ha notevoli limiti nei ponti a travata. Per questo un notevole sviluppo nella progettazione di queste strutture si ha con l’introduzione del cemento armato precompresso, un’idea molto semplice ma che riesce a combattere il maggior nemico del calcestruzzo, ovvero la trazione. Introducendo uno stato di pre-sollecitazione è conferito al calcestruzzo la capacità di resistere a sforzi di trazione senza fessurarsi. Due sono le tecniche di precompressione: la prima è con armatura pre-tesa, la seconda con armatura post-tesa. I pro di realizzare un ponte interamente in calcestruzzo sono da cercare sicuramente nei costi di manutenzione quasi irrisori che essi hanno.
Nel periodo compreso tra gli anni 1979-1982 fu costruito il Seven Mile Bridge in Florida, su progetto di Muller. È un ponte stradale che collega la Florida con l’isola di Key West, costruito in affiancamento all’Old Seven Mile; sopra in figura ci sono il vecchio e il nuovo Seven Mile affiancati. Il Seven Mile Bridge rappresenta attualmente il ponte in calcestruzzo con precompressione esterna e con sezione a cassone più lungo del mondo. Fu originariamente costruito fra il 1909 ed il 1912, sotto la direzione dei lavori di Henry Flager Clarence S. Coe, ed aveva la funzione di ponte ferroviario. Purtroppo nel 1935 un fortissimo uragano, che fece 408 vittime, ne distrusse alcuni tratti e la compagnia ferroviaria proprietaria del ponte decise di venderlo agli Stati Uniti d’America. Il governo USA lo riparò, modificandolo, in modo da poterlo aprire al traffico veicolare. Dal 1978 al 1982 venne costruito un secondo Seven Mile Bridge, distante solo poche centinaia di metri dal precedente.
Il vecchio Seven Mile Bridge è oggi aperto solo a pedoni e ciclisti e si discute sulla possibilità di un restauro che preveda la ricostruzione di alcuni tratti tuttora mancanti. Il nuovo Seven Mile Bridge invece è costituito da 266 campate, la maggior parte delle quali ha la lunghezza standard di 41.15 metri per una lunghezza totale di 11 km. Si vi starete chiedendo se questo è in generale il ponte più lungo al mondo la risposta è ovviamente no: il ponte più lungo arriva a una lunghezza di ben 40 km, ma il Seven Mile Bridge di Miami è sicuramente quello più lungo realizzato interamente in calcestruzzo.