Scoperta archeologica preziosa in Sardegna | Una necropoli sepolta da 5000 anni nascondeva enormi segreti della Barbagia
Scoperta formidabile nella Barbagia: una necropoli di oltre 5mila anni fa nascosta sotto terra, un tesoro in Sardegna.
L’Italia è come un vecchio baule pieno di tesori, che si apre lentamente e svela segreti dimenticati di epoche lontanissime. In ogni regione, ci sono resti che ci riportano indietro nel tempo, mostrando scorci di vite passate, di popoli che hanno abitato queste terre e lasciato tracce della loro esistenza.
Tra i ritrovamenti più celebri in Italia ci sono scoperte incredibili e molto antiche. Ad Altamura, in Puglia, è stato trovato l’”Uomo di Altamura“, uno scheletro di Neanderthal conservato quasi intatto per oltre 150.000 anni in una grotta.
E poi ci sono le tombe etrusche di Tarquinia, con i loro splendidi affreschi che raccontano le credenze ultraterrene di questo popolo affascinante, o i templi di Selinunte in Sicilia, un’antica città greca dedicata agli dèi dell’Olimpo.
Ma ci sono ancora tanti altri tesori nascosti che nel tempo stanno venendo fuori.
I tesori più importanti d’Italia
Uno dei siti più importanti d’Italia è senza dubbio Pompei, dove il tempo si è fermato nel 79 d.C. a causa dell’eruzione del Vesuvio, e che oggi ci permette di camminare tra le strade, le case e i negozi come se stessimo vivendo nell’antica Roma.
Anche fuori dai percorsi più conosciuti, ci sono scoperte uniche e misteriose che ci lasciano a bocca aperta. In Valcamonica, per esempio, le incisioni rupestri risalenti all’età del Bronzo raffigurano scene enigmatiche e simboli che fanno pensare a riti e credenze che ormai abbiamo perso. Ogni sito archeologico è come un pezzo di un puzzle, che ci fa scoprire come vivevano, pensavano e immaginavano il mondo i nostri lontanissimi antenati.
La necropoli di Sas Concas in Sardegna
Ma in Sardegna c’è un posto speciale che ha il potere di stupire chiunque lo visiti: la necropoli di Sas Concas, vicino a Oniferi, nel cuore della Barbagia. Questo antico complesso funerario, che risale a circa il 2700 a.C., è formato da una serie di domus de Janas, o “case delle fate”, tombe scolpite nella roccia e usate per seppellire i defunti.
Una delle più suggestive è la Tomba dell’Emiciclo, una grande camera semicircolare con piccole celle secondarie. Le pareti di queste tombe sono ricoperte di incisioni di figure capovolte, probabilmente legate al mondo dei morti. Non hanno uno schema preciso e sembrano quasi dei messaggi lasciati nel tempo. Questi simboli ricordano i menhir custoditi nel museo di Laconi e sembrano sussurrare storie e misteri di una civiltà sarda che ancora, dopo millenni, ha tanto da raccontare.