Realizzare un edificio può essere davvero complicato, soprattutto se il sito scelto per la realizzazione è un luogo fuori dall’ordinario. Come abbiamo già visto per gli edifici costruiti in Antartide, esistono luoghi davvero ostili in cui realizzare degli edifici sembra quasi impossibile. Alcuni studi di progettazione si ritrovano ad affrontare problematiche ambientali non di poco conto. Lo studio di progettazione AB2ER ad esempio, ha ricevuto l’incarico di progettare il rifugio La Marmotta, una struttura ricettiva da inserire in un contesto ambientale difficile. Proprio per la complessità del progetto, lo studio non ha rinunciato all’applicazione della metodologia BIM (Building Information Modelling) per lo sviluppo del progetto.
Il progetto si colloca ad una quota di 2420 m s.l.m., nel complesso sciistico della Via Lattea, in alta Val Susa. Si tratta di un luogo completamente immerso nella natura, lontano dai centri abitati, con vista panoramica sul contesto alpino che spazia dal Monte Charberton al Monte Rocciamelone. La nuova struttura sostituisce il vecchio rifugio alpino costruito negli anni ’50, lasciato in completo abbandono negli ultimi anni. Nel 2015 i nuovi proprietari del rifugio hanno deciso di demolire la vecchia struttura per sostituirla con un nuovo edificio moderno. Lo studio AB2ER ha cercato di porre attenzione al contesto naturale in cui si inserisce l’opera, interpretando i caratteri tipici delle abitazioni locali.
“Nella primavera del 2015 ci venne affidato l’incarico di progettazione del nuovo rifugio che, con richiesta specifica della committenza, doveva essere molto luminoso, in grado di godere appieno del magnifico panorama circostante ed avere pertanto ampie vetrate sulle facciate principali. Il progetto, partendo dalla specificità del sito, dalla precisa scelta tipologica, dalle dimensioni, dal senso delle forme si doveva porre in relazione con il contesto geografico senza alterarne la bellezza e la peculiarità.”
AB2ER
Il Rifugio La Marmotta presenta una copertura a unica falda in lastre di pietra, caratteristico delle costruzioni alpine. Per disperdere la pioggia e lo scioglimento della neve è stato posizionato un tronco in larice a canale nella parte bassa della copertura e negli sbalzi. L’edificio si estende su quattro livelli. Il piano seminterrato è adibito a magazzino, deposito, garage e abitazione del gestore. Al piano terra è stato predisposto un locale bar con ampia cucina mentre al piano superiore è stato collocato un ristorante esclusivo con ampia cucina. All’ultimo livello sono presenti le camere per i pernottamenti. La base della struttura è realizzata in cemento armato mentre, ai piani superiori, l’edificio presenta partizioni e chiusure in XLAM ed elementi in acciaio.
I progettisti hanno cercato di portare avanti il concetto di Passivhaus, lavorando soprattutto sull’involucro, sulla tenuta all’aria degli elementi costruttivi, sulla ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e vetrate con tripli vetri basso emissivi. Le finiture esterne sono composte da un mix di tradizione, con la pietra recuperata dalla demolizione, e modernità ottenuta dalle grandi facciate vetrate. I pacchetti applicati sono studiati in modo tale da rendere l’edificio sostenibile.
Progettare un edificio ad alta quota non è per niente semplice. La costruzione dell’edificio è stata possibile solamente nei periodi estivi in quanto il rifugio è raggiungibile tramite strada sterrata mentre in inverno è possibile raggiungere il sito solamente tramite impianti di risalita. Nei periodi invernali sono stati portati avanti infatti, le attività progettuali. L’applicazione della metodologia BIM ha permesso di rispettare le tempistiche imposte dalle stagionalità e di completare l’opera prima dell’arrivo dell’inverno. Nel caso specifico, lo studio di progettazione ha utilizzato Allplan, un software di modellazione parametrica che ha consentito di modellare con rapidità e semplicità l’edificio. Allplan permette di immagazzinare una quantità enorme di dati compatibili con altri programmi per calcoli strutturali, per i calcoli relativi al fabbisogno energetico, per i sistemi impiantistici, ecc. L’interoperabilità diventa essenziale e permette di soddisfare le esigenze di ogni settore e restituire in tempi brevi i risultati finali.
” La vera forza di Allplan è che permette di immagazzinare una quantità di dati enorme sul progetto compatibili anche su altri programmi come quelli per i calcoli strutturali, i calcoli per il fabbisogno energetico, i sistemi impiantistici, ecc. Sicuramente la marcia in più, è quella di avere una veste grafica semplice e intuitiva in continua evoluzione”.
Elena Rava, AB2ER
Lo studio AB2ER spesso si occupa di architettura alpina residenziale e turistico-ricettiva. Da un po’ di tempo ha adottato un approccio alla progettazione innovativo con l’obbiettivo di sviluppare costruzioni di alta qualità utilizzando una progettazione tridimensionale dettagliata. Con l’adozione della metodologia BIM nello sviluppo dei propri progetti, lo studio di architettura riesce a realizzare opere di architettura moderna nei contesti ambientali più complessi.