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Alunno che frequenta la scuola (Pixabay Foto) - www.buildingcue.it

Crollano 69 scuole nel 2023, il dato è il peggiore degli ultimi 7 anni in Italia. A dirlo è il XXII Rapporto sulla sicurezza delle scuole presentato da Cittadinanzattiva. Secondo il report le strutture più a rischio sarebbero gli asili e le università, ma la situazione non è molto più rosea per gli altri istituti. La maggior parte delle scuole crollate – 28 – è nel Sud Italia e nelle isole, mentre nel Nord Italia la percentuale è del 40,5%. Il Centro si attesta al 19% dei crolli. Dall’analisi del rapporto risulta che gli edifici pubblici davano segni di cedimento che sarebbero stati sottovalutati.

La situazione delle scuole italiane

Secondo i dati emersi dal Rapporto, il 59,16% degli edifici adibiti a scuola non hanno il certificato di agibilità, documento necessario anche per aprire un negozio o qualsiasi altra struttura aperta al pubblico. In più, mancherebbe all’appello anche la certificazione relativa alle misure antincendio enl 57,68% dei casi. Il collaudo statico – che serve per capire come si muove l’edificio in caso di terremoto – è assente nel 41,5% dei casi. L’11,4% delle scuole è stato costruito secondo le norme antisismiche, mentre un altro 3% sarebbe stato adeguato a queste leggi con interventi mirati. Nel 64% dei casi le scuole non hanno manutenzione o ne hanno poca. Tra i problemi più comuni si segnalano infiltrazioni d’acqua, umidità e pezzi di intonaco che cadono. Nel 50,8% dei casi in caso di segnalazione si è proceduto con un intervento.

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Insegnante con bambini delle elementari (Pixabay Foto) – www.buildingcue.it

Piani di evacuazione ed effetto PNRR

Il 92% degli intervistati per il Rapporto di Cittadinanzattiva ha parlato di un piano di evacuazione presente e seguito con attenzione. Un 8%, invece, ritiene che non siano state effettuate. Le prove riguardano soprattutto i rischi incendio e sismici, ma ci sarebbero meno prove in caso di alluvioni e di eruzioni vulcaniche. Purtroppo anche i fondi PNRR per la sicurezza nelle scuole avrebbero subìto una riduzione da 4,6 miliardi a 3,245 miliardi, con un numero di nuove scuole che passa da 195 a 166. Anche i fondi dedicati alle ristrutturazioni avrebbero visto una correzione al ribasso di 500 milioni di euro. La situazione più grave si riscontra negli asili nido, dove è difficile anche ottenere un dato certo. Infatti, solo 51 Comuni su 110 hanno risposto all’appello. Le 887 sedi sono carenti per l’antisismica, anche se la manutenzione risulta più regolare.

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Insegnante che spiega ai ragazzi in una scuola moderna (Pixabay Foto) – www.buildingcue.it

Questioni di inclusività

Per le università, parliamo di 22 sedi prese in esame in diverse città italiane. In 5 sedi manca il posto auto dedicato, mentre in 8 sedi si sono riscontrati problemi nei bagni, come il distacco dell’intonaco. Le aule si sono riscontrate sovraffollate rispetto alle esigenze degli studenti, mentre in 5 cortili sono stati riscontrati ingombri. Tutto questo incide poi sull’inclusività delle strutture. Infatti, in Italia ci sono 311.201 gli alunni con disabilità (4,4%), ma solo il 40% delle strutture è accessibile. Il problema riguarda soprattutto gli studenti a cui servono supporti sensoriali, presenti solo nel 17% delle scuole. La percentuale scende all’1,2% quando si parla di soluzioni in rilievo.

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Aula vuota di una scuola con banchi e sedie (Pixabay Foto) – www.buildingcue.it