Il 9 novembre 2016 è stato un giorno storico per gli Stati Uniti d’America, con la sorprendente elezione del nuovo Presidente, l’imprenditore Donald Trump. Nella sua dispendiosa campagna elettorale, il Repubblicano ha toccato temi molto cari al popolo Americano, facendo leva su sentimenti assopiti da tempo, e ottenendo un grandissimo seguito da una fetta di popolazione dimenticata che rappresenta però ancora una maggioranza. Uno dei temi cardine della sua campagna elettorale è stato quello dell’immigrazione, con la discutibile uscita di voler costruire un vero e proprio muro tra gli USA e il Messico per fermare l’incontrollato passaggio di Messicani al confine, i quali sono stati definiti dall’imprenditore “bad hombres”. Trump ha detto di voler costruire un “impenetrabile, fisico, alto, potente e bellissimo muro al confine sud”; si lo ha detto veramente. Proprio per la convinzione delle parole del neo-presidente, lo studio di architettura Messicano Estudio 3.14 ha colto la palla al balzo e ha realizzato diversi rendering di questo muro: lo hanno chiamato Prison Wall e hanno scelto di colorarlo di rosa. Un progetto che rappresenta una vera e propria provocazione e vuole dimostrare con i fatti l’impraticabilità di questa strana idea.
Il confine tra Usa e Messico è lungo circa 3.100 km e attraversa ogni tipo di paesaggio, da deserti polverosi alle bellissime terre del Rio Grande, dalle colline fino a circa 600 km già coperti da costruzioni di contenimento in cemento, recinzioni e barricate. Proprio per questo il muro che ha in mente Trump sarà lungo solamente 1000 km, mentre il resto della divisione sarà affidato ai confini naturali esistenti. Poiché questo muro dovrà rispondere a tutti i requisiti già citati, potrà essere realizzato solamente in calcestruzzo, ed è stata fatta la stima che sarebbero necessari quasi 9 milioni di metri cubi di materiale, senza contare che, data l’estensione del muro, sarebbero necessari impianti di produzione vicini e costi di trasporto altissimi. A conti fatti quindi il costo di questa opera oscillerà tra i 10 e i 12 miliardi di dollari e, secondo Trump, il costo sarà sulle spalle solamente del Presidente Messicano Enrique Pena Niet, che ovviamente si dichiara contrario.
Neanche i risvolti ambientali e naturali sono molto positivi. L’impatto dannoso per il paesaggio è evidente, con la comparsa dal nulla di un muro alto 50 metri che vedrà anche la costruzione di scavi profondi e strade, senza andare a considerare la fragilità naturale del territorio, soggetta ad inondazioni e a spostamenti del terreno sabbioso. Oltre a questo si andrebbe ad intaccare anche il delicato ecosistema al confine, con l’impedimento del passaggio di molte specie animali che migrano tra il nord e il sud del continente americano. Un certo numero di specie hanno bisogno di attraversare il confine per accoppiarsi con i loro geneticamente diversi cugini, tra cui il giaguaro e gli orsi neri nordamericani in via di estinzione, che sarebbero minacciati senza essere in grado di accoppiarsi con gli orsi messicani.
Con questi importanti presupposti, i rendering di Estudio 3.14 mostrano il muro che attraversa diversi paesaggi, esasperando il concetto che diventa solamente un simbolo dell’impraticabilità di questa idea. “Nonostante gli aspetti ecologici, finanziari ed economici che sono stati citati, continua il piano verbale di Trump. Noi, in quanto architetti e designer, abbiamo la capacità e il dovere di immaginare e interpretare ciò che viene detto da Trump, e siamo convinti che se facciamo vedere alla gente questo piano, loro possono valutare meglio le sue parole e la perversità della sua proposta.” Queste le forti parole di Estudio 3.14.
Visto che il muro deve essere bello, gli architetti hanno fatto riferimento al Muro Rosa di Luis Barragán, uno dei più importanti architetti messicani, molto considerato in patria e famoso per l’uso di tinte molto intense e la costruzione di muri a stucco.
Ma questo muro non è solo un muro, perché tra le idee di Trump c’è anche quella di dare al muro una seconda funzione. “11 milioni di persone senza documenti saranno processati, classificati e deportati”; ecco che quindi il muro fungerà anche da prigione. In sezione è possibile vedere come la prigione è continua e funziona come una barricata, del tutto autosufficiente, con unità per la sicurezza, amministrazione, aree di salute e fabbriche tessili per dar lavoro agli immigrati, i quali lavorando giorno e notte produrranno un ritorno economico pari alla spesa effettuata in soli 16 anni.
I progettisti hanno anche aggiunto un punto di vista per i cittadini statunitensi, che possono camminare su per le scale sulla piattaforma e guardare verso il basso sul lato opposto per completare la “bellissima perversione“.
“Visto che mr. Trump vuole un bel muro, ci siamo rivolti al lavoro del più famoso architetto messicano nel mondo – Luis Barragán – che con la bellezza delle sue mura, ha conseguito il premio Pritzker e reinventato l’architettura messicana”.
Una proposta architettonica megalomane. Ci ricorda qualche altro personaggio o opera del passato? Non servono più parole.