Roma, la nuova Metro D prende forma: mancano meno di 10 anni all’apertura
La nuova proposta sembra aver definitivamente delineato la tratta che contraddistinguerà la Metro D. Cosa prevede l’ampliamento? Quali saranno tempistiche e costi?
L’ambizioso progetto di realizzazione della linea D, presentato per la prima volta nel 2007, dovrà garantire il collegamento tra i quartieri settentrionali e quelli della zona sud della Capitale passando per il centro cittadino. Il tracciato originariamente previsto presentava un’estensione pari a 20,4 km, servendo 22 differenti stazioni. Eppure proprio recentemente, lo scorso 20 gennaio, un ulteriore progetto potrà garantire un ampliamento fino ad una decina di chilometri in più.
La linea ‘gialla’ potrebbe raggiungere un costo stimato pari a circa nove miliardi di euro. Per la sua costruzione potrebbe essere impiegata la pratica del ‘project financing‘. In che cosa consiste? Fondamentalmente i capitali privati vengono investiti nelle infrastrutture pubbliche, in modo da facilitare la realizzazione del progetto in termini di tempistiche, provocando un effetto non esageratamente impattante sul bilancio pubblico.
Secondo dati forniti dall’ATAC, azienda che gestisce la maggioranza del trasporto pubblico all’interno del territorio di Roma Capitale, estendendosi in alcuni tratti anche verso l’hinterland della Città Metropolitana, la linea di trasporti misura attualmente 59,407 km, usufruendo di 84 convogli roteabili che permettono la copertura di 73 stazioni, accogliendo oltre 440.000 passeggeri quotidianamente.
Le linee attualmente presenti sono tre. La A, inaugurata nel 1980, che mette in collegamento Via Battistini, a nord-ovest della città, con Via Anagnina, nel profondo sud-est. La B, inaugurata nel 1955, ha inizio nel nord-est di Roma, a Rebibbia e si articola per oltre 22 km, giungendo fino al capolinea rappresentato da Via Laurentina a sud. La C si snoda prevalentemente nella zona est della città, mettendo in collegamento il comune di Monte Compatri al centro di Roma; attualmente l’ultima stazione percorribile è quella di San Giovanni, ma sono in corso lavori per estendere la linea sino a Piazza Venezia – dove sorgerà anche un museo archeologico – attraversando Porta Metronia e Piazza del Colosseo.
L’ultima modifica sul progetto della nuova linea
I tecnici di Roma Metropolitane hanno presentato all’attenzione di Eugenio Patanè, assessore ai Trasporti, un’ipotesi di percorso aggiornato della Metro D, che rappresenterà la quarta linea della metropolitana della Città Eterna. La nuova tratta, che presenta alcune differenze rispetto all’iniziale percorso, si articola per circa 30 chilometri, effettuando 30 fermate, 8 in più rispetto alla primordiale versione del progetto.
Ed è stata rilasciata anche un’ipotetica data, direttamente dall’assessore Patanè, che ha espresso come l’inaugurazione delle prime stazioni potrebbe avvenire in meno di dieci anni, a partire dal 2033. Le tempistiche riguardano, in particolare, la tratta iniziale del percorso, vale a dire quella compresa tra Nomentana Raccordo e Nemorense.
Come si articolerà la tratta rimaneggiata?
Andando a snocciolare il progetto, è stata posta nuovamente come priorità la necessità di garantire un collegamento tra l’area Nord-Est con il Sud di Roma, assicurando stazioni di scambio con le altre linee già esistenti. In particolare da Nomentana il percorso proseguirà verso Piazza Buenos Aires dove avverrà l’incrocio con la Metro A all’altezza di Piazza Barberini, proseguendo fino a Piazza Venezia, dove è previsto sempre nel corso della prossima decade il termine dei lavori per l’ampliamento della Metro C. La linea coprirà Trastevere, Magliana ed Eur Magliana – dove si incontrerà con la linea B, fino a raggiungere Piazzale dell’Agricoltura, dove il pregresso progetto aveva indicato il capolinea della D; l’ampliamento consentirà alla nuova linea di raggiungere Vigna Murata.
Ovviamente non mancano annose questioni che figurano ancora come grossi punti interrogativi, che non escludono la possibilità di ulteriori rimaneggiamenti nel prossimo futuro, che potrebbero, ad esempio, portare alla progettazione di una diramazione che raggiunga Corviale, in modo da collocale in maniera più efficiente anche le aree periferiche. Rispetto a quanto programmato inizialmente, secondo la nuova ipotesi recentemente presentata l’attraversamento del Tevere avverrà in un unico punto; in questo modo sarà possibile facilitare gli scavi sotterranei.