L’ampliamento dell’Olympic Spa Hotel, vuole essere un’occasione di Architettura gentile, rispettosa dei luoghi e che si “mimetizzi” ed uniformi con l’ambiente circostante. Gli architetti NOA vogliono lanciare proprio questo messaggio con questo progetto; si può integrare l’architettura in un contesto naturale come ad esempio quello spettacolare delle Dolomiti; la ricchezza della natura, la vegetazione fiorente e da non trascurare le specie animali che vi abitano. Proprio a Vigo di Fassa in provincia di Trento, questo modus operandi è stato già sperimentato. L’Olympic Spa Hotel ed il suo ampliamento, una sauna nuova, la dependance con 10 camere e una palestra. I lavori terminati lo scorso gennaio, hanno permesso alla struttura di avere un suo carattere decisivo anche per i futuri ulteriori ampliamenti ed espansioni della stessa struttura ricettiva.
Ulteriori aggiunte in planimetria, come il nuovo volume recentemente completato, l’obiettivo è portare agli ospiti l’emozione di un legame forte e autentico con la natura, rispettosamente integrato nel paesaggio. Il nuovo ampliamento diventa così l’occasione per stabilire un modello di intervento riproducibile, imitativo ma anche riconoscibile, finalizzato all’integrazione con l’ambiente dominato dalle vette dolomitiche.
Questo principio guida caratterizza il lavoro di NOA per l’ampliamento dell’hotel in Val di Fassa. Ci spiega durante alcune dichiarazioni rilasciate l’architetto Stefan Rier cofondatore dello studio insieme a Lukas Rungger.
«Come per altri progetti analoghi, siamo partiti da un concept generale». «Per esperienza sappiamo quanto sia importante definire sempre una visione d’insieme. Anche se inizialmente ci si concentra solo su una parte dell’intervento, quello che si costruisce non è un elemento a sé stante ma diventa il primo passo di un piano complessivo, di più ampio respiro, destinato a svilupparsi nel tempo».
L’ampliamento sposta il baricentro dell’albergo dalla strada provinciale al pendio retrostante, che degrada a valle, divenendo zona boschiva, fino a raggiungere il torrente Avisio. I precedenti nuclei si affacciavano sulla strada provinciale, mentre i nuovi ambienti sono stati realizzati lungo il pendio, in parte interrati e collegati all’albergo attraverso un passaggio sotterraneo.
La struttura annessa è in cemento armato. Dato che la nuova parte addizionata è per metà interrata nel pendio, parte della copertura è invece costituita da un prato verde. Sottolinea ancora durante l’intervista Stefan Rier:
«Una soluzione che stiamo proponendo soprattutto per le strutture alberghiere, dove spesso siamo in presenza di cubature importanti». «La scelta di interrare una parte della struttura riduce i volumi ed è vincente soprattutto in aree montane di grande suggestione come le Dolomiti».
La sauna è un edificio che vive di vita propria, è a sé stante; collocata ai margini del bosco funge da chiusura prospettica o meglio completa il quadro boschivo perfetto. In posizione sopraelevata, si affaccia al di sopra delle chiome degli alberi, quasi a svettare e fare la voce grossa simbolicamente. Spiegano ancora i progettisti:
«La sauna realizzata interamente in legno, esternamente rivestita in larice e internamente in abete savu trattato con della cera nera, si mimetizza nel bosco e ne offre una vista suggestiva sia dalle vetrate interne sia da un terrazzo laterale. Si può raggiungere direttamente dall’albergo percorrendo una passerella aerea, che lascia libero il prato sottostante (dove, tra l’altro, passa ogni anno la “Marcialonga”, la famosa manifestazione di sci di fondo)».
Riferendoci invece alla dependance, il profilo del tetto richiama, in modo stilizzato, il profilo delle vette; sembra quasi esortarle. Ancora secondo le spiegazioni degli architetti, aggiungono:
«A un’estremità una punta più alta identifica il doppio livello della suite di maggiore ampiezza, poi la copertura si abbassa, con punte ad altezza inferiore in corrispondenza delle altre camere a un solo livello, e, all’estremità opposta, della palestra».
«Questa silhouette, estremamente riconoscibile nella sua semplicità grafica, intende diventare la cifra stilistica dell’albergo. Anche la palette cromatica dei materiali utilizzati richiama il paesaggio circostante: le falde inclinate e le pareti esterne sono intonacate a grana grossa di un colore grigio che ricorda quello delle pareti dolomitiche. È un intervento che si può definire mimetico, per l’uso di forme e materiali in simbiosi con il paesaggio, e allo stesso tempo sostenibile: sia perché l’intero progetto è stato portato avanti con ditte locali, sia perché il parziale interramento della struttura è studiato per limitare al massimo i volumi».
Ogni stanza è dotata di finestre a tutta parete e di un ampio terrazzo che si affaccia sul paesaggio. Gli arredi, in legno di rovere, «sono realizzati su misura», assicurano ancora una volta i progettisti.
Anche la forma dei mobili cerca una continuazione con lo stile locale. Dominano i colori chiari e naturali che, insieme al verde, richiamano le sfumature della pineta che si estende davanti alla camera.
Alcune camere sono caratterizzate da cortili interni con pareti trasparenti: spazi privati accessibili in ogni stagione, che portano luce e natura nell’ambiente. La vegetazione del cortile, la presenza delle betulle, la vista del cielo, diventano parte della nuova esperienza degli ospiti dell’hotel.
«In prospettiva il piano di sviluppo del progetto prevede la realizzazione di altre strutture simili alla prima e di una nuova area wellness. Parallelamente, anche l’edificio centrale sarà oggetto di un restyling. In particolare, la facciata sarà ridisegnata con una struttura in legno che richiamerà il profilo delle vette; inoltre, per ridurre la volumetria percepita e l’impatto ambientale dell’intervento, è previsto che il piano terreno venga interrato, creando un paesaggio collinare dove troveranno posto le nuove strutture, tutte ipogee».
Il gruppo NOA (Network of Architecture), fondato undici anni fa da Lukas Rungger e Stefan Rier, è uno studio giovane ma ha già molti progetti realizzati. Si caratterizza per un approccio interdisciplinare aperto al mondo, strettamente legato ai luoghi in cui lavora e progetta. Lo studio è composto da un team di 27 persone, tra architetti e interior designer, dislocate nelle due sedi di Bolzano e Berlino. Nel corso degli anni i progettisti hanno lavorato alla creazione di diverse tipologie di spazio, dal residenziale al commerciale, passando per allestimenti e alberghi, che è il loro campo di specializzazione. Vincitore di numerosi premi tra cui varie edizioni del 2020 Architect of the Year Award, Archilovers Best Project Award, Dezeen Awards e The Plan Awards.