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La A.S. Roma rinuncia alla realizzazione del nuovo stadio

La Roma rinuncia alla realizzazione del nuovo stadio. Ph. calcioefinanza.it

La Roma rinuncia alla realizzazione del nuovo stadio. Ph. calcioefinanza.it

È durata fin troppo la ricerca di una sede per il nuovo stadio della A.S. Roma. La famiglia Friedkin, proprietari della società sportiva, dopo aver sondato diverse zone e incaricato progettisti da nomi illustri, hanno deciso di rinunciare alla costruzione del nuovo stadio nella zona che sembrava essere la predestinata: Tor di Valle. Ora c’è molta confusione e ira tra i tifosi che speravano di vedere una casa per la propria squadra, negli anni a venire. Come si evolverà la situazione e perché si è rinunciato?

Un progetto politicamente complicato

Si cominciò a parlare del progetto quasi 10 anni fa. Lo stadio doveva sorgere nel quartiere romano di Tor di Valle, la trentanovesima zona di Roma e fu deciso dall’allora presidente della società James Pallotta. Il progetto è stato declinato per via dei terreni, su cui doveva ergersi lo stadio, pignorati. Si era perfino parlato del progettista. La scelta ricadde sull’archistar Renzo Piano, incaricato da Dan Friedkin, che declinò l’invito. La scelta dell’archistar non fu dovuta a particolari condizioni, ma semplicemente ai numerosi impegni e progetti ai quali Renzo Piano era interessato.

Da sinistra a destra: Dan Friedkin (attuale presidente A.S. Roma) e James Pallotta (ex presidente A.S. Roma). Ph. ppsport.com

Vagliata l’idea di collaborare con uno degli architetti più famosi al mondo, la società sportiva decise di intraprendere il percorso con l’amministrazione del comune di Roma. L’area di Tor di Valle era, infatti, stata scelta in accordo con il Comune di Roma. La concertazione si rivelò da subito difficoltosa per via della situazione politica in cui versava (e versa) l’amministrazione romana. Nella zona era, inoltre, previsto un progetto di rigenerazione volto alla costruzione di un vero e proprio centro urbano, con la costruzione di grattacieli residenziali e commerciali.

Rendering del progetto a Tor di Valle. Ph ansa.it

Nonostante le ottime premesse, la giunta comunale di Virginia Raggi non è stata mai del tutto convinta sulla volontà di tale progettazione. Ma da parte di tutta l’organizzazione non c’è mai stata una vera e propria fermezza. I vari cambi di progetto, le inchieste per corruzione, la difficile gestione di un piano mobility, la scarsità di infrastrutture: queste sono le cause che hanno portato al fallimento del progetto. Viste le difficoltà la società A.S. Roma ha deciso: tramite comunicato finanziario del 26 febbraio 2021, ha comunicato la volontà di abbandonare l’idea di Tor di Valle.

E ora?

Sfumata l’idea di Tor di Valle, si parte subito per discutere sulle alternative. È già previsto un incontro tra i rappresentanti della A.S. Roma e l’amministrazione comunale per discutere le sorti del nuovo stadio. D’altro canto, la famiglia Friedkin è stata categorica: lo stadio si dovrà costruire, con particolari condizioni. Esse riguardano la capienza, ovvero 45 mila posti, green e senza costruzioni a compensazione. E vogliono farlo in fretta, con via libera entro due anni e fine lavori in quattro. Lo stadio dovrà essere inaugurato entro il 2026. Inoltre, la società vorrebbe che lo stadio nascesse in un’area urbanizzata e ben collegata dai trasporti.

Idea ispirata al Colosseo. Ph. sportcafe24.com

La difficoltà non sarà trovare l’accordo, ma con chi trovarlo. Sì, perché incombono le elezioni amministrative e la giunta potrebbe cambiare. Con il risultato che sarebbe tutto da rifare, infilandosi in un loop senza fine. La stessa giunta Raggi aveva trovato delle valide alternative, che in un primo momento erano piaciute anche alla società sportiva. Ma ci sono da valutare i vincoli che sono presenti nelle varie zone. Ad esempio, la zona flaminia, dove sorge lo stadio omonimo che, comunque, necessita di una ristrutturazione.

Una valida alternativa

Per la costruzione del nuovo stadio per l’A.S. Roma si era pensato, anche, alla ristrutturazione dello stadio Flaminio realizzato in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 e progettato da Pierluigi e Antonio Nervi. Nella stagione 1989/90 ospitò la stessa società Roma, a causa dei lavori provvisori dell’Olimpiaco. Il progetto, oltre ai lavori di ristrutturazione prevede l’aumento della capienza a 45 mila posti a sedere. Il costo complessivo dell’opera si aggira intorno ai 350 milioni. Ma anche in questo caso, non mancano le criticità e i problemi legati alla gestione.

Ph. calcioefinanza.it

Il problema più grande è la necropoli romana situata sotto la zona dello stadio. Il che è un grosso ostacolo poiché sono stati previsti parcheggi e spazi sotterranei. Per gli altri vincoli presenti, viene in ausilio l’articolo 55 bis che riguarda gli interventi sugli impianti sportivi e la loro ristrutturazione. Comunque si è già pensato ad altre valide alternative, come la zona di Tor Vergata e l’area di Fiumicino. Tutte alternative possibili, ma i tempi stringono e rischia di diventare una strada senza uscita.