Infrastrutture

Quello che non si vede: una strada strato dopo strato

La presenza delle strade ha reso il nostro modo di viaggiare e di spostarci sicuramente più agevole e più veloce. E’ stato frutto di un processo evoluzionistico lento ma che ha portato ai giorni d’oggi ad avere qualità di strade eccellenti che assicurano anche un alto confort di guida. Ma come sono fatte le strade? Cosa c’è sotto i nostri piedi e le nostre automobili?

Iniziamo dicendo che i tipi di pavimentazione stradale possono essere di tre tipi: flessibili semi-rigidi e rigidi. In questo articolo analizzeremo soprattutto la stratificazione delle pavimentazioni flessibili perché rappresentano circa l’80% delle pavimentazioni stradali.

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Lo strato superficiale viene chiamato strato di usura che è soggetto all’azione dei carichi verticali e delle variazioni climatiche. E’ composto da conglomerati bituminosi a masse chiuse e oltre a garantire le prestazioni precedentemente elencate deve assicurare confort, sicurezza, quindi aderenza durevole ed elevata.  Diciamo che gli spessori più frequenti dello strato di usura sono tra i 4 e 6 cm. Oltre a questi strati d’usura con conglomerati bituminosi a massa chiusa, esistono i conglomerati bituminosi aperti il cui scopo è quello di rendere la strada drenante e fonoassorbente (si stima che il rumore di rotolamento delle ruote si può ridurre anche di 4-6 dB).

Proseguendo verso il basso troviamo lo strato di collegamento detto anche binder che è composto da conglomerato bituminoso in tenore minore rispetto allo strato superficiale. Questo strato si adotta soprattutto per strade a traffico pesante. Per questi tipi di strada risulterebbe troppo oneroso fare un unico strato ricco di bitume cosicché lo strato di usura costituisce il piano viabile mentre il binder resiste ai carichi e assolve alla funzione di collegamento.

Lo strato che assorbe più di tutti le azioni flessionali generate dai carichi è il cosidetto strato di base. Le sue dimensioni sono molto variabili in base all’entità del traffico pesante. Questo strato può essere in misto bitumato o cementato. Più precisamente viene usato il misto bitumato per le pavimentazioni flessibili, mentre il misto cementato per quelle semi-rigide. Le caratteristiche meccaniche sono inferiori, per questo motivo anche i costi di questo materiale sono più bassi. In una stratificazione stradale il costo diminuisce dall’alto verso il basso.

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Come ultimo strato, che poggia sopra al sottofondo (strato di terreno sul quale poggia la fondazione della pavimentazione) abbiamo appunto lo strato di fondazione. E’ lo strato con spessore più alto: può variare dai 30 ai 35 cm. Esso deve permettere alle tensioni che arrivano sul terreno di essere minori della portanza dello stesso. Comunque ogni strato deve essere progettato in modo tale che la diffusione dei carichi sia tale che il terreno riesca a sopportare le tensioni che riceve dalla fondazione.

La diffusione cosi elevata di pavimentazioni flessibili è dovuta essenzialmente a costi contenuti, facilità di manutenzione, rumorosità ridotta, e la possibilità di avere a che fare con tecnologie collaudate.  I contro di una pavimentazione flessibile sono le deformazioni plastiche maggiori sotto carichi ciclici, sensibilità alle variazioni termiche e una vita utile più breve.

Published by
Luca Quarato